Cratete di Atene

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Cratete di Atene (in greco antico: Κράτης?, Krátēs; in latino Crates; Atene, ... – ...; fl. V secolo a.C.) è stato un commediografo greco antico, esponente della commedia antica.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Cratete, ateniese, sarebbe stato all'incirca contemporaneo di Eschilo, secondo alcune fonti[1]. Avrebbe esordito come attore nelle commedie di Cratino[2], per poi dedicarsi all'attività drammaturgica egli stesso, riportando la vittoria, comunque, solo tre volte, di cui la prima probabilmente nel 450 a.C.[3][4] Aristotele lo considerò un innovatore del genere comico, poiché abbandonò la composizione in giambi e introdusse le storie e i racconti, analogamente a quanto si stava sperimentando in Sicilia.[5]

Commedie[modifica | modifica wikitesto]

Della sua opera restano sette titoli e sessanta frammenti: Γείτονες (I vicini), Ἥρωες (Gli Eroi), Θηρία (Le bestie), Λάμια (Lamia), Πεδῆται (Gli incatenati), Σάμιοι (Gli uomini di Samo),[6] Τόλμαι (Le gesta ardite).[7]
Secondo Aristofane[8], Cratete avrebbe introdotto in scena commedie garbate e piene di spirito, mentre, secondo altre fonti, sarebbe stato il primo ad introdurre sulla scena personaggi ubriachi[9]: dai frammenti pervenuti, comunque, il giudizio aristofaneo risulta confermato, con descrizioni utopiche e un linguaggio poco giambico. Anzi, nelle Bestie egli presentava due temi ricorrenti nella Commedia Antica: la presenza di cori animali[10], che alcuni hanno visto come parte delle origini del genere, e la realizzazione di un mondo ideale, la cui parole chiave è automatos[11].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Demetrio Lacone, Poetica, B col. 38, p. 112 Romeo.
  2. ^ Anonimo, Sulla commedia (Koster III, 11–13, 26–30); scolio a Aristofane, Cavalieri, 537a.
  3. ^ IG II2 2325, 52.
  4. ^ Girolamo, Chronicon, p. 112, 15 Helm.
  5. ^ Poetica, 1449b 5-8.
  6. ^ Suida, Κ 2239 Adler.
  7. ^ Ateneo, Deipnosofisti, VI 247f.
  8. ^ Cavalieri, vv. 537–40; cfr. anche fr. 333 K.-A.
  9. ^ Anonimo, Sulla commedia (Koster III, 11–13, 26–30).
  10. ^ Cfr. M. Farioli, Due zoocrazie comiche: le Bestie di Cratete e i Pesci di Archippo, in "Aevum Antiquum", 12 (1999), pp. 17 ss.
  11. ^ Frr. 17, 18 K.-A.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • M. G. Bonanno, Studi su Cratete comico, Padova, Antenore, 1972.
  • M. Farioli, Due zoocrazie comiche: le Bestie di Cratete e i Pesci di Archippo, in "Aevum Antiquum", 12 (1999), pp. 17–59.
  • (EN) Ian C. Storey (a cura di), Fragments of Old Comedy (XML), vol. 1, Cambridge, MA, Harvard University Press, 2011.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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