Cristiana di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg

Cristiana di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg
Duchessa consorte di Sassonia-Merseburg
In carica1657 - 1691
NascitaCopenaghen, Danimarca, 22 settembre 1634
Mortecastello di Delitzsch, 20 maggio 1701 (66 anni)
PadreFilippo, duca di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg
MadreSofia Edvige di Sassonia-Lauenburg
ConsorteCristiano I, duca di Sassonia-Merseburg

Cristiana di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg (22 settembre 163420 maggio 1701) fu la consorte di Cristiano I, duca regnante di Sassonia-Merseburg dal 1650 alla sua morte.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Fu la quarta figlia femmina, e la nona dei 15 figli[1] del duca Filippo di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg e di sua moglie, Sofia Edvige di Sassonia-Lauenburg. Nacque a Copenaghen in Danimarca e fu allevata da Maddalena Sibilla di Sassonia, vedova del principe ereditario danese, nella sua dimora vedovile di Nyköpingshus.[1]

Il 19 novembre 1650, all'età di 16 anni, sposò nel castello di Dresda il duca Cristiano I di Sassonia-Merseburg, terzo figlio maschio del principe elettore Giovanni Giorgio I di Sassonia e della sua seconda moglie, Maddalena Sibilla di Prussia. Contemporaneamente la sorella maggiore di Cristiana, Sofia Edvige, sposò il fratello minore di Cristiano Maurizio.[2] Il doppio matrimonio fu seguito da quattro settimane di celebrazioni, con danze, tornei, sfilate e fuochi d'artificio.[3]

Dopo la morte del marito nel 1691, si ritirò nell castello di Delitzsch, che aveva ricevuto nel 1688, in cambio del castello di Sangerhausen, come appannaggio vedovile.[4] Il castello di Delitzsch era stato rinnovato e ristrutturato come sua residenza, ma il restauro non era stata completato al momento del suo trasferimento, il 31 maggio 1692. Durante il periodo a Delitsch, Cristiana aggiunse un giardino formale francese al castello.

Matrimonio e figli[modifica | modifica wikitesto]

Dal suo matrimonio con il duca Cristiano nacquero undici figli:

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
8. Cristiano III, re di Danimarca 16. Federico I, re di Danimarca  
 
17. Anna di Brandeburgo  
4. Giovanni, I duca di Schleswig-Holstein-Sonderburg  
9. Dorotea di Sassonia-Lauenburg 18. Magnus I, IV duca di Sassonia-Lauenburg  
 
19. Caterina di Brunswick-Wolfenbüttel  
2. Filippo, I duca di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg  
10. Ernst III, VIII duca di Brunswick-Grübenhagen 20. Filippo I, VII duca di Brunswick-Grübenhagen  
 
21. Caterina di Mansfeld-Vorderort  
5. Elisabetta di Brunswick-Grübenhagen  
11. Margherita di Pomerania-Wolgast 22. Giorgio I, XII duca di Pomerania-Wolgast e XI duca di Pomerania-Stettino  
 
23. Amalia del Palatinato  
1. Cristiana di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg  
12. Francesco I, V duca di Sassonia-Lauenburg 24. Magnus I, IV duca di Sassonia-Lauenburg (= 18)  
 
25. Caterina di Brunswick-Wolfenbüttel (= 19)  
6. Francesco II, VI duca di Sassonia-Lauenburg  
13. Sibilla di Sassonia 26. Enrico IV, X duca di Sassonia  
 
27. Caterina di Meclemburgo-Schwerin  
3. Sofia Edvige di Sassonia-Lauenburg  
14. Giulio, XV principe di Brunswick-Wolfenbüttel e VI principe di Calenberg 28. Enrico V, XIV principe di Brunswick-Wolfenbüttel  
 
29. Maria di Württemberg-Mömpelgard  
7. Maria di Brunswick-Wolfenbüttel  
15. Edvige di Brandeburgo 30. Gioacchino II, XII principe elettore di Brandeburgo  
 
31. Edvige di Polonia  
 

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  • Ute Essegern: Fürstinnen am kursächsischen Hof. Lebenskonzepte und Lebensläufe zwischen Familie, Hof und Politik in der ersten Hälfte des 17. Jahrhunderts, in the series Schriften zur sächsischen Geschichte und Volkskunde, vol. 19, Leipziger Universitätsverlag, Leipzig, 2007, ISBN 978-3-86583-074-6, p. 383–385 (Abstract online)
  • Uta Deppe: Die Festkultur am Dresdner Hofe Johann Georgs II. von Sachsen (1660–1679), in the series Bau + Kunst. Schleswig-Holsteinische Schriften zur Kunstgeschichte, vol. 13, Ludwig, Kiel, 2006, ISBN 3-933598-94-X, p. 14 (Online).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Essegern, p. 383
  2. ^ Essegern, p. 325
  3. ^ Deppe, p. 14
  4. ^ Essegern, p. 416

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