Cristoforo Fracassi Ratti Mentone di Torre Rossano

Cristoforo Fracassi Ratti Mentone di Torre Rossano

Ambasciatore d'Italia in Spagna
Durata mandato1961 –
1964
PredecessorePellegrino Ghigi
SuccessoreFrancesco Silj di S. Andrea d'Ussita

Ambasciatore d'Italia in Giappone
Durata mandato1956 –
1958
PredecessoreMarcello Del Drago
SuccessoreMaurilio Coppini

Ambasciatore d'Italia in Sudafrica
Durata mandato1951 –
1953
PredecessorePasquale Jannelli
SuccessoreCaro Fecia di Cossato

Ambasciatore d'Italia in Egitto
Durata mandato1947 –
1950
PredecessoreGiovanni De Astis
SuccessoreRenato Prunas

Dati generali
Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza
UniversitàUniversità di Genova

Cristoforo Fracassi Ratti Mentone di Torre Rossano (Roma, 26 giugno 19001975) è stato un diplomatico italiano.

È stato ambasciatore d'Italia in Egitto, Sudafrica, Giappone e Spagna.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Cristoforo Fracassi Ratti Mentone di Torre Rossano nacque a Roma il 26 giugno 1900, figlio di Domenico Fracassi Ratti Mentone di Torre Rossano e di Maria Pia Crespi, appartenente all'omonima famiglia di imprenditori cotonieri lombardi poi azionisti del Corriere della Sera.[2]

Cristoforo s'iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza a Torino nel 1916, per poi laurearsi all'Università di Genova nel dicembre 1920. In seguito ad esame di concorso entrò in diplomazia nel 1923 e assunse al Ministero degli Affari Esteri, dove rimase fino al 1926 quando venne destinato al consolato di Cannes nel 1926. Fu trasferito all'Ambasciata di Madrid nel 1927 dove rimase fino al 1929, quando fu destinato al consolato di Nantes.[1]

Nel 1932 fu richiamato in servizio a Roma presso il Ministero degli Affari Esteri, collaborando con il capo di gabinetto di Mussolini, Pompeo Aloisi: come membro della delegazione italiana partecipò quale segretario all'Assemblea straordinaria della Società delle Nazioni nel novembre 1932 e alla Conferenza monetaria internazionale di Londra nel giugno 1933. Nominato primo segretario di Legazione di seconda classe nell'agosto 1933, nel febbraio 1934 fu inviato a Londra a lavorare all'Ambasciata italiana guidata da Dino Grandi. Fracassi rimase a Londra fino all'intervento dell'Italia nella Seconda Guerra Mondiale nel giugno 1940. Egli collaborò strettamente con Grandi e poi con Giuseppe Bastianini, vivendo in prima persona la crisi etiopica, la guerra civile spagnola e il deterioramento delle relazioni fra Italia e Regno Unito.[3]

Scoppiata la Guerra mondiale, rimase in servizio al Ministero a Roma, venendo destinato come consigliere di Legazione all'Ambasciata di Madrid nel febbraio 1942, per poi essere nominato capo dell'ufficio distaccato a Vichy della rappresentanza italiana a Parigi nel maggio 1943.[4]

Dopo l'armistizio del settembre 1943 Fracassi dichiarò fedeltà al governo del Re e venne internato insieme ai suoi collaboratori a Vittel dalle forze germaniche[5][6] per poi essere trasferito a Salsomaggiore nel febbraio 1944. Liberato dalla prigionia, dal giugno 1945 riprese servizio al Ministero degli Affari Esteri, divenendo nel dicembre 1944 capo del servizio Affari generali. Nel 1947, dopo la firma del trattato di pace, venne nominato ministro plenipotenziario in Egitto, dove svolse un ruolo importante nella ricostruzione di una presenza italiana nel Medio Oriente e nel mondo arabo dopo la guerra.[7][8]

Fu poi trasferito nel 1951 a Pretoria come ministro plenipotenziario italiano presso la Repubblica del Sudafrica, dove rimase fino al 1953. In servizio al Ministero a Roma nel novembre 1953, pochi mesi dopo gli venne affidato un incarico delicato e gravoso, quello di consigliere politico italiano presso l'Amministrazione alleata anglo-americana a Trieste, che svolse con pieno successo fino all'occupazione italiana della città giuliana nell'ottobre 1954.[9]

Fra il 1955 e il 1956 fu direttore generale presso l'Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia, per poi essere trasferito a Tokyo con credenziali di ambasciatore. Rimase in Giappone fino al 1958, quando tornò in servizio al Ministero degli Affari esteri. In quegli anni Fracassi era ritenuto uno dei diplomatici italiani più esperti, intelligenti e capaci.[10]

La nomina a capo del Cerimoniale diplomatico della Repubblica Italiana, ruolo che svolse fra il 1958 e il 1961 costituì l'apice della sua carriera ministeriale. Una funzione che lo portò a seguire strettamente l'azione politica internazionale del presidente Giovanni Gronchi.

Nominato ambasciatore di grado nel dicembre 1960, nel 1961 fu inviato a rappresentare l'Italia nella Spagna di Franco, dove rimase fino al 1964.[1]

Cessò di far parte della Carriera diplomatica il 1º luglio 1965.

Nel 1968 Cristoforo Fracassi prese l'iniziativa, insieme ad un gruppo di altri colleghi in pensione (Renato Bova Scoppa, Benedetto Capomazza, Pellegrino Ghigi, Raimondo Giustiniani, Massimo Magistrati, Luca Pietromarchi, Pietro Quaroni, Carlo Alberto Straneo, Antonio Venturini, Paolo Vita-Finzi) di fondare il Circolo di studi diplomatici, di cui fu il primo presidente,[11] fino alla morte nel 1975. Il Circolo, ancora in attività, sorse per svolgere un'azione di chiarimento e di approfondimento dei vari problemi di politica estera dell'età contemporanea: potevano essere soci i diplomatici che avevano lasciato il servizio attivo con il grado di ambasciatore e con un'esperienza di circa 40 anni passati a contatto con gli affari internazionali.[12]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Ministero degli Affari Esteri, Annuario diplomatico della Repubblica italiana 1963, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1963.
  2. ^ Scheda del Senato della Repubblica - Domenico Fracassi di Torre Rossano, su notes9.senato.it. URL consultato il 10 maggio 2023.
  3. ^ Ministero degli Affari Esteri, Documenti diplomatici italiani serie VII Vol. 15, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1990.
  4. ^ Ministero degli Affari Esteri, Documenti diplomatici italiani serie IX Voll. 9 e 10, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1989.
  5. ^ Giuseppe Brusasca (a cura di), Il Ministero degli Affari Esteri al servizio del popolo italiano (1943-1949), 2ª ed., Roma, Ministero degli Affari Esteri, 1949.
  6. ^ Mauro Conciatori, 1943: la diplomazia italiana dopo l'8 settembre. I diplomatici italiani di fronte alle conseguenze dell'annuncio dell'armistizio, in Storia delle relazioni internazionali, vol. 2, Firenze, Leo S. Olschki Editore, VI - 1990.
  7. ^ Federica Onelli, All'alba del neoatlantismo: la politica egiziana dell'Italia (1951-1956), Milano, Franco Angeli, 2013.
  8. ^ Luciano Monzali, Il colonialismo nella politica estera italiana (1878-1949). Momenti e protagonisti, Roma, Dante Alighieri, 2017.
  9. ^ Diego De Castro, La questione di Trieste. L'azione politica e diplomatica italiana dal 1943 al 1954 (2 voll.), Trieste, LINT, 1981.
  10. ^ Luciano Monzali, Mario Toscano e la politica estera italiana nell'era atomica, Firenze, Le Lettere, 2011, p. 82.
  11. ^ Renato Bova Scoppa, Un decennio di attività (PDF), in Dialoghi diplomatici, vol. 374, Roma, Circolo Studi Diplomatici, 1978.
  12. ^ Presentazione Circolo Studi Diplomatici, su win.studidiplomatici.it. URL consultato il 10 maggio 2023.
  13. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ministero degli Affari Esteri, Annuario diplomatico della Repubblica italiana (1963), Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1963.
  • Diego De Castro, La questione di Trieste. L'azione politica e diplomatica italiana dal 1943 al 1954 (2 voll.), Trieste, LINT, 1981.
  • Federica Onelli, All'alba del neoatlantismo: la politica egiziana dell'Italia (1951-1956), Milano, Franco Angeli, 2013, ISBN 978-88-204-2992-8.
  • Luciano Monzali, Il colonialismo nella politica estera italiana (1878-1949). Momenti e protagonisti, Roma, Dante Alighieri, 2017, ISBN 978-88-534-3428-9.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Ambasciatore d'Italia in Egitto Bandiera dell'Egitto Successore
Giovanni De Astis 1947 - 1950 Renato Prunas
Predecessore Ambasciatore d'Italia in Sudafrica Successore
Pasquale Jannelli 1951 - 1953 Caro Fecia di Cossato
Predecessore Ambasciatore d'Italia in Giappone Bandiera del Giappone Successore
Marcello Del Drago 1956 - 1958 Maurilio Coppini
Predecessore Ambasciatore d'Italia in Spagna Bandiera della Spagna Successore
Pellegrino Ghigi 1961 - 1964 Francesco Silj di S. Andrea d'Ussita