Dénia

Dénia
comune
Dénia – Stemma
Dénia – Bandiera
Dénia – Veduta
Dénia – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera della Spagna Spagna
Comunità autonoma Valencia
ProvinciaAlicante
Territorio
Coordinate38°50′24″N 0°06′36″E / 38.84°N 0.11°E38.84; 0.11 (Dénia)
Altitudine22 m s.l.m.
Superficie66,2 km²
Abitanti44 444 (2009)
Densità671,36 ab./km²
Comuni confinantiBenimeli, Gata de Gorgos, Jávea, Oliva (V), Ondara, Pedreguer, Pego, Els Poblets, El Ràfol d'Almúnia, Teulada, El Verger
Altre informazioni
Cod. postale03700
Prefisso(+34)...
Fuso orarioUTC+1
Codice INE03063
TargaA
Nome abitantidianense
ComarcaMarina Alta
Cartografia
Mappa di localizzazione: Spagna
Dénia
Dénia
Sito istituzionale
Il porto di Denia

Dénia è un comune spagnolo di 44.464 abitanti situato nella comunità autonoma Valenciana. La città è al centro di intensi flussi turistici provenienti sia dalla Spagna che dall'estero, e in particolare dai paesi centroeuropei (Germania, Svizzera, Paesi Bassi, ecc.) e dalla Gran Bretagna.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Denia è situata sulla Costa Blanca, che inizia in questa località e si estende fino a Pilar de la Horadada. Oltre al nucleo urbano di Denia, esistono vari paesi limitrofi di un certo interesse:

  • La Jara (La Xara): situato al nord del nucleo urbano, fra Denia e Ondara, località nota per una famosa canzone locale ("De Pedreguer a la Xara/ Han fet una carretera");
  • Jesús Pobre: situato a sud di Denia;
  • La Pedrera: situato sulle pendici del Montgó.

L’aspetto principale della cittadina di Denia è il Parco del Montgó (753 m.), che domina maestosamente il territorio municipale. Il Parco Naturale, creato nel 1987, offre al visitatore una vasta diversità faunistica e floreale, godibile attraverso i numerosi sentieri che lo attraversano.

L'altro polo di attrazione paesaggistica è rappresentato dalle spiagge di Las Marinas e di Las Rotas, così come la Riserva Marina del Cabo de San Antonio.

Calas di Denia
Spiaggia di las Rotas (Denia)

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Storia antica[modifica | modifica wikitesto]

Malgrado la presenza di reperti archeologici relativi a un insediamento iberico nelle vicinanze (Diniu), l'origine della città di Denia è probabilmente greca, fondata dai focesi, che le diedero il nome di Hemeroskopeion[1]. Diventò poi romana. Il centro di Dianum, così fu nominata all'atto della rifondazione, era situato a nord della Denia moderna.

I testi classici e le scoperte archeologiche indicano che nel I secolo a.C. le truppe di Quinto Sertorio fondarono una base navale a Dianium. Durante l'Alto Impero, la città godette di un periodo di splendore, passando allo stato di municipium. Tra il 636 e il 693 d.C., durante il periodo del regno visigoto, Denia fu sede episcopale dipendente da Toledo.

Epoca musulmana e Riconquista[modifica | modifica wikitesto]

Durante l'epoca musulmana, la città toccò il momento culminante del suo splendore e potenza, accompagnato da un momento di grande attività culturale. Dàniya fu capitale della tāʾifa nel 1010 dall'emiro Mujāhid al-ʿĀmirī, detto al-Muwaffaq. La tāʾifa perse la propria indipendenza nel 1076 a favore della Taifa di Saragozza.

La conquista cristiana, nel 1244, portò una decadenza della città, praticamente lasciata senza abitanti dopo la vittoria sui Mori. Venne ripopolata in parte da Valenziani. Nel 1356 Denia torna alla corona di Spagna, sotto Alfonso il Magnanimo. Denia viene promossa a marchesato nel 1487. Il duca di Lerma, quinto marchese di Denia e favorito di Filippo III permette alla città di elevarsi al grado di città.

Storia recente[modifica | modifica wikitesto]

A seguito della cacciata dei Moriscos, musulmani più o meno forzosamente convertiti al cristianesimo ma che in realtà non avevano abbandonato le precedenti credenze islamiche (1609), il marchesato subì una forte flessione demografica accompagnata da una crisi economica di ampie proporzioni. Sembra infatti che dal porto di Denia salparono, diretti soprattutto in Africa settentrionale, ben 25.000 Moriscos.

A partire dal XVIII secolo, Denia partecipò attivamente alla Guerra di Successione e fu la prima a proclamare re l'arciduca Carlo d'Asburgo. La guerra e le rappresaglie portarono un'altra crisi alla città. I Borboni finalmente la occuparono il 17 novembre 1708.

Nel XIX secolo Denia viene reincorporata alla Corona (1804) e lentamente riprende la sua crescita sia economica che demografica. Le attività commerciali sono, da allora, legate alle attività marinare, al commercio dell'uva sultanina e – più recentemente – al turismo.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

La città è situata in una baia, porto naturale, ai piedi del monte Montgó. Sono preservati gli antichi quartieri di les Roques o de Baix la Mar. Le strade che scendono dal castello ricordano il passato arabo, mentre la parte bassa offre edifici modernisti, indici della ricchezza della borghesia legata al commercio dell'uva sultanina. Musei e monumenti maggiormente interessanti:

Strade di Denia
  • Museo Etnologico.
  • Yacimiento de la Almadraba. Villa marittima romana del I secolo a.C. al IV secolo.
  • Iglesia de la Asunción. Barocco valenciano del XVIII secolo.
  • Iglesia de San Antonio. XVI secolo e XVII.
  • Nuestra señora de Loreto. XVI secolo.
  • Iglesia de San Mateo de la Jara.
  • Santa Lucía. XV secolo.
  • Edificio del comune. Neoclassico.
  • Il Castillo. Costruito dai Mori su edifici precedenti. Ospita il Museo Archeologico.
  • Le Mura. Alcuni tratti in buono stato.
  • Torre de la Almadraba (o del Palmar). Torre di vedetta che ha sofferto un restauro discutibile.
  • Torre del Gerro. XVII secolo.
  • Torre de Carrals. Gruppo di fortificazioni difensive. Proprietà privata.
  • Casa Fortificada. Dichiarata Bien de Interés Cultural (BIC).

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ S. J. Keay, Roman Spain, University of California Press, 1988. Consultabile su Google Libri a questo indirizzo.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN130220649 · LCCN (ENn83032256 · GND (DE4336673-9 · J9U (ENHE987007567059505171 · WorldCat Identities (ENlccn-n83032256
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