David Grossman

David Grossman (2015)

David Grossman (Gerusalemme, 25 gennaio 1954) è uno scrittore israeliano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

David Grossman alla Fiera del Libro di Torino nel 2013

Il padre di David Grossman immigrò in Israele all'età di nove anni, proveniente dallo shtetl di Dynów, in Galizia; autista di autobus, per motivi di salute fu incaricato di dirigere la biblioteca dell'azienda di trasporti, ed è lì che David ha iniziato, sin da bambino, la sua passione per la lettura e la letteratura, avvicinandosi precocemente a quella che sarebbe stata la sua futura professione; all'età di nove anni, Grossman vinse una competizione nazionale sulla conoscenza dell'opera di Sholem Aleichem[1], successivamente lavorò come attore e come corrispondente per la radio Kol Israel, il servizio radiofonico di stato israeliano.

È stato anche uno dei presentatori di חתול בשק (hatul be-saq, "Gatto nel sacco"), un programma per bambini trasmesso dal 1970 al 1984. Nello stesso programma fu trasmesso, sotto forma di dramma radiofonico, il suo libro Il duello. Insieme a Dani Eldar, ha condotto la popolare serie radiofonica Stutz (in Yiddish: "che può accadere"). Il suo rapporto con la radio di stato israeliana cessò bruscamente nel 1988, quando fu licenziato per avere confermato di essere ateo, e per le proprie posizioni politiche[2].

Grossman ha studiato filosofia e teatro all'Università Ebraica di Gerusalemme. Nel 1984 ha vinto il Premio del Primo Ministro per il lavoro creativo. Grossman vive a Mevaseret Zion, vicino a Gerusalemme. È sposato ed è padre di tre figli, Jonathan, Ruth e Uri, morto nell'estate del 2006 durante la guerra del Libano, vicenda alla base del suo lavoro più famoso.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

David Grossman è considerato tra i più grandi scrittori e romanzieri contemporanei, noto per il suo stile semplice e avvincente. Tra i suoi libri di maggior successo vanno ricordati Qualcuno con cui correre e Ci sono bambini a zig zag, storie che se lette superficialmente possono sembrare destinate a un pubblico di giovanissimi, sebbene tocchino temi profondi e universali.

Di forma decisamente più sperimentale sono invece altri romanzi, come Che tu sia per me il coltello o Vedi alla voce: amore; quest'ultimo in particolare, considerato il suo capolavoro, è un'opera dalla complessa architettura e dalla grande originalità stilistica, che attraverso mezzi espressivi inusuali, salti temporali, viaggi fantastici e personaggi singolari, racconta la Shoah vista dagli occhi e dalla fantasia di un bambino figlio di sopravvissuti.

Altrettanto ambizioso è A un cerbiatto somiglia il mio amore, la storia di una madre il cui figlio è impegnato in un'incursione militare in Libano. La donna è certa che il ragazzo morirà, e lascia la casa per evitare di essere presente quando i militari verranno a comunicarle la morte del figlio. Con questa fuga pensa di proteggere il figlio stesso: evitando di ricevere l’annuncio temuto, l’annuncio non avrà ragione di essere. Così parte per il viaggio attraverso Israele che aveva programmato proprio con il figlio - il cerbiatto del titolo - in compagnia del suo ex amante e compagno d'armi del marito, ripercorrendo la storia di un'intera nazione, con le sue contraddizioni e fragilità, fino a quando dovrà tornare a fare patti con la realtà.

Il vento giallo, il suo efficace saggio sulla popolazione palestinese nei territori occupati dagli israeliani in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, è stato accolto con calore all'estero e ha innescato dibattiti e polemiche nel suo paese.

Politica[modifica | modifica wikitesto]

Grossman è un attivista e sostenitore della sinistra israeliana, in particolare del Partito Laburista Israeliano, dai tempi di Yitzhak Rabin, ed è un critico della politica governativa nei confronti dei palestinesi di Gaza e Cisgiordania. Queste posizioni gli attirano da sempre le critiche e le ostilità della destra.

Come gran parte degli israeliani, Grossman ha però sostenuto Israele durante la guerra israelo-libanese del 2006, condotta contro le milizie del partito islamico Hezbollah, ma il 10 agosto 2006, insieme agli autori Amos Oz ed Abraham Yehoshua, ha parlato durante una conferenza stampa chiedendo al governo di trovare un accordo per un cessate il fuoco come base per negoziati che portassero ad una soluzione concordata, definendo ulteriori azioni militari come "pericolose e controproducenti" ed esprimendo preoccupazione per il governo libanese.

12 giorni dopo, suo figlio Uri, di 20 anni, militare di leva nella guerra in questione, è stato ucciso da un missile anticarro durante un'operazione delle forze di difesa israeliane nel sud del Libano volta a massimizzare quanto ottenuto contro Hezbollah poco prima della cessazione del fuoco imposto dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite[3]. L'impegno di Grossman in favore della pace e del dialogo con arabi e musulmani è di conseguenza aumentato durante gli anni recenti.

Nel 2015, in un'intervista rilasciata a Fabio Scuto per la Repubblica, ha espresso parole di sostegno per Benjamin Netanyahu[4] riguardo alla politica tenuta nei confronti dell'Iran, e si è pronunciato duramente contro la strage islamista della redazione di Charlie Hebdo[5].

A un cerbiatto somiglia il mio amore[modifica | modifica wikitesto]

Il romanzo A un cerbiatto somiglia il mio amore (2008) narra di una madre che con un gesto vitalissimo e disperato fugge dai militari venuti ad annunciarle la morte del figlio. In questo testo Grossman sembra ripercorrere con toni rarefatti la vicenda autobiografica che nel 2006 vide la morte del suo figlio Uri ucciso da un missile anticarro durante un'operazione delle forze di difesa israeliane durante la guerra contro Hezbollah nel sud del Libano.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito, vengono presentati i titoli tradotti in italiano, tra parentesi il titolo originale - sia in caratteri ebraici che traslitterato - e l'anno di prima pubblicazione, e le edizioni italiane.

Narrativa[modifica | modifica wikitesto]

Libri per bambini[modifica | modifica wikitesto]

Saggi[modifica | modifica wikitesto]

  • Il vento giallo, trad. di G. Sciloni, Milano, Mondadori, 1988 (1987, הזמן הצהוב, Zeman ha-tsahov) ISBN 88-04-31361-7 ISBN 88-04-32695-6.
  • Un popolo invisibile. I Palestinesi d'Israele, trad. di Sarah Kaminski e Elena Loewenthal, Milano, Mondadori, 1993 (1992, נוכחים נפקדים, Nokhehim Nifkadim) ISBN 88-04-36279-0.
  • Non possiamo ancora parlare di conciliazione, discorso per il cinquantenario della liberazione di Auschwitz: che cosa significa questa giornata per i successori delle vittime e per gli eredi dei colpevoli?, 1995 tradotto dalla prima pagina di die Zeit, n. 5, 27 gennaio 1995
  • La memoria della Shoah, intervista di Matteo Bellinelli, Bellinzona, Casagrande, 2000, ISBN 88-7713-312-0.
  • La guerra che non si può vincere. Cronache dal conflitto tra israeliani e palestinesi, a cura di Efrat Lev, trad. di A. Shomroni, Collana Strade blu.Saggi, Milano, Mondadori, 2003, ISBN 88-04-53782-5 ISBN 88-04-51807-3 ISBN 978-88-04-53782-3.
  • Il miele del leone. Il mito di Sansone, trad. di A. Shomroni, Milano, Rizzoli, 2005 (2005, דבש אריות, Dvash arayiot), ISBN 88-17-00792-7.
  • L'anima di Israele, spunti per una riflessione: eulogia funebre per il figlio Uri, Milano, Ponte azzurro, 2006.
  • Con gli occhi del nemico. Raccontare la pace in un paese in guerra, trad. di Elena Loewenthal e Alessandra Shomroni, Collana Frecce, Milano, Mondadori, 2007, ISBN 978-88-04-58117-8 ISBN 978-88-04-57006-6.
  • Costruire ponti per la pace: una conversazione con Gad Lerner e un'antologia di testi, Casale Monferrato, Sonda, 2007, ISBN 978-88-7106-228-0.
  • Il linguaggio del singolo e il linguaggio della massa, discorso in apertura del "Festival internazionale di letteratura" di Berlino, Firenze: Regione Toscana, 2008.
  • Sparare a una colomba. Saggi e discorsi, Collana Scrittori italiani e stranieri, Milano, Mondadori, 2021, ISBN 978-88-047-3529-8.
  • La pace è l'unica strada, traduzione di A. Shomroni, Collana Scrittori italiani e straniere, Milano, Mondadori, 2024, ISBN 978-88-047-8913-0.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Susanna Nirenstein, Grossman “Ho sposato mia moglie grazie a un racconto”, in La Repubblica, 6 luglio 2013, p. 39. URL consultato il 16 aprile 2014.
  2. ^ (EN) George Packer, The Unconsoled, in The New Yorker, 27 settembre 2010. URL consultato il 15 ottobre 2016.
  3. ^ Israel News | Online Israeli News Covering Israel & The Jewish World - JPost[collegamento interrotto]
  4. ^ Fabio Scuto, David Grossman: "L'Iran minaccia il mondo intero, stavolta Netanyahu ha ragione", in La Repubblica, 5 marzo 2015. URL consultato il 14 luglio 2015.
  5. ^ Fabio Scuto, Grossman: "Ma il nostro premier Netanyahu fa propaganda", in La Repubblica, 16 febbraio 2015. URL consultato il 14 luglio 2015.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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