De Sacco

La famiglia De Sacco (conosciuta anche semplicemente come Sacco, Di Sacco o, in tedesco, con il nome von Sax) è un casato che ha governato nel Moesano (regione del Canton Grigioni in Svizzera) per oltre 400 anni, estendendo il proprio dominio anche oltralpe.

Rovine del Castello di Mesocco; dimora della famiglia Sacco
In arancione i domini dei De Sacco all'apice della loro potenza (in verde quelli di un altro ramo della famiglia)

L'apice del potere[modifica | modifica wikitesto]

Il capostipite della famiglia (almeno per quanto ci è dato a sapere dalla storia) è probabilmente Heberhardus de Sacco (morto nel 1137), verosimilmente imparentato sia con i De Torre (signori di Blenio) che con gli Udalichinger (per un certo periodo conti della Rezia Superiore). Il casato si stabilisce a Mesocco dove costruisce il proprio castello (menzionato in un documento per la prima volta nel 1219, anche se eretto su fortificazioni preesistenti) su uno sperone di roccia a circa 800 metri sul livello del mare.

Nel corso del tredicesimo secolo i De Sacco si affermano come dominatori assoluti del Moesano scacciando dalle terre i casati minori. Nel 1224 Enrico de Sacco, fedele all'Imperatore Federico II di Svevia, ha una disputa giuridica con i canonici del capitolo del duomo di Milano a proposito del possesso della val Blenio (una delle cosiddette Tre valli ambrosiane): il vescovo di Como funge da arbitro e si pronuncia a favore dei canonici. I De Sacco attribuiscono questa sconfitta al mancato appoggio da parte imperiale. Perciò nel 1242 si assiste a un rovesciamento d'alleanza, quando lo stesso Enrico e gli altri de Sacco parteciparono, in aiuto a Simone de Orello (signore di Locarno), a una spedizione Guelfa per la conquista della piazzaforte di Bellinzona, la cui perdita segna una sconfitta durissima per l'imperatore Federico II.

Nel 1380 ereditano dalla famiglia Von Belmont vasti territori in Surselva (Flims, Foppa, Val Lumnezia e Vals) che si vanno a sommare a quelli già conquistati nel Rheinwald. Nel 1395 Alberto De Sacco partecipa, assieme al barone Ulrich II von Rhäzüns e all'abate di Disentis, alla fondazione della Part Sura; nucleo originale di quell'alleanza che si trasformerà nella Lega Grigia (Ligia Grisha in romancio) dei Grigioni. Nel 1403 approfittando della morte del duca Gian Galeazzo Sforza con annessa reggenza, Alberto De Sacco organizza un esercito e conquista brevemente sia Bellinzona sia la Valle di Blenio e, alla sua morte avvenuta nel 1406 (probabilmente per avvelenamento) presso la Torre Fiorenzana di Grono, è riuscito a portare il casato all'apice della sua potenza creando uno stato cuscinetto nel cuore dell'Europa capace, in pratica, di controllare entrambi i versanti di due dei più importanti passi alpini dell'epoca: il San Bernardino e il Lucomagno. Nel 1407 i Confederati forzano la famiglia ad un patto di “comborghesia” su Bellinzona assicurandosi l'uso esclusivo della fortezza ed esentando le proprie genti (così come i commercianti leventinesi) dai dazi.

La fortezza di Castelgrande a Bellinzona ai giorni nostri; per alcuni anni conquistata dalla famiglia Sacco

Nel 1413 Sigismondo di Lussemburgo, imperatore del Sacro Romano Impero, soggiorna al castello di Mesocco e investe i Sacco, sino ad allora baroni, con il titolo di Conti. Da questo momento però la storia familiare appare in salita. Il Moesano deve dar prova d'equilibrismo stretto com'è tra le potenze belligeranti dei cantoni svizzeri, di Milano e delle leghe grigionesi; tutte intenzionate a difendere o a guadagnare influenza territoriale a sud delle Alpi.

Il declino della famiglia e il gioco di alleanze[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1419 il casato è costretto a vendere per 2400 fiorini la fortezza bellinzonese ai confederati e 3 anni dopo, nel 1422, il Moesano viene razziato dalle truppe elvetiche durante la battaglia di Arbedo in cui i Cantoni Svizzeri vengono sconfitti da Francesco Bussone, detto il Carmagnola, nel tentativo di riconquistare il castello di Bellinzona ritornato nel frattempo ai milanesi. I Sacco capiscono l'importanza di mantenere buoni rapporti con i milanesi anche e soprattutto dopo l'ennesima vittoria lombarda (a Castione, nel 1449) contro gli svizzeri. Nel 1458 però Enrico e Giovanni De Sacco stipulano un contratto di libero accesso al castello di Mesocco con i monaci di Disentis e poi con i militi della Lega Grigia. Nel 1478, sotto la guida di Giovanni Pietro, i Sacco tornano a schierarsi a favore degli svizzeri in occasione della battaglia di Giornico. Un gruppo di soldati milanesi tenta di conquistare per rappresaglia il castello di Mesocco ma è preceduto da fanti grigionesi che difendono con successo la piazza-forte. Nel 1480, con i De Sacco oramai allo stremo delle forze e con i possedimenti ridotti all'osso, Milano inizia a trattare l'acquisto del castello di Mesocco ma, per non irritare i confederati, incaricano della trattative un “portanome” piuttosto illustre: Gian Giacomo Trivulzio che, nonostante vari interventi militari grigionesi, riesce ad assicurarsi il dominio sul Moesano.

Ha così fine la storia nobiliare di questa famiglia. Nel 1540 Giovanni Pietro Sacco muore nei suoi possedimenti oltre San Bernardino. Per l'indipendenza mesolcinese dal Trivulzio bisognerà aspettare altri nove anni (e il pagamento di un riscatto di 24500 ducati d'oro).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giulio Vismara, Adriano Cavanna, Paola Vismara, Ticino Medievale. Storia di una terra lombarda, Locarno, Armando Dadò editore, 1990, pp. 137,169, 191, 206, 211, 213, 214.

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