Della Rovere

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della Rovere
Audaces Juvat
Cariem Non Sentit
Attingimus Portum

D'azzurro, alla rovere d'oro sradicata, ghiandifera e con i rami passati in doppia croce di Sant'Andrea
Stato Stato Pontificio
Ducato di Urbino
Signoria di Pesaro
Signoria di Senigallia
Casata di derivazione Della Rovere, signori e conti di Vinovo[1]
Titoli
FondatoreLeonardo Beltramo
Ultimo sovranoFrancesco Maria II
Data di fondazioneXIV secolo
Data di estinzione1694 ramo principale[3]
Data di deposizione1631 ramo principale[4]
Etniaitaliana
Rami cadetti

I della Rovere furono una nobile famiglia italiana, originaria di Savona, in Liguria, il cui nome è legato soprattutto alle vicende del Ducato di Urbino e dello Stato Pontificio.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Origini[modifica | modifica wikitesto]

La nobiltà della dinastia, nonostante i componenti fossero inizialmente di modeste origini, venne fatta derivare dall'omonima casata torinese dei conti di Vinovo (In Piemonte il nome della casata era conosciuto in lingua locale come Dla Rol), di cui adottarono lo stemma azzurro con la quercia dorata.[5]

In armoriale, sono infatti attestati a Torino, Casale Monferrato, Cividale, Urbino e Savona:

Lo stesso argomento in dettaglio: Armoriale delle famiglie italiane (Dell).

Sisto IV papa[modifica | modifica wikitesto]

Papa Sisto IV

Il primo eminente personaggio della stirpe fu Francesco (1414-1484), divenuto papa nel 1471 con il nome di Sisto IV. Grazie ai privilegi ottenuti dall'elezione al soglio pontificio, i Della Rovere ricoprirono importanti cariche ecclesiastiche e civili e furono condottieri della Chiesa. Un altro grande pontefice appartenuto alla famiglia fu Giulio II.[6]

Dal 1508 i Della Rovere ottennero il ducato di Urbino e nel 1513 la città di Pesaro. Il duca Guidobaldo da Montefeltro non aveva prole maschile e adottò per la successione il nipote Francesco Maria I Della Rovere, figlio della sorella Giovanna e di Giovanni Della Rovere, signore di Senigallia e congiunto di Sisto IV. Francesco Maria e la moglie Eleonora Gonzaga inaugurarono la linea dinastica Montefeltro Della Rovere che si estinguerà nel 1631 con la scomparsa dell'ultimo duca di Urbino Francesco Maria II e della nipote granduchessa consorte di Toscana Vittoria, nel 1694, che aveva ereditato il patrimonio dell'avo, ma non il ducato, subito annesso allo Stato Pontificio. I Della Rovere unirono nel nuovo blasone ducale il loro simbolo, la quercia, all'alloro dei Montefeltro,[7]

Nel 1625 Francesco Maria II, dietro pressione di papa Urbano VIII, cedette il ducato ad un governatore ecclesiastico. I beni della casata furono trasferiti a Firenze in seguito alle nozze di Vittoria della Rovere con Ferdinando II de' Medici, mentre il ricco patrimonio librario fu incorporato nella Biblioteca Apostolica Vaticana. Il granduca Gian Gastone (1671-1737) e la sorella Anna Maria Luisa (1667-1743) furono gli ultimi discendenti da quel matrimonio.[8]

Lucrezia, sorella minore dell'ultima duchessa di Urbino Livia Della Rovere, figlie di Ippolito e di Isabella Vitelli, sposò nel 1609 l'aristocratico di origini pisane Marcantonio Lante (1566-1643), marchese di Castelleone di Suasa e di San Lorenzo in Campo. La loro unione diede vita al ramo Lante Montefeltro Della Rovere, ancora oggi rappresentato.[9]

In onore del papa Sisto IV si chiamò così la Cappella Sistina, in seguito affrescata, per volere di Giulio II (nipote del precedente), dai più significativi artisti dell'epoca, tra cui Michelangelo, Perugino, Botticelli, Ghirlandaio, Pinturicchio, Luca Signorelli, Biagio d'Antonio e altri.[10]

Ramo ligure[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Tavole genealogiche della famiglia Della Rovere.
Il doge di Genova.

Fino al XVIII secolo prosperò anche una linea ligure del casato, il cui ultimo esponente di rilievo fu Francesco Maria Della Rovere, Doge della Repubblica di Genova dal 1765 al 1767.[11]

Duchi d'Urbino (1508-1516, 1521-1625)[modifica | modifica wikitesto]

Nome Ritratto Nascita e morte Regno Matrimoni Note
inizio fine

Francesco Maria I
*14901538 (I) 11 aprile 1508
(II) fine 1521
(I) 1516
(II) 20 ottobre 1538
Eleonora Gonzaga
due figli e tre figlie
Abdicò per Lorenzo de' Medici. Nel 1517 tentò di riprendersi Urbino.
Riuscì a risalire sul trono solo dopo la morte di papa Leone X.

Guidobaldo II
*15141574 20 ottobre 1538 28 settembre 1574 (I) Giulia da Varano
una figlia
(II) Vittoria Farnese
un figlio e due figlie
Figlio di Francesco Maria

Francesco Maria II
*15491631 (I) 28 settembre 1574
(II) 28 giugno 1623
(I) 3 novembre 1621
(II) 23 aprile 1631
(I) Lucrezia d'Este
(II) Livia della Rovere
un figlio
Figlio di Guidobaldo II. Abdica in favore del proprio figlio.
Nuovamente al potere dopo l'improvvisa morte del figlio

Federico Ubaldo
*16051623 3 novembre 1621 28 giugno 1623 Claudia de' Medici
una figlia
Figlio di Francesco Maria II

Il Ducato, già sotto il controllo dello Stato Pontificio dal 1625, ne viene assorbito entro i confini alla morte dell'ultimo Duca. Le collezioni artistiche dei Della Rovere andarono all'ultima discendente Vittoria, sposa di Ferdinando II de' Medici, e quindi trasferite in larga parte a Firenze.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Treccani.it. Della Rovere.
  2. ^ Francesco Della Rovere fu pontefice della Chiesa cattolica con il nome di Sisto IV, dal 1471 alla sua morte.
    Giuliano Della Rovere, nipote di Sisto IV, fu pontefice della Chiesa cattolica con il nome di Giulio II, dal 1503 alla morte.
  3. ^ L'ultima diretta discendente, Vittoria Della Rovere, granduchessa di Toscana, morì il 5 marzo 1694.
  4. ^ L'ultimo Duca Francesco Maria II, rassegnato all'estinzione della casata, sottoscrisse la devoluzione di tutti i feudi rovereschi al papa Urbano VIII, sovrano dello Stato della Chiesa, il 20 dicembre 1624. La devoluzione divenne esecutiva alla sua morte, avvenuta il 23 aprile 1631.
  5. ^ Dal Poggetto-Montevecchi, p. 59
  6. ^ Scorza, p. 10
  7. ^ Montinaro, p. 37
  8. ^ Montinaro, p. 56
  9. ^ Ceriana Mayneri, p, 43
  10. ^ Dal Poggetto-Montevecchi, p. 30
  11. ^ Scorza, p. 12

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Carlo Ceriana Mayneri, I Lante Montefeltro Della Rovere, Ceschina, Milano 1959.
  • Paolo Dal Poggetto (a cura di), I della Rovere. Piero della Francesca, Raffaello, Tiziano. Catalogo della mostra (Senigallia, Urbino, Pesaro, Urbania, 4 aprile - 3 ottobre 2004), Electa Mondadori, Milano 2004. ISBN 88-370-2908-X
  • Paolo Dal Poggetto-Benedetta Montevecchi (a cura di), Gli ultimi Della Rovere, il crepuscolo del ducato di Urbino, Quattroventi, Urbino 2000.
  • Renzo Fiorani, Tra Misa e Metauro. Allegrezze e preoccupazioni per Federico Ubaldo della Rovere, Ed. Archeoclub d'Italia, Sede di Castelleone di Suasa 2005.
  • Antonio Conti, L'origine dell'arma dei Della Rovere, in "Pesaro città e contà", n. 23, pp. 7–15, Società Pesarese di Studi Storici, Pesaro 2006.
  • Luigi Passerini, Della Rovere di Savona, in Famiglie celebri italiane, 1863.
  • Gianluca Montinaro, Fra Urbino e Firenze. Politica e diplomazia nel tramonto dei Della Rovere (1574-1631), OLschki, Firenze 2009.
  • Gian Galeazzo Scorza (a cura di), I Della Rovere 1508-1631, Melchiorri, Pesaro 1981.
  • Pompeo Litta, Famiglie celebri d'Italia. Della Rovere di Savona, Milano, 1834.

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