Diocesi di Anteopoli

Anteopoli
Sede vescovile titolare
Dioecesis Antaeopolitana
Patriarcato di Alessandria
Sede titolare di Anteopoli
Mappa della diocesi civile dell'Egitto (V secolo)
Vescovo titolaresede vacante
IstituitaXVIII secolo
StatoEgitto
Diocesi soppressa di Anteopoli
Suffraganea diAntinoe
Eretta?
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

La diocesi di Anteopoli (o Anteo) (in latino Dioecesis Antaeopolitana) è una sede soppressa del patriarcato di Alessandria e sede titolare della Chiesa cattolica.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Anteopoli, identificata oggi con la località di Qaw el-Kebir sulla riva destra del Nilo, fu una sede vescovile della provincia romana della Tebaide Prima nella diocesi civile di Egitto. Faceva parte del patriarcato di Alessandria ed era suffraganea dell'arcidiocesi di Antinoe.

Il primo vescovo conosciuto di quest'antica diocesi egiziana è Dioscoro, che alcune fonti coeve indicano come Dios. Le liste copta e siriaca del concilio di Nicea del 325 riportano il nome di Dios di Tkou o di Antios[1], località identificata con Anteopoli;[2] l'Index patrum Nicaenorum restitutus di Heinrich Gelzer ignora questo vescovo tra quelli presenti al concilio niceno.[3] Nelle liste dei vescovi suoi sostenitori presenti al concilio di Tiro del 335 e al concilio di Sardica del 343/344, Atanasio di Alessandria menziona un vescovo di nome Dioscoro, presumibilmente lo stesso di Anteopoli.[2] Un vescovo di nome Dioscoro figura infine tra quelli perseguitati nel 356 da Giorgio di Cappadocia, usurpatore ariano della sede di Alessandria.[4]

La serie episcopale di Anteopoli si interrompe e riprende nel V secolo con il vescovo Macario, che prese parte al concilio di Efeso del 431 e fu tra i sostenitori del proprio patriarca Cirillo di Alessandria.[5][6]

Le fonti letterarie e papirologiche restituiscono i nomi di altri due vescovi di Anteopoli, Macrobio, di epoca incerta, e Cefalo, attribuibile alla prima metà del VI secolo.[7] Inoltre un vescovo di nome Vittore è documentato in un atto notarile, su papiro, datato al 528; la sede episcopale non è indicata, ma il suo editore lo attribuisce o alla sede di Apollonopoli Minore oppure a quella vicina di Anteopoli.[8]

Dal XVIII secolo Anteopoli è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 9 novembre 1978.

Cronotassi[modifica | modifica wikitesto]

Vescovi residenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Dioscoro (Dios) † (prima del 325 - dopo il 356)
  • Macario † (menzionato nel 431)
  • Macrobio †
  • Vittore ? † (menzionato nel 528)
  • Cefalo † (prima metà del VI secolo)

Vescovi titolari[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) Martin, Athanase d'Alexandrie et l'Église d'Égypte au IVe siècle, p. 33, nº 15.
  2. ^ a b (FR) Martin, Athanase d'Alexandrie et l'Église d'Égypte au IVe siècle, p. 36.
  3. ^ Heinrich Gelzer, Heinrich Hilgenfeld, Otto Cuntz, Patrum nicaenorum nomina Latine, Graece, Coptice, Syriace, Arabice, Armeniace, Lipsia, 1898, pp. LX-LXIV.
  4. ^ (FR) Martin, Athanase d'Alexandrie et l'Église d'Égypte au IVe siècle, pp. 67 (nota 160) e 494.
  5. ^ (EN) Richard Price, Politics and Bishops' Lists at the First Council of Ephesus, in «Annuarium Historiae Conciliorum», vol. 44, London, 2012, pp. 395-420.
  6. ^ Worp (A Checklist of Bishops in Byzantine Egypt, p. 296) indica anche l'anno 451 per il vescovo Macario; tuttavia dei 4 vescovi di nome Macario documentati dalla prosopografia del concilio di Calcedonia, nessuno era di Anteopoli (Concilium universale Chalcedonense. Volumen sextum, prosopographia et topografia, actorum calcedonensium et encycliorum indices, edidit Eduardus Schwartz, «Acta Conciliorum Oecumenicorum», II/6, Berlino-Lipsia, 1938, p. 43).
    Lo stesso Worp riporta un altro vescovo, Apollo, indicato negli anni 458 e 459; le fonti conciliari di questi due anni riferiscono di un vescovo Apollo, che tuttavia apparteneva alla sede di Antifre e non di Anteopoli ((LA) Concilium universale Chalcedonense, volumen quintum: Collectio Sangermanensis, «Acta Conciliorum Oecumenicorum», edidit Eduardus Schwartz, vol. II/5, Berlino-Lipsia, 1936, p. 17,7. (DEEL) Eduard Schwartz, Publizistische Sammlungen zum acacianischen Schisma, München, 1934, p. 176, nota 1, nº 57).
  7. ^ Klaas A. Worp, A Checklist of Bishops in Byzantine Egypt, p. 296.
  8. ^ (EN) Nikolaos Gonis, Victor, bishop and his evasive see, The journal of juristic papyrology, 38 (2008), pp. 113-118.
  9. ^ Ancora vivo e residente a Napoli il 17 novembre 1772. Cfr. Eubel, vol. 6, p. 86.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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