Diocesi di Cerasonte

Cerasonte
Sede vescovile titolare
Dioecesis Cerasuntina
Patriarcato di Costantinopoli
Sede titolare di Cerasonte
Mappa della diocesi civile del Ponto (V secolo)
Vescovo titolaresede vacante
IstituitaXIX secolo[1]
StatoTurchia
Diocesi soppressa di Cerasonte
Suffraganea diNeocesarea
Erettacirca V secolo
Soppressa1698
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

La diocesi di Cerasonte (in latino Dioecesis Cerasuntina) è una sede soppressa del patriarcato di Costantinopoli e una sede titolare della Chiesa cattolica.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Cerasonte, corrispondente alla città di Giresun nell'odierna Turchia, è un'antica sede episcopale della provincia romana del Ponto Polemoniaco nella diocesi civile del Ponto. Faceva parte del patriarcato di Costantinopoli ed era suffraganea dell'arcidiocesi di Neocesarea.

La sede è documentata nelle Notitiae Episcopatuum del patriarcato fino al XV secolo, dapprima come suffraganea di Neocesarea e poi, a partire dalla fine dell'XI secolo, come sede metropolitana senza suffraganee.[2]

Diversi sono i vescovi noti di questa antica diocesi bizantina, molti dei quali presero parte ai concili ecumenici del primo millennio cristiano: Gregorio al concilio di Efeso (431), Graziano al concilio di Calcedonia (451),[3] Teofilatto alle ultime sessioni del terzo concilio di Costantinopoli (680-681),[4] Narses al concilio in Trullo (691-692),[5] Giovanni al secondo concilio di Nicea (787)[6] e Simeone al concilio di Costantinopoli dell'879-880 che riabilitò il patriarca Fozio.[7]

Altri vescovi sono noti grazie all'esistenza dei loro sigilli episcopali; si tratta di Leone[8], Gregorio II, Klemes[9] e un anonimo[10], vissuti tra IX e XIII secolo.

Nella seconda metà dell'XI secolo Cerasonte fu elevata al rango di sede metropolitana; il primo metropolita conosciuto è Niceta, che sottoscrisse nel 1079 un crisobulo di Niceforo III Botaniate.[11] La metropolia è ancora documentata nel XVII secolo, epoca nella quale venne soppressa e il suo territorio annesso a quello della metropolita di Trebisonda nell'ottobre del 1698. Nel 1913 il titolo di Cerasonte fu unito a quello della metropolia di Chaldia; questa sede, denominata "metropolia di Chaldia, Ceriana e Cerasonte", scomparve nel 1923 in seguito agli accordi del trattato di Losanna che impose obbligatoriamente lo scambio delle popolazioni tra Grecia e Turchia;[12] ancora nel 1915 la città di Giresun, l'antica Cerasonte, contava circa 12000 greco-ortodossi.[13]

Dal XIX secolo Cerasonte è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 21 marzo 1965. Due sono stati finora i suoi vescovi titolari: Louis-Joseph-Marie Auneau, vicario apostolico di Shiré, oggi arcidiocesi di Blantyre, in Malawi; e Arturo Antonio Szymanski Ramírez, vescovo coadiutore di San Andrés Tuxtla in Messico.

Cronotassi[modifica | modifica wikitesto]

Vescovi greci[modifica | modifica wikitesto]

  • Gregorio I † (menzionato nel 431)
  • Graziano (o Gratidiano) † (prima del 451 - dopo il 458)
  • Teofilatto † (menzionato nel 680)
  • Narses † (menzionato nel 692)
  • Giovanni † (menzionato nel 787)
  • Leone † (circa IX secolo)
  • Simeone † (menzionato nell'879)
  • Gregorio II † (X / XI secolo)[14]
  • Anonimo † (XI secolo)
  • Niceta † (prima del 1079 - dopo il 1082)[15]
  • Pietro † (menzionato nel 1147)[16]
  • Michele † (dopo il 1174)[17]
  • Klemes † (XIII secolo)
  • Cirillo † (menzionato nel 1360)
  • Achille † (menzionato nel 1393)
  • Callisto † (menzionato nel 1483)
  • Teofane † (menzionato nel 1572)
  • Eutimio † (menzionato nel 1590)
  • Partenio † (menzionato nel 1596)
  • Neofito † (menzionato nel 1613)

Vescovi titolari[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Benché assegnato solo a partire dal 1910, il titolo di Cerasonte è già documentato negli Annuari Pontifici dell'Ottocento.
  2. ^ Jean Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae. Texte critique, introduction et notes, Paris, 1981, indice p. 497, voce Kérasous, évêché de Néokaisareia.
  3. ^ Lo stesso vescovo sottoscrisse nel 458 la lettera dei vescovi del Ponto Polemoniaco all'imperatore Leone I dopo l'uccisione del patriarca Proterio di Alessandria.
  4. ^ Theophylaktos, PmbZ nº 8241.
  5. ^ Narses, PmbZ nº 5217.
  6. ^ Jean Darrouzès, Listes épiscopales du concile de Nicée (787), in Revue des études byzantines, 33 (1975), p. 42.
  7. ^ Symeon, PmbZ nº 27455.
  8. ^ Catalogue of Byzantine Seals at Dumbarton Oaks and in the Fogg Museum of Art, vol. IV, 2001, p. 102.
  9. ^ Klemes, metropolitan of Kerasous, PBW 20104.
  10. ^ Anonymus, bishop of Kerasous, PBW 20146.
  11. ^ Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae, p. 123.
  12. ^ Kiminas, The ecumenical patriarchate…, p. 105.
  13. ^ Janin, DHGE XII, col. 155.
  14. ^ Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, edizione online nº 22450.
  15. ^ Niketas, metropolitan of Kerasous, PBW 138.
  16. ^ Petros, metropolitan of Kerasous, PBW 150.
  17. ^ Michael, metropolitan-electof Amaseia, PBW 302. Documentato come vescovo eletto di Amasea nel 1174, non fu consacrato e successivamente venne trasferito alla metropolia di Ancira unita a quella di Cerasonte.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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