Domenico Minio (vescovo di Caorle)

Domenico Minio
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiVescovo di Caorle (1684-1698)
 
Nato6 marzo 1628 a Burano
Nominato vescovo24 aprile 1684 da papa Innocenzo XI
Consacrato vescovo1º maggio 1684 dal cardinale Alessandro Crescenzi, C.R.S.
Deceduto5 giugno 1698 (70 anni) a Venezia
 

Domenico Minio (Burano, 6 marzo 1628Venezia, 5 giugno 1698[1]) è stato un vescovo cattolico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nasce a Burano nella prima metà del XVII secolo dalla famiglia patrizia veneziana dei Minio. A confermare questa appartenenza vi è il rinvenimento dello stemma episcopale del Minio, riportato da Gusso e Gandolfo[2], corrispondente a quello del ramo veneziano della famiglia[3].

Le notizie che di lui si hanno precedenti alla sua elezione a vescovo sono piuttosto scarne. Era canonico della cattedrale di Torcello[1][4], sotto la cui giurisdizione ecclesiastica l'isola di Burano rientrava, ed in seguito arcidiacono, vicario generale e capitolare della diocesi di Cervia[1][5][6].

Il 24 aprile 1684[1] fu nominato vescovo di Caorle da papa Innocenzo XI; succedette al vescovo Francesco Antonio Boscaroli dopo circa cinque anni di sede vacante. Fu consacrato il 1º maggio successivo a Roma[1] dal cardinale Alessandro Crescenzi, cardinale presbitero di Santa Prisca. Come vescovo di Caorle è ricordato in particolare per l'ingente mole di documenti che ha lasciato per varie occasioni, inclusa una visita pastorale della diocesi. Grazie ad alcuni di questi documenti è stato possibile ricostruire l'organizzazione ecclesiastica del Capitolo della cattedrale fino al XIII secolo e risalire anche ad alcuni nomi di vescovi di età più antica[7][8]. Alcuni di questi documenti sono riportati e trascritti nell'opera di Gusso e Gandolfo, Caorle Sacra[2]. Nel 1685-1686 fece eseguire degli ulteriori restauri della cattedrale, e proibì ulteriormente, dopo i decreti del vescovo Benedetto Benedetti, che venissero effettuate sepolture all'interno dell'edificio e nel Battistero[2][4]. Si deve, ad esempio, al vescovo Minio, nella sua visita del 1691, l'identificazione "tradizionale" dei personaggi ritratti nella Pala d'oro conservata in cattedrale, in particolare della seconda (San Daniele), della quarta (Santo Stefano protomartire) e della quinta (San Giovanni Battista[9])[4]. Inoltre, riporta con dovizia di particolari come la navata destra dell'antica chiesa dell'Angelo di Caorle fosse stata completamente demolita dalla furia del mare. Il 14 ottobre 1688 consacrò una chiesa dedicata a San Nicolò nella località di Porto Baseleghe, oggi nel territorio di San Michele al Tagliamento, che un tempo rappresentava il confine tra la diocesi di Caorle e quella di Concordia[6][10]. Nel 1686 risulta anche una donazione fatta dal vescovo Minio al convento francescano di San Francesco del Deserto delle reliquie dei santi «Pio, Giuliano, Vittore & Teodoro» martiri[11].

Ma le cronache autografe del Minio ci trasmettono anche la figura di un pastore d'anime attento alla cura pastorale dei suoi fedeli. Riporta il Niero come, a motivo dell'affievolirsi della devozione mariana del rosario, il vescovo Minio avesse disposto la recita di una terza parte dei misteri tutti i sabati e domeniche, dopo la preghiera dei vespri, e che ogni seconda domenica del mese venisse celebrata una Messa all'altare della Madonna del Rosario, alla quale poi seguisse la processione sul sagrato della cattedrale della omonima confraternita[12].

Muore il 5 giugno 1698 a Venezia, nella parrocchia di San Pietro di Castello[2][4].

Genealogia episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e (LA) Remigius Ritzler & Priminus Sefrin, Hierarchia catholica medii et recentioris aevi (Vol V), Padova, Messaggero di S. Antonio, 1952, p. 141.
  2. ^ a b c d Paolo Francesco Gusso e Renata Candiago Gandolfo, Caorle Sacra, Venezia, Marcianum Press, 2012.
  3. ^ Stemmario Benacense, Toscolano Maderno (BS), pieve di Sant'Andrea. Stemma Minio?, su bianchetti-araldica.blogspot.com.
  4. ^ a b c d Giovanni Musolino, Storia di Caorle, Venezia, La Tipografica, 1970.
  5. ^ Vincenzo Coronelli, Biblioteca universale sacro-profana, antico-moderna (Tomo VII), Venezia, Antonio Tivani, 1701-1706, c. 1191.
  6. ^ a b Trino Bottani, Saggio di Storia della Città di Caorle, Venezia, nella Tipografia di Pietro Bernardi, 1811.
  7. ^ Silvio Tramontin, La diocesi di Caorle in età moderna e la sua soppressione
  8. ^ Salvatore Palese, Emanuele Boaga, Francesco de Luca e Lorella Ingrosso, Guida degli Archivi capitolari d'Italia, Pubblicazioni degli Archivi di Stato, 2000.
  9. ^ In realtà diversi esperti d'arte hanno messo in dubbio in particolare l'attribuzione di San Giovanni Battista, in quanto la figura sarebbe in contrasto con l'iconografia tradizionale.
  10. ^ Parrocchia Cesarolo/Baseleghe-San Nicolò e Sacro Cuore di Gesù [collegamento interrotto], su diocesi.concordia.pordenone.it.
  11. ^ Pietro Antonio di Venezia, Historia serafica overo cronica della provincia di S. Antonio, Venezia, presso Gio. Francesco Valvasense, 1688, p. 134.
  12. ^ Antonio Niero, Culto dei Santi nella terraferma veneziana Archiviato il 22 luglio 2020 in Internet Archive., Venezia, 1967, p. 218.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Caorle Successore
Francesco Antonio Boscaroli 1684 - 1698 Francesco Andrea Grassi