Domingo de Soto

Statua di Domingo de Soto a Segovia

Domingo de Soto, O.P. (Segovia, 1494Salamanca, 15 novembre 1560), è stato un presbitero, filosofo e teologo spagnolo, considerato insieme a Francisco de Vitoria uno dei maggiori esponenti della scuola di Salamanca.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

De iustitia et iure, 1568 (Fondazione Mansutti, Milano).
Libri decem de iustitia & iure

Nascita e formazione[modifica | modifica wikitesto]

Domingo de Soto nacque a Segovia nel 1495 e il suo nome di battesimo era "Francisco".[1] Soto studiò latino a Segovia sotto Juan de Oteo e Sancho de Villaveses.[2] Iniziò i suoi studi filosofici nel 1513 presso l'Università di Alcalá, dove studiò sotto Tommaso di Villanova.[3] Nell'estate del 1517 si iscrisse all'Università di Parigi. Qui studiò nel collegio di Santa Barbara, in cui insegnava il matematico e fisico Juan de Celaya. De Soto fu il confessore di Carlo V d'Asburgo.

L'entrata nei domenicani e l'insegnamento[modifica | modifica wikitesto]

Nell'estate del 1524 divenne novizio domenicano presso il priorato di San Pablo a Burgos, cambiando il suo nome da Francisco a Domingo; prese i voti definitivi il 23 luglio 1525. Divenuto Doctor theologiae nel 1525, insegnò dapprima a Segovia, e in un secondo momento a Salamanca, dove sostituì frequentemente Francisco de Vitoria, che era spesso malato. Dal 1532 al 1549 occupò la cattedra di teologia presso l'Università di Salamanca, che lasciò brevemente per diventare confessore di Carlo V in Germania.[4] Nel corso del suo insegnamento universitario si mantenne sempre fedele all'aristotelismo tomistico.[5]

Il Concilio di Trento e gli ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni 1545-1547 fu teologo di Carlo V d'Asburgo e partecipò al concilio di Trento, dove difese l'insegnamento di San Tommaso d'Aquino sulla giustificazione e contribuì alla discussione sul rapporto tra la grazia divina e la libertà umana;

Nel 1548 partecipò, come teologo cattolico, alla redazione dell'Interim di Augusta. In quell'occasione conobbe il confessore dell'imperatore Pedro de Soto, che sostituì nella carica nel 1548. Entrambi tentarono senza successo di limitare l'influenza esercitata dal cardinale de Granvelle su Carlo V.[6] L'imperatore gli offrì la nomina a vescovo di Segovia, ma de Soto rifiutò la carica e tornò al suo monastero dove nel 1550 fu eletto priore. Dal 1552 fino alla sua morte, è stato docente presso l'Università di Salamanca.

La difesa dei diritti dei nativi[modifica | modifica wikitesto]

Sostenitore del voto di povertà, si batté per la difesa degli oppressi. In una disputa con Filippo II di Spagna, difese il diritto dei poveri e impegnò nella Giunta di Valladolid con Bartolomé de Las Casas per i diritti degli indiani d'America. In particolare, dichiarò non considerabile terra nullius il territorio delle Indie, dato che queste erano già abitate prima del primo viaggio di Colombo.[7]

Contributo scientifico[modifica | modifica wikitesto]

Per le affermazioni contenute nelle sue Quaestiones Super Octo Libros Physicorum Aristotelis de Soto è considerato un precursore della meccanica moderna.[8][9] De Soto è infatti considerato il primo ad avere affermato che un corpo in caduta libera subisce un'accelerazione uniforme (motus uniformiter difformis).[10][11]

È probabile che le sue scoperte fossero note a Galileo, che menziona de Soto nel suo Tractatus de Elementis e che frequentò le classi di alcuni suoi discepoli presso il Collegio Romano (oggi Pontificia Università Gregoriana).[12]

Sembra inoltre probabile che gli scritti di de Soto abbiano influenzato il pensiero di Galileo sulla cinematica. Secondo Juan José Pérez Camacho e Ignacio Sols Lucía, il concetto di de Soto di resistentia interna di un corpo prefigura la resistenza interna di Galileo.[13]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Diego de Colmenares, Historia de la insigne ciudad de Segovia, y compendio de las historias de Castilla, 717-29 (1640).
  2. ^ New Catholic Encyclopedia (1967).
  3. ^ Ramón Hernández O.P., The internationalization of Francisco De Vitoria and Domingo De Soto.
  4. ^ (FR) Soto, Domingo de, su scholasticon.ish-lyon.cnrs.fr. URL consultato il 15 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  5. ^ Soto, Domingo de, su treccani.it.
  6. ^ fr. Ramón Hernández Martín, O.P., El Concilio de Trento, Domingo de Soto y el Arzobispo Carranza, su angarmegia.com. URL consultato il 3 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 3 giugno 2019).
  7. ^ (EN) Lauren Benton e Benjamin Straumann, Acquiring Empire by Law: From Roman Doctrine to Early Modern European Practice, in Law and History Review, vol. 28, n. 1, 2010-02, pp. 1–38, DOI:10.1017/S0738248009990022. URL consultato il 23 ottobre 2023.
  8. ^ (FR) Pierre Duhem, Etudes sur Léonard de Vinci, vol. 3, Hermann, 1913, OCLC 612509355.
  9. ^ Wallace, William A., Domingo de Soto and the Early Galileo, Aldershot, Ashgate Publishing, 2004, ISBN 0-86078-964-0.
  10. ^ J.J. Pérez, I. Sols Domingo de Soto en el Origen de la Ciencia Moderna Revista de filosofía, ISSN 0034-8244, Nº 12, 1994. 455-476
  11. ^ Enrico Giusti, Paolo Freguglia, Pier Daniele Napolitani, Pierre Souffrin, Il Rinascimento. Verso una nuova matematica, in Storia della scienza, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2001-2004.
  12. ^ W. A. Wallace, Domingo de Soto and the Early Galileo: Essays on Intellectual History, Ashgate, Aldershot, UK, and Burlington, VT (2004).
  13. ^ J. J. Pérez Camacho, I. Sols Lucía, Rev. Filos. 7(12), 455 (1994), p. 471.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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