Durazzo (famiglia)

Durazzo
AGERE ET PATI FORTIA
Di rosso, a tre fasce d'argento, con il capo di Francia
Stato Repubblica di Genova
Stato Pontificio
Regno d'Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Titoli
FondatoreGiorgio Durazzo
Data di fondazioneXIV secolo
Etniaitaliana
Stemma di Casa Durazzo

La famiglia Durazzo è stata una delle maggiori famiglie genovesi. Furono poi conosciuti come famiglia Durassa.

Assieme alle famiglie Spinola, Grimaldi e Doria, i Durazzo contrassegnarono la vita politica della Repubblica di Genova raggiungendo nove volte il dogato, e trenta la carica senatoria. Da annoverare anche due cardinali e cinque vescovi alla Chiesa cattolica, sedici ambasciatori, e numerosi collezionisti, mecenati e studiosi.[1][2][3]

Tuttora esistente, i rappresentanti di tale famiglia vivono a Genova, a Roma e nel Principato di Monaco.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Discendenti di una famiglia albanese fuggita nel 1389 dalla città di Durazzo (donde appunto, il nome) a causa delle invasioni ottomane, furono fatti schiavi a Messina da un genovese e poi, liberati, si stabilirono con la famiglia a Genova. Diventarono setaioli e mercanti.[4] Il primo discendente conosciuto è Giorgio Durazzo.[5] Dopo cinque generazioni (e circa due secoli dopo che si erano stabiliti a Genova) raggiunsero il dogato con Giacomo Grimaldi Durazzo nel 1573, affermandosi come una delle famiglie più importanti della città.

La convenzione stipulata nel 1666 da Giovan Agostino Durazzo, nipote del doge Cesare, con Mehmed IV predispose la riapertura delle relazioni diplomatiche e commerciali della repubblica con l'Impero ottomano, interrotte da oltre un secolo a causa dell'opposizione francese. Sarà solo una breve parentesi: nel 1682 Genova fu costretta di nuovo a lasciare l'Oriente, ma l'episodio ebbe un'enorme pontata storica per la repubblica e contribuì non poco al prestigio e alla ricchezza della famiglia Durazzo.

Con il Trattato di Versailles del 1768, di fatto i Francesi costrinsero la Repubblica di Genova a cedere la Corsica. L'ingrato compito toccò al doge Marcello Durazzo. Nel 1797 Napoleone mette fine alla Repubblica di Genova (1339-1797) trasformandola nella Repubblica Ligure (1797-1805) e affida a Girolamo Luigi Durazzo importanti incarichi di governo. Il 10 agosto 1802 Durazzo viene eletto Doge della Repubblica Ligure, carica che mantiene sino al 29 maggio 1805. Pochi giorni dopo e cioè il 4 giugno 1805, la Repubblica Ligure viene ufficialmente soppressa e il suo territorio viene annesso all'Impero francese. Girolamo Durazzo diventa Prefetto del Dipartimento di Genova e successivamente viene nominato senatore dell'Impero, ufficiale della Legion d'Onore e, il 26 aprile 1808, Conte dell'Impero. Muore a Genova il 21 gennaio 1809. Il suo cuore viene sepolto in un'urna del Panthéon di Parigi. Girolamo Durazzo viene spesso erroneamente indicato come l'Ultimo Doge della Repubblica di Genova, ma ciò è inesatto. Egli è stato invece Doge della Repubblica Ligure, peraltro l'unico.

I Durazzo dopo i Grimaldi e gli Spinola (che lasciarono a Genova 11 dogi ciascuno), si collocano al secondo posto con 8 dogi (9 considerando Girolamo Luigi Durazzo). Nel 1677 comprarono Palazzo Reale in via Balbi che vendettero nel 1823 ai Savoia. Dal 1794 al 1923 furono proprietari di Villa Durazzo-Pallavicini a Pegli che poi donata al comune di Genova nel 1928. Da citare inoltre è Palazzo Durazzo di Firenze, esempio di stile neoclassico nel capoluogo toscano, appartenuto ad un ramo cadetto della famiglia.

Villa Durazzo-Pallavicini a Pegli
Il Palazzo Reale in via Balbi, proprietà della famiglia dal 1677 al 1823
Villa Durazzo-Centurione a Santa Margherita Ligure, proprietà della famiglia dal 1678 al 1919

Dogi della famiglia Durazzo[modifica | modifica wikitesto]

Governatori della Corsica[modifica | modifica wikitesto]

  • Cesare Durazzo (1645-1647)
  • Matteo Durazzo (1654-1658)
  • Carlo Emmanuele Durazzo (1671-1672)
  • Nicolò Durazzo (1724-1726)

Cardinali[modifica | modifica wikitesto]

Conti[modifica | modifica wikitesto]

Naturalisti e botanici[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Da schiavi a dogi di Genova ecco la storia dei Durazzo - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato l'8 settembre 2021.
  2. ^ (EN) Orto botanico Clelia Durazzo Grimaldi | Visitgenoa.it Orto botanico Clelia Durazzo Grimaldi, su visitgenoa.it. URL consultato il 10 settembre 2021.
  3. ^ DURAZZO, Pietro in "Dizionario Biografico", su treccani.it. URL consultato il 10 settembre 2021.
  4. ^ I Durazzo, su www.francobampi.it. URL consultato l'11 ottobre 2022.
  5. ^ Osservatorio Balcani e Caucaso, Durazzo, la famiglia albanese che regnò a Genova, su OBC Transeuropa. URL consultato il 10 settembre 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Emanuele Foresi, "I Pallavicini e i Durazzo dogi della Repubblica di Genova: cronografia biografica", Livorno: Stab. tip. S. Belforte & c., 1906.
  • Armando Fabio Ivaldi, "La famiglia di Giacomo Durazzo. I personaggi decisivi, l'ambiente genovese", in "Alceste di Christoph Willibald Gluck", Stagione Lirica 1987, Programma di Sala, E.A. Teatro Comunale dell'Opera di Genova, pp. 103–223.
  • Armando Fabio Ivaldi, "Giacomo Durazzo da Genova a Vienna (1742-1749)", "Collana di miscellanee e monografie", vol. III, A.M.I.S. (Antiquae Musicae Italicae Studiosi) - C.M.C.D. (La Compagnia dei Musici et il Concerto delle Dame), Genova, 1995.
  • Bruce Alan Brown, "Armando Fabio Ivaldi, "Giacomo Durazzo da Genova a Vienna (1742-1749), Genova, A.M.I.S.- La Compagnia delle Dame, 1995 (Antiquae Musicae Italicae Studiosi, sezione di Genova, 1995: "Collana di miscellanee e monografie, III), 54 pp.", ampia scheda critica in "Il Saggiatore Musicale", Anno IV, n. 1, 1997, pp. 219–221.
  • Armando Fabio Ivaldi, "La villa di Mestre del conte Giacomo Durazzo e il soggiorno veneziano del pittore Giovanni David (1774-1776) in "Da Tintoretto a Rubens. Capolavori della Collezione Durazzo", catalogo della mostra, a cura di Luca Leoncini, Genova Capitale Europea della Cultura, Ginevra-Milano, Skira, 2004, pp. 180–195, nonché le schede numeri 73, 77-78, 160-163, 164-182, 184-189.
  • Angela Valenti Durazzo, "I Durazzo: da schiavi a dogi della repubblicadi Genova", 2004.
  • Angela Valenti Durazzo "Il Fratello del Doge. Giacomo Durazzo un illuminista alla Corte degli Asburgo tra Mozart, Casanova e Gluck",2012.
  • Armando Fabio Ivaldi - Susanna Canepa, "Il conte Giacomo Durazzo Ambasciatore Imperiale a Venezia (1764-1784), in "La Casana. Periodico trimestrale della Banca Carige S.P.A.", n. 3, autunno 2008, pp. 39–57.

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