Ecosostenibilità

L'ecosostenibilità una pratica ecologista che mira ad effettuare attività che portino beneficio all'ecosistema.

È ecosostenibile[1] ciò che porta ad agire in modo che il consumo sia tale da far ricevere alla generazione successiva la stessa quantità di risorse che ha ricevuto la generazione precedente. Il rinnovamento delle risorse è al centro del discorso ecosostenibile ed è visto come capacità intrinseca del mondo di trasformarsi in maniera ciclica, capacità che va difesa per non modificare i delicati equilibri terrestri.

Aggettivi come ecosostenibile, ecocompatibile[2] o verde (green) si usano nel marketing per riferirsi a prodotti e servizi, ma anche a leggi, linee guida e politiche, che affermano di produrre un impatto ridotto, minimo o nullo sugli ecosistemi o sull'ambiente.[3] Varie aziende utilizzano questi termini ambigui per promuovere beni e servizi, talvolta con certificazioni aggiuntive più specifiche, come il marchio ecologico (ecolabel). La strategia di comunicazione che sfrutta in modo ingannevole questi concetti è chiamata greenwashing ("ecologismo di facciata" o "ambientalismo di facciata").[4][5][6]

Obiettivi di sviluppo sostenibile[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, alle aziende viene consigliato di adottare processi ecosostenibili nella produzione.[7] In particolare, l'obiettivo 12 di sviluppo sostenibile conta 11 traguardi e 13 indicatori "per garantire consumo e modelli di produzione sostenibili".[8]

L'obiettivo 17 ha tra i suoi traguardi lo sviluppo, trasferimento, promozione e diffusione di tecnologie ecosostenibili per la crescita dei Paesi in via di sviluppo come parte dell'Agenda 2030.[9]

Standard di sostenibilità[modifica | modifica wikitesto]

L'Organizzazione internazionale per la normazione ha elaborato gli standard ISO 14020 e ISO 14024 per stabilire principi e procedure per il rilascio di etichette ambientali e linee guida che dovrebbero seguire i certificatori ed eco-etichettatori. In particolare, tali norme riguardano la prevenzione dei conflitti di interesse finanziari, l'uso di metodi scientifici e procedure di prova accettati e apertura e trasparenza nell'impostazione degli standard.[10]

Moda e stili di vita[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Moda sostenibile e Moda ecosolidale.

La sensibilizzazione nei confronti dell'ambiente fa sì che l'ecosostenibilità approdi anche nella moda, con la moda sostenibile e la moda ecosolidale, favorendo il basso impatto ambientale sia nella creazione dei materiali sia nella produzione e commercializzazione dei capi.

Varianti regionali[modifica | modifica wikitesto]

Europa[modifica | modifica wikitesto]

Un impianto di trattamento delle acque reflue che usa energia solare, nel monastero di Lluc nell'isola di Maiorca in Spagna
Avviso di velocità ecocompatibile alimentato da energia solare ed eolica

I prodotti presenti negli Stati membri dell'Unione europea possono utilizzare l'Ecolabel europeo.[11] EMAS è un altro marchio ecologico europeo che identifica una gestione verde.[12] La Germania utilizza anche Blue Angel, basata su standard nazionali.[13]

America settentrionale[modifica | modifica wikitesto]

Negli USA le affermazioni del marketing ambientale richiedono cautela. Espressioni ambigue come environmentally friendly (ecosostenibile) possono essere fonte di confusione se sono prive di una definizione precisa; alcuni regolatori stanno fornendo direttive in merito.[14] L'Agenzia statunitense per la protezione dell'ambiente ha ritenuto alcune ecoetichette fuorvianti nel determinare se un prodotto è veramente "green".[15]

In Canada un'etichetta è quella dell'Environmental Choice Program,[13] istituito nel 1988.[16] Solo i prodotti approvati dal programma possono esibire l'etichetta.[17]

Nel Messico vi sono diverse iniziative a sostegno dell'ambiente. È stato uno dei primi Stati ad approvare una legge specifica sul cambiamento climatico che fissa l'obiettivo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra nazionali del 30% entro il 2020. Una strategia nazionale riguardo ai cambiamenti climatici ha lo scopo di guidare i politici nei prossimi 40 anni.[18]

Oceania[modifica | modifica wikitesto]

L'Energy rating label ("Etichetta di valutazione dell'energia") è un'etichetta di tipo III[19][20] che fornisce informazioni sul "servizio energetico per unità di consumo energetico".[21] È stata istituita nel 1986, ma dopo alcune consultazioni è stata reimpostata nel 2000.[22]

Asia[modifica | modifica wikitesto]

Il livello di ecosostenibilità di prodotti commercializzati è contrassegnato da vari colori: Diversamente dal verde nelle culture occidentali, all'aria e all'acqua pulite è associato il blu. Le vetture ibride giapponesi e coreane usano il colore blu invece del verde in tutto il veicolo, nonché la parola "blu" senza distinzioni.[23]

A livello internazionale[modifica | modifica wikitesto]

Energy Star è un programma che ha l'obiettivo primario di aumentare l'efficienza energetica, diminuendo indirettamente le emissioni di gas serra.[24] Energy Star ha varie sezioni per diversi Stati o aree, tra cui gli Stati Uniti,[25] l'Unione europea[26] e l'Australia.[27] Il programma, istituito in origine dagli Stati Uniti, esiste anche in Canada, Giappone, Nuova Zelanda e Taiwan.[28]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ ecosostenìbile in Vocabolario - Treccani, su treccani.it. URL consultato il 10 febbraio 2022.
  2. ^ ecocompatìbile in Vocabolario - Treccani, su treccani.it. URL consultato il 10 febbraio 2022.
  3. ^ nature-friendly, in Webster's New Millennium Dictionary of English, Preview Edition (v 0.9.7), Lexico Publishing Group, LLC..
  4. ^ Jim Motavalli, A History of Greenwashing: How Dirty Towels Impacted the Green Movement, in AOL, 12 febbraio 2011.
  5. ^ (DA) Grønvaskere invaderer børsen [Greenwashers invade the market], in EPN.dk, Jyllands-Posten, 21 giugno 2008. URL consultato il 22 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 5 luglio 2008).
  6. ^ Greenwash Fact Sheet | corpwatch, su corpwatch.org. URL consultato il 10 febbraio 2022 (archiviato dall'url originale il 10 dicembre 2021).
  7. ^ Eco friendly production key to achieving sdgs, su theindependentbd.com. URL consultato il 17 febbraio 2022 (archiviato dall'url originale il 9 dicembre 2021).
  8. ^ United Nations (2017) Resolution adopted by the General Assembly on 6 July 2017, Work of the Statistical Commission pertaining to the 2030 Agenda for Sustainable Development (A/RES/71/313)
  9. ^ Goal 17 | Department of Economic and Social Affairs, su sdgs.un.org. URL consultato il 17 febbraio 2022.
  10. ^ (EN) Eco Label Program in International Standards, su ecolabel.net. URL consultato il 10 febbraio 2022.
  11. ^ EU Ecolabel - Environment - European Commission, su ec.europa.eu. URL consultato il 17 febbraio 2022.
  12. ^ Minutes (PDF), in EUEB Coordination and Cooperation Management Group. URL consultato il 10 luglio 2007 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2007).
  13. ^ a b Environmental Labels Type I, in Ricoh. URL consultato il 10 luglio 2007.
  14. ^ Environmental Claims, su ftc.gov, Federal Trade Commission, 17 novembre 2008. URL consultato il 17 novembre 2008.
  15. ^ Labels -environmentally friendly, in ecolabels. URL consultato il 9 luglio 2007 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2007).
  16. ^ About the Program, in EcoLogo. URL consultato il 10 luglio 2007 (archiviato dall'url originale il 27 maggio 2006).
  17. ^ Environmental Choice (Canada), in Environment Canada. URL consultato il 10 luglio 2007 (archiviato dall'url originale il 25 novembre 2007).
  18. ^ (EN) Bertelsmann Stiftung, SGI 2017 | Mexico | Environmental Policies, su sgi-network.org. URL consultato il 19 febbraio 2021.
  19. ^ Overview of Regulatory Requirements - Labelling and MEPS, in Energy Rating Label. URL consultato il 10 luglio 2007 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2007).
  20. ^ Arnaud Bizard, Brett Lee e Karen Puterrman, AWARE and Environmental Labeling Programs: One Step Closer to a Sustainable Economy (PDF), ME 589. URL consultato il 10 luglio 2007.
  21. ^ Overview of how are star ratings calculated?, in Energy Rating Label. URL consultato il 10 luglio 2007 (archiviato dall'url originale il 13 luglio 2007).
  22. ^ The Energy Label, in Energy Rating Label. URL consultato il 10 luglio 2007 (archiviato dall'url originale il 13 luglio 2007).
  23. ^ (EN) S.Korea unveils 'recharging road' for eco-friendly buses, su phys.org. URL consultato il 17 febbraio 2022.
  24. ^ About Energy Star, in Energy Star. URL consultato il 10 luglio 2007.
  25. ^ United States Energy Star Home Page, in Energy Star. URL consultato il 10 luglio 2007.
  26. ^ EU Energy Star Home Page, in Energy Star. URL consultato il 10 luglio 2007.
  27. ^ Australia Energy Star Home Page, in Energy Star. URL consultato il 10 luglio 2007 (archiviato dall'url originale il 3 luglio 2007).
  28. ^ (EN) ENERGY STAR International Partners, su energystar.gov. URL consultato il 17 febbraio 2022.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]