Edmondo De Amicis (presbitero)

Edmondo De Amicis

Don Edmondo De Amicis (Torino, 20 ottobre 1885Torino, 26 aprile 1945) è stato un presbitero italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Diviene sacerdote nell'anno 1911, con funzione di viceparroco presso San Giovanni Battista in Racconigi.

Prende parte alla Grande Guerra in qualità di cappellano e, dopo essere stato insignito dell'Ordine coloniale della Stella d'Italia decide di prender parte anche nella sanguinosa campagna di Riconquista della Libia.

Dopo aver passato un periodo di malattia a causa di un'infezione contratta in Libia, opta per aderire fervidamente al fascismo, divenendo cappellano della 12ª legione "Monte Bianco" ad Ivrea della MVSN.[1]

Nel 1936, a seguito della morte di Padre Reginaldo Giuliani, si offre per partire verso l'Africa Orientale, abbandonando la sua professione di docente di religione e latino.[2]

Congedato dall'Etiopia, diviene in breve tempo cappellano della Guardia Nazionale Repubblicana e diventerà poi collaboratore di Gastone Serloreti nelle torture perpetrate nella Caserma Alessandro La Marmora, di via Asti a Torino, macchiandosi dei medesimi crimini.

Il prigioniero Peccei documenterà nel processo contro i seviziatori di via Asti:

«Fra gli agenti bastonatori ricordo il De Amicis che fu il più accanito (...)»

Dopo l'armistizio dell'8 settembre, prosegue comunque in De Amicis la volontà di sostenere il fascismo e diviene un esponente di spicco della propaganda radiofonica, tramite discorsi diffusi per via dell'EIAR il venerdì, del fascismo repubblicano.[3]

L'attentato e la morte[modifica | modifica wikitesto]

A seguito della notorietà acquisita con i suoi discorsi favorevoli al fascismo tenuti presso la sede dell'EIAR di Torino, il 30 agosto 1944 resta colpito da un attentato davanti alla sede dell'Associazione Volontari di Guerra, che da lui era presieduta.

Nel mese di gennaio dell'anno successivo, a fronte del fatto di esser stato presidente di detta associazione, viene nominato di diritto membro del Direttorio del Partito Fascista Repubblicano, per quanto riguarda la sezione provinciale torinese.[1]

Il giorno 24 aprile 1945, sulla soglia della sua abitazione nel quartiere Crocetta, viene raggiunto dai colpi sparati da due giovani sconosciuti in bicicletta.

Muore due giorni dopo, il 26 aprile 1945.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Don Edmondo De Amicis RSI Torino, su atlanteditorino.it. URL consultato il 14 dicembre 2018.
  2. ^ Pierluigi Romeo di Colloredo Mels, I pilastri del romano impero: Le camicie nere in Africa Orientale 1936-1936, Soldiershop Publishing, 21 settembre 2016, ISBN 9788893271288. URL consultato il 14 dicembre 2018.
  3. ^ Mimmo Franzinelli, Il riarmo dello spirito: i cappellani militari nella seconda guerra mondiale, Pagus, 1991. URL consultato il 14 dicembre 2018.