Efippo di Olinto

Efippo di Olinto (in greco antico: Ἔφιππος?, Éphippos; Olinto, prima del 348 a.C. – inizio III secolo a.C.) è stato uno storico greco antico.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Pochissime sono le informazioni biografiche su questo alessandrografo e le stesse tre testimonianze raccolte da Jacoby sono dubbie[1]. In primo luogo, nel lessico Suda, alla voce "Efippo", corrisponde il lemma di Eforo[2].
Era, secondo le fonti, proveniente da Olinto, la città della Calcidica distrutta da Filippo II di Macedonia nel 348 a.C., quindi compatriota di Callistene: poiché l'etnico indica proprio Olinto, dev'essere nato prima, appunto, del 348.
Un altro Efippo, nominato da Arriano come figlio di un tal Calcideo, poi, non si può con sicurezza identificare con lo storico[3], mentre Plinio lo inserisce semplicemente tra le sue fonti, insieme ad altri storici di Alessandro, senza specificare né l'etnico né il patronimico[4].

Opera[modifica | modifica wikitesto]

Scrisse un'opera Sulla morte di Alessandro ed Efestione (tramandata anche sotto altri titoli) di cui rimangono solo cinque frammenti, tutti tramandati da Ateneo. Si può ipotizzare, comunque, che l'opera di Efippo sia stata utilizzata anche da altri autori, in particolare da Plutarco, anche se quest'ultimo non lo cita mai.
I frammenti che ci pervengono di Efippo si possono datare tutti nell’arco dell’ultimo anno di vita di Alessandro e da essi si nota una forte connotazione polemica, che farebbe pensare ad un pamphlet violentemente antimacedone, scritto forse per vendicare in modo, per così dire, postumo la morte di Callistene, compatriota di Efippo. Si tratta, infatti, dei festeggiamenti ed onori tributati ad Alessandro nel 324 ad Ecbatana[5], del suo abbigliamento macedone-persiano e da divinità, indicante il fatto che il declino di Alessandro in senso orientalizzante passava anche attraverso l’immagine[6], il suo alcolismo, i suoi costumi e le vesti che utilizzava. Un esempio lampante è proprio un brano sul vestiario di Alessandro durante i banchetti[7]ː

«Alessandro indossava i paramenti sacri alle sue cene: a volte la (veste) di Ammone, veste viola e le calzature dette perischideis e corna, esattamente come il dio; a volte (l'abito) di Artemide, che spesso indossava anche sul suo carro, vestito con l'abito persiano, mostrando appena sopra le sue spalle l'arco e lancia da caccia; e a volte la veste di Ermes; in altre occasioni si potrebbe dire quotidianamente, le clamide viola e il chitone bianco nel mezzo e la causia con il diadema reale; ma nei rapporti sociali i sandali, il petaso in testa e la bacchetta da araldo in mano, e spesso anche la pelle di leone e la clava, come Eracle.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ FgrHist 126, T1-3.
  2. ^ T1 J.
  3. ^ T2 = Arriano, Anabasi, III 5, 2-3.
  4. ^ T3 = Plinio, Naturalis Historia, I 12-13.
  5. ^ F 1 Jacoby.
  6. ^ F 2 Jacoby.
  7. ^ FGrHist 126 F 2 Gadaleta.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) L. Pearson, The lost histories of Alexander the Great, American Philological Association, 1960..
  • A. P. Gadaleta, Efippo storico di Alessandro. Testimonianze e frammenti, in Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia di Bari, n. 44, 2001, pp. 97-144..
  • C. Ravazzolo,Qualche riflessione sul titolo dell'opera di Efippo di Olinto, in V. Costa (ed.), Tradizione e trasmissione degli storici greci frammentari. II. Atti del Terzo Workshop Internazionale. Roma, 24-26 febbraio 2011, Tored: Tivoli 2012, pp. 261–271.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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