Elogio dell'abate Giuseppe Olivi

Elogio dell'abate Giuseppe Olivi
AutoreMelchiorre Cesarotti
1ª ed. originale1796
Genereorazione
Lingua originaleitaliano

L'Elogio dell'abate Giuseppe Olivi è un'opera di Melchiorre Cesarotti.

Pubblicato a Padova nel 1796, è una commemorazione funebre del naturalista di Chioggia Giuseppe Olivi (1769-1795), morto di tisi a Padova a ventisei anni e già celebre presso varie accademie d'Europa.

Uscì adespoto come parte di una pubblicazione composita, costituita dall'Elogio vero e proprio, da una biografia scientifica del defunto (scritta da Niccolò Da Rio), e infine, fra varie minute appendici, da un Saggio di poesie. L'Elogio vero e proprio ebbe anche una seconda edizione: fu inserito fra le Opere del Cesarotti (Firenze, 1808).

Cesarotti scrisse per l'Olivi anche il testo della lapide a lui dedicata nel duomo di Chioggia.

"Io preveggo facilmente, che proseguendo voi, e perfezionando i vostri studj, diverrete sicuramente uno de' primi naturalisti dell'Europa". Così il naturalista di fama europea Lazzaro Spallanzani all'Olivi nel 1793. Ma la precoce morte rese vane tante promesse e tante speranze.[1]

Ugo Foscolo, che dell'Olivi fu amico, ebbe con sé l'Elogio nell'estate del 1796, durante il soggiorno a quei Colli Euganei che avrebbero fatto da scenario all'Ortis. Lo dice lui stesso a Tommaso Olivi, fratello di Giuseppe, nella lettera che gli invia a Chioggia proprio dai colli; quella che Giuseppe Chiarini definì la "prima lettera dell'Jacopo Ortis". E sul libretto dell'Elogio, sulla traduzione oliviana del biblico Cantico di Ezechia (p. 107 segg.), Foscolo innestò l'incipit ("Né più mai toccherò le sacre sponde") del sonetto A Zacinto, come pure dalla dedica del Cesarotti Alla magnifica città di Chioggia ricavò alcuni passi presenti nell'Ortis tra le lettere di Firenze. E in realtà molto altro.

Giacomo Leopardi si ispirò all'Olivi nel comporre A Silvia; tra le prove più appariscenti, quel "limitar della gioventù" che si legge nell'Elogio (p. 13) e che fra i versi divenne il famoso "limitare / di gioventù".[2]

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Claudio Chiancone, La scuola di Cesarotti e gli esordi del giovane Foscolo, Pisa 2012, passim. In proposito si veda anche Cinzio Gibin, La geometria della natura. Chioggia e l'Europa nella vicenda intellettuale di Giuseppe Olivi naturalista del Settecento, Padova 1994.
  2. ^ Claudio Perini, Il canto dell'amico perduto. Della genesi dei Sepolcri, e di altre incognite foscoliane, Chioggia, Accademietta, 2005, p. 25, n. 27. Dello stesso autore si veda ora anche Di un passero solitario sul monumento a Giuseppe Olivi. Il ritorno di Leopardi alla poesia, Chioggia, Accademietta, 2015 (il primo capitolo, A Silvia, pp. 1-21, si legge su internet).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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