Ephraim Alnaqua

Ephraim ben Israel Alnaqua (in ebraico אפרים בן ישראל אלנאקוה? in arabo al-Naqawa; Toledo, 1359Tlemcen, 1442) fu un ebreo castigliano, importante figura dell'ebraismo algerino.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato nel 1359 a Toledo, fuggì dal Regno di Castiglia nel 1391, a seguito delle persecuzioni anti-ebraiche del 1391 scoppiate in tutta la Spagna cristiana. In questi moti anti ebraici il padre di Ephraim, Israel Alnaqua, venne messo sul rogo. Si imbarcò per il Maghreb, e rimase per periodo di tempo a Marrakesh prima di raggiungere e stabilirsi definitivamente a Tlemcen, capitale del Regno di Tlemcen (Maghreb centrale) della dinastia zayyanide. Qui divenne un rabbino, acquisendo la reputazione di taumaturgo.

Gli ebrei fino a quel momento non avevano il diritto di vivere a Tlemcen, potevano venirvi di giorno per commerciare ma di notte dovevano disperdersi nei villaggi circostanti. Ciò cambiò dopo che Ephraim fu l'unico che riuscì a guarire l'unica figlia del sultano Abū Tāshfīn, non accettando alcun compenso monetario, ma chiedendo al sultano di permettere agli ebrei di vivere nella capitale del Regno di Tlemcen[1] Le fonti dell'epoca parlano di un decreto del sultano del 1393 che autorizzava la costruzione della prima sinagoga di Tlemcen, che costituirà il centro del quartiere ebraico della città.[2]

Molto venerato dagli ebrei di Tlemcen, morì nel 1442. La sua tomba divenne presto uno dei luoghi di pellegrinaggio più visitati dagli ebrei del Maghreb fino all'indipendenza dell'Algeria.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Susan Slyomovics, p. 83
  2. ^ Susan Slyomovics, pp. 83-85
  3. ^ Les Juifs ne pélerineront pas à Tlemcen…, su hamodia.fr. URL consultato il 15 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Susan Slyomovics, The Walled Arab City in Literature, Architecture and History: The Living Medina in the Maghrib, 2001, ISBN 9780714651774

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