Eritrite

Eritrite
Classificazione Strunz08.CE.40
Formula chimicaCo3(AsO4)2·8(H2O)
Proprietà cristallografiche
Gruppo cristallinotrimetrico
Sistema cristallinomonoclino
Classe di simmetriaprismatica
Parametri di cellaa = 10.2, b = 13.37, c = 4.74
Gruppo puntuale2/m
Gruppo spazialeI2/m
Proprietà fisiche
Densità3.06-3.18[1], 3,06-3,13[2] g/cm³
Durezza (Mohs)1.5-2.0[1], 1.5-2.5[2]
Sfaldaturaperfetta secondo {010}[1][2]
Fratturasettile[1][2]
Colorerosso-porpora[1][2], rosso pesca[2], rosa chiaro[1][2], rosa[2], rosso-viola[1], incolore[1]
Lucentezzasub-vitrea[2], cerosa[2], perlacea[1][2], plastica[2], terrosa[2]
Opacitàda trasparente a traslucida[1][2]
Strisciorosso rosacea[1][2],
Diffusioneassai rara
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L'eritrite, volgarmente conosciuta come fiore di cobalto, è un minerale, un arseniato idrato di cobalto.

Il nome deriva dal greco έρυθρὸς (erüthròs) = rosso, per il colore dei suoi cristalli.

Fu descritta per la prima volta da François Sulpice Beudant (Parigi 5 settembre 1787 - 10 dicembre 1850), geologo e mineralogista francese, nel 1832.

Abito cristallino[modifica | modifica wikitesto]

I cristalli sono prismatici e aciculari con strie longitudinali.

Origine e giacitura[modifica | modifica wikitesto]

È un minerale secondario caratteristico delle zone di alterazione dei giacimenti a solfuri di cobalto, detto anche fiore di cobalto. La paragenesi è con simplesite, adamite, scorodite, malachite, azzurrite, farmacolite e cloantite.

Forma in cui si presenta in natura[modifica | modifica wikitesto]

I cristalli prismatici sono spesso raggruppati in aggregati raggiati o fibrosi; spesso forma sottili lamine flessibili di aspetto micaceo adagiate su ganga quarzosa; non infrequenti le forme sferoidali fibroso-raggiate; talvolta con patine polverulente e terrose ricopre altri minerali.

Caratteri fisico-chimici[modifica | modifica wikitesto]

Si scioglie in acidi dando una soluzione rossa; in HNO3 dà invece una soluzione rosacea. Colora la fiamma in verde chiaro; fonde al cannello formando una perla grigia e liberando un odore agliaceo mentre si disidrata e diventa azzurra. È settile (facilmente tagliabile in sottili lamine) e flessibile e va pulita sempre con acqua distillata. Ha luminescenza arancione. Per alterazione superficiale il colore del minerale passa al grigio.

Località di ritrovamento[modifica | modifica wikitesto]

A Schneeberg, in Sassonia; a Richelsdorf, in Turingia; a Wittichen, nel Baden-Württemberg, tutte località tedesche; a Schladming, in Austria; a Bou Azzer, in Marocco; ad Alamos, in Messico.

In Italia in patine terrose si trova a Punta Corna e al Colle del Paschietto, nelle Valli di Lanzo; a Primaluna, in provincia di Como; al Monte Mulat, presso Predazzo, in Trentino-Alto Adige; nella miniera di Calamita e nella miniera del Ginevro dell'isola d'Elba; infine a S'Acqua is Prunas nel comune di Gonnosfanadiga, in provincia di Cagliari e a Pizzo Cipolla, in provincia di Messina.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mineralogia - Cornelis Klein - Zanichelli (2004)
  • Le rocce e i loro costituenti - Morbidelli - Ed. Bardi (2005)
  • Minerali e Rocce - De Agostini Novara (1962)
  • Guida al riconoscimento dei minerali - Borelli e Cipriani - Mondadori (1987)
  • I minerali d'Italia - SAGDOS - 1978

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Webmin, su webmineral.com.
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