François-Antoine de Boissy d'Anglas

François-Antoine de Boissy d'Anglas

Presidente della Convenzione nazionale termidoriana Prima Repubblica francese
Durata mandato5 aprile 1795 –
20 aprile 1795
PredecessoreJean Pelet
SuccessoreEmmanuel Joseph Sieyès

Deputato della Convenzione nazionale
Durata mandato1792 –
1794

Membro del Comitato di Salute Pubblica
Durata mandato1794 –
1795

Deputato del Consiglio dei Cinquecento
Durata mandato1795 –
1797

Membro della Camera dei Pari
Durata mandato1815 –
1826

Dati generali
Partito politicoGirondini (1790-1793)
Indipendente (1793-1794)
Termidoriani moderati (1794-1795)
Club di Clichy (1795-1797)
Bonapartisti (1799-1814)
Realisti moderati (1814-1826)
Titolo di studiolaurea in giurisprudenza
Professioneavvocato
FirmaFirma di François-Antoine de Boissy d'Anglas
François-Antoine de Boissy d'Anglas
Conte d'Epiro
Stemma
Stemma
In carica1808 -
1814
Predecessorecarica creata
Successorecarica abolita
Sepolturacimitero di Père-Lachaise, Parigi
ReligioneProtestantesimo calvinista

François-Antoine Boissy d'Anglas, conte d'Epiro (Saint-Jean-Chambre, 8 dicembre 1756Parigi, 20 ottobre 1826), è stato un politico, rivoluzionario e avvocato francese.

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Nato in una famiglia protestante ugonotta (calvinisti francesi) a Saint-Jean-Chambre, compì gli studi giuridici per diventare, dopo alcune esperienze letterarie, avvocato al parlamento di Parigi.

Durante la Rivoluzione[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1789 fu eletto deputato agli Stati Generali, con i voti dei rappresentanti del Terzo Stato del baliato di Annonay e fu uno dei membri a favore della proclamazione dell'Assemblea Nazionale del 17 giugno 1789, approvando con alcuni discorsi, sia la presa della Bastiglia che la deportazione della famiglia reale a Parigi (ottobre 1789).

Rieletto alla Convenzione Nazionale dal dipartimento di Ardèche (1792), prese posizione a favore dei protestanti e delle persone di colore, pur da posizioni moderate; tuttavia si distinse per il suo anticlericalismo e antipapismo affermando che «il cattolicesimo è servile per sua natura al dispotismo, per essenza intollerante e dominatore, abbruttente per la specie umana, complice di tutti i crimini del re».[1][2] Votò, assieme ai Girondini a favore della destituzione di Luigi XVI e per la messa in stato d'accusa di Jean-Paul Marat ma contro la pena di morte per il re.

Le sue posizioni politiche, oscillanti fra il gruppo dei Girondini e quello dei Montagnardi, gli consentirono, dopo essere sfuggito agli arresti perpetrati agli stessi girondini il 2 gennaio 1793, di entrare nel gruppo moderato del Marais.

Dopo la caduta di Maximilien de Robespierre (9 termidoro anno II, 27 luglio 1794), si pose a capo dei moderati e fu eletto membro del Comitato di Salute Pubblica durante il governo della Convenzione Termidoriana; promosse il decreto del 3 ventoso anno II che ribadiva la separazione tra Stato e Chiesa e la libertà di culto.

Fu presidente della Convenzione durante le sommosse popolari che si scatenarono tra il 12 germile e il 1 pratile anno III del 1795. Durante quest'ultima insurrezione, alcuni gruppi di donne e operai invasero la Convenzione per protesta contro la riduzione delle razioni di pane. I rivoltosi infilzarono su una picca la testa di un deputato (Féraud, scambiato per un altro detestato rappresentante di destra, il muscadin Louis Marie Stanislas Fréron) per sbandierarla davanti a Boissy d'Anglas. Per niente intimorito, egli rispose al cruento gesto semplicemente salutando la testa mozzata.

Egli fu contributore della redazione della costituzione dell'anno III con cui veniva istituito il governo del Direttorio e si schierò contro l'insurrezione realista di vendemmiaio.

Durante il Direttorio[modifica | modifica wikitesto]

Nel settembre 1795 fu eletto al Consiglio dei Cinquecento da 72 dipartimenti, avvicinandosi al monarchico Club di Clichy e, dopo il colpo di Stato del 18 fruttidoro (4 settembre 1797) organizzato da Paul Barras e altri del Direttorio contro la maggioranza moderata-realista dei Cinquecento, fu dichiarato fuorilegge ed esiliato sull'isola di Oléron, riuscendo a sfuggire alla cattura e a raggiungere l'Inghilterra.

Rientrato in Francia dopo il Colpo di Stato del 18 brumaio (9 novembre 1799) e approfittando dell'amnistia, si avvicinò a Napoleone e fu nominato nel 1803 al Tribunato di cui divenne presidente; l'anno seguente ritrovò il suo seggio al Senato.

Durante il Primo Impero Francese fu nominato conte d'Epiro da Napoleone nel 1808, e fu responsabile per l'organizzazione della difesa dei dipartimenti occidentali, avvicinandosi poi a Luigi XVIII, sia dopo la prima abdicazione di Napoleone, sia dopo la Battaglia di Waterloo.

Nell'agosto 1815 fu nominato Pari di Francia; ebbe un ruolo di pacificatore durante il secondo Terrore Bianco ultrarealista del 1815, e difese la monarchia costituzionale e le libertà civili degli ugonotti schierandosi a loro favore contro i cattolici più reazionari. Mantenne il titolo di Pari anche dopo l'ascesa di Carlo X (1824), sostenitore del ripristino - fallito - della monarchia assoluta e del diritto divino dei re osteggiato dai protestanti come Boissy d'Anglas.

Fu vicepresidente della Società biblica di Ginevra e membro del concistoro della Chiesa riformata di Francia.

Morì a 80 anni nel 1826 e fu sepolto al cimitero di Père-Lachaise

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Araldica[modifica | modifica wikitesto]

Stemma Descrizione Blasonatura
François-Antoine de Boissy d'Anglas
Barone senatore e prefetto dell'Impero francese
Inquartato. Al 1° di rosso alla spada in banda e all'ancora in sbarra passante sull'altra d'argento entrambe; al 2° quarto da barone prefetto dell'impero; al 3° quarto da barone senatore dell'impero; al 4° di nero allo chevron d'oro sormontato da un capo d'argento caricato di due stelle d'azzurro. Ornamenti esteriori da barone dell'Impero francese.
François-Antoine de Boissy d'Anglas
Conte senatore dell'Impero francese
Di nero allo chevron d'oro sormontato da un capo d'argento caricato di due stelle d'azzurro. Quarto da conte senatore dell'impero francese. Ornamenti esteriori da conte senatore dell'Impero francese, grand'ufficiale dell'Ordine della Legion d'onore.
François-Antoine de Boissy d'Anglas
Conte e pari di Francia
Di nero allo chevron d'oro sormontato da un capo d'argento caricato di due stelle d'azzurro. Ornamenti esteriori da conte e pari di Francia, grand'ufficiale dell'Ordine della Legion d'onore.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Rivoluzione: anno 1793, su alateus.it. URL consultato il 6 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2014).
  2. ^ La Rivoluzione Francese e la fine dell'Ancien Regime parte III

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) Notice sur la vie et les oeuvres de M. Boissy d'Anglasin the Mémoires de l'Académie des Inscriptions, ix.
  • (FR) François Victor Alphonse Aulard, Les Orateurs de la Revolution (and ed., 1906)
  • (FR) Ludovic Sciout, Le Directoire (4 volumi., 1895)

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Controllo di autoritàVIAF (EN36956606 · ISNI (EN0000 0001 1245 2854 · SBN IEIV010253 · BAV 495/107380 · CERL cnp00402159 · ULAN (EN500354560 · LCCN (ENn85327596 · GND (DE118929941 · BNF (FRcb12158469n (data) · J9U (ENHE987007277520805171 · WorldCat Identities (ENlccn-n85327596