Francesco I d'Este

Francesco I d'Este
Diego Velázquez, Ritratto di Francesco I d'Este, 1638, olio su tela. Modena, Galleria Estense.
Duca di Modena e Reggio
Stemma
Stemma
In carica25 luglio 1629 –
14 ottobre 1658
PredecessoreAlfonso III
SuccessoreAlfonso IV
NascitaModena, 6 settembre 1610
MorteSanthià, 14 ottobre 1658 (48 anni)
Casa realeEste
PadreAlfonso III d'Este
MadreIsabella di Savoia
ConsortiMaria Farnese
Vittoria Farnese
Lucrezia Barberini
Figlidi primo letto:
Alfonso
Isabella
Almerico
Eleonora
Maria
di secondo letto:
Vittoria
di terzo letto:
Rinaldo
ReligioneCattolicesimo

Francesco I d'Este (Modena, 6 settembre 1610Santhià, 14 ottobre 1658) fu un principe italiano appartenente al Casato degli Este e fu duca di Modena e Reggio dal 1629 alla sua morte.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Infanzia e ascesa[modifica | modifica wikitesto]

Nacque il 6 settembre 1610 a Modena da Alfonso III d'Este, duca di Modena e Reggio, e di Isabella di Savoia.

Successe al padre nei diritti sul ducato il 25 luglio 1629 e fu Duca di Modena e Reggio dal 1629 al 1658.

Duca di Modena e Reggio[modifica | modifica wikitesto]

Busto di Francesco I d'Este, duca di Modena e Reggio, di Gian Lorenzo Bernini

Divenuto Duca di Modena e Reggio nel 1629 a seguito dell'abdicazione del padre Alfonso III d'Este e si trovò subito a fronteggiare la tremenda epidemia di peste del 1630-31 (a Modena fu contagiato il 70% della popolazione, e il 40% ne morì) e si rifugiò sulle colline di Reggio Emilia, dove il morbo giunse più tardi e fu meno virulento, e tutta la sua famiglia fu risparmiata. Ne diede merito alla Madonna della Ghiara, e nacque così una devozione che mantennero tutti gli Estensi: la sua effigie fu anche riprodotta su diverse monete.

Nel 1634 fa risistemare il terreno con i ruderi dell'antico castello di Fiorano e con un progetto dell'architetto Bartolomeo Avanzini avvierà la fabbrica per la costruzione del Santuario della Beata Vergine del Castello[1].

Guerra dei trent'anni[modifica | modifica wikitesto]

Cessata l'epidemia, sposò Maria Farnese, figlia del duca Ranuccio I di Parma, mentre in Europa scoppiava la Guerra dei trent'anni. Il Duca parteggiò per la Spagna e invase il ducato di Parma del cognato e ne seguirono scorrerie francesi nel modenese. Recatosi poi a Madrid per ottenere ricompensa dell'alleanza, tornò a mani vuote, senza nemmeno riscuotere i vecchi crediti. Per annettersi Correggio, dopo che l'Impero aveva dichiarato decaduto per indegnità il principe Siro, dovette sborsare 230.000 fiorini e tenersi una guarnigione spagnola.

Venne subito dopo la guerra di Castro che papa Urbano VIII (Maffeo Barberini) voleva annettere come aveva fatto con Urbino: Parma, Modena, Venezia e Firenze si allearono contro il pontefice, ma gli altri Stati, timorosi che prevalesse Francesco I, che mirava alla riconquista di Ferrara, si affrettarono a stipulare a Ferrara una pace, il 31 marzo 1644, che lasciava le cose come erano. Ancora una volta Francesco I sperava in un aiuto dalla Spagna che non venne, e decise di schierarsi dalla parte della Francia, grazie ai maneggi col cardinale Mazzarino.

Francesco I scese sul campo di battaglia per la conquista di Cremona, ma per le avversità atmosferiche e il mancato arrivo di truppa e denaro promessi dal Mazzarino, fu costretto a desistere. Le sorti della guerra dei trent'anni presero poi una piega favorevole alla Spagna e ancora una volta il Duca cercò un abboccamento con essa, salvo poi di nuovo avvicinarsi alla Francia, combinando il matrimonio del figlio Alfonso con Laura Martinozzi, nipote del Mazzarino.

Il governatore della Milano spagnola, il Marchese di Caracena, passò il Po e a Gualtieri entrò nel territorio estense per conquistare Reggio, ma stavolta le condizioni atmosferiche avverse e la difesa della città costrinsero il Caracena a desistere e ritirarsi.

Ultimi tempi e morte[modifica | modifica wikitesto]

Francesco I di Modena in una stampa d'epoca

Negli anni successivi vediamo ancora Francesco I, alleato di Francia e Piemonte, combattere in Lombardia e Piemonte, come comandante delle truppe francesi oltre che delle proprie, fallito l'assedio di Pavia del 1655[2], ottenne tuttavia successi nella presa di Valenza e, parzialmente, durante l'assedio di Alessandria nel 1656-57, anche con l'aiuto del figlio Alfonso. Alla fine del 1657 ritornò a Modena, ma nel 1658 passa il Po, risale l'Adda e giunge alle porte di Milano; si dirige poi verso il Piemonte e assedia Mortara, conquistandola. Ma non poté godere il trionfo della vittoria: ammalatosi di malaria muore a Santhià il 14 ottobre 1658 fra le braccia del figlio Almerico.

Grande e audace condottiero, mantenne però una dirittura morale e una religiosità rara fra i prìncipi di quei tempi; amava donare senza farlo pesare o conoscere da coloro che gratificava e nonostante tutto amava più la pace della guerra; Modena divenne una vera capitale grazie alla sua opera: costruì, oltre al Palazzo ducale, il Teatro della Spelta (3000 posti a sedere), allargò il Naviglio fin dentro la città che ebbe il porto, costruì la sontuosa villa delle Pentetorri, andata completamente distrutta da un bombardamento durante la seconda guerra mondiale, oltre al restauro della Cittadella e decise la costruzione della palazzina del Vigarani nei giardini del palazzo oggi Giardini Pubblici. Costruì anche il Palazzo ducale di Sassuolo destinato alla villeggiatura della corte. Fu prestigiosa la sua cappella musicale ducale, che ebbe come direttore, dal 1647 al 1665, il compositore Marco Uccellini, che fu anche maestro di cappella della cattedrale.

Protettore di artisti e letterati, Francesco arricchì la Galleria estense portandola al livello delle più ricche collezioni d'Europa con l'acquisizione di opere dei maggiori artisti del suo tempo, in parte vendute dal suo discendente Francesco III a corto di quattrini al re di Polonia ed elettore di Sassonia Augusto III e che oggi formano il vanto del museo di Dresda.

Alla Galleria Estense di Modena si trovano due opere che lo ritraggono: il celebre busto marmoreo del Bernini e l'altro altrettanto celebre ritratto del Velázquez.

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Francesco I si sposò tre volte:

La prima consorte Maria Farnese
  1. nel 1631 con Maria Farnese (18 febbraio 1615 - 25 giugno 1646), figlia di Ranuccio I Farnese duca di Parma;
Vittoria Farnese, la seconda moglie
  1. il 12 febbraio 1648 con la sorella della prima moglie, Vittoria Farnese (29 aprile 1618 - 10 agosto 1649);
Lucrezia Barberini
  1. il 14 ottobre 1654 con Lucrezia Barberini (24 ottobre 1630 - 24 agosto 1699), figlia di Taddeo Barberini.

Da primo matrimonio ebbe nove figli:

  1. Alfonso Giovanni Maria Rocco (3 marzo 1632-20 marzo 1632[3]);
  2. Alfonso IV d'Este (1634 - 1662) duca dal 1658, nel 1655 sposa Laura Martinozzi († 1687) figlia di Geronimo e nipote del cardinale Mazarino;
  3. Isabella d'Este (1635 - 21 agosto 1666), che il 18 febbraio 1664 sposò Ranuccio II Farnese (1630-1694), Duca di Parma;
  4. Leonora d'Este (1639 - 1640);
  5. Tedaldo d'Este (1640 - 1643);
  6. Almerico d'Este (8 maggio 1641 - 14 novembre 1660);
  7. Eleonora d'Este (1643 - 24 febbraio 1722), che fu suora;
  8. Maria d'Este (8 dicembre 1644 - 20 agosto 1684), che sposò nell'ottobre 1668 Ranuccio II Farnese (1630 - 1694) Duca di Parma, vedovo della sorella Isabella;
  9. Tedaldo d'Este (25 luglio 1646-settembre 1646[4]).

Dal secondo matrimonio ebbe una figlia:

Dal terzo matrimonio ebbe un figlio:

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pagina sul sito del comune di Fiorano Modenese, su comune.fiorano-modenese.mo.it. URL consultato il 30 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 1º febbraio 2014).
  2. ^ Un’economia in guerra: Pavia nel 1655 (PDF), su archivio.comune.pv.it.
  3. ^ Giovan Battista Spaccini, Cronaca di Modena: Anni 1630-1636, Franco Cosimo Panini, 1993, pp. 325-330.
  4. ^ Atti e memorie, R. Deputazione di storia patria per le provincie modenesi, 1969, p. 39.
  5. ^ Luigi Francesco Valdrighi, Dizionario storico-etimologico delle contrade e spazii pubblici di Modena, A. Rossi, 1880, p. 25.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Duca di Modena e Reggio Successore
Alfonso III 16291658 Alfonso IV
Controllo di autoritàVIAF (EN52492012 · ISNI (EN0000 0001 2133 1632 · SBN MUSV024586 · BAV 495/79623 · CERL cnp00547375 · ULAN (EN500286196 · LCCN (ENn93015920 · GND (DE119104385 · BNF (FRcb12289836t (data) · J9U (ENHE987007309800205171 · WorldCat Identities (ENlccn-n93015920