Francesco Nullo (cacciatorpediniere 1915)

Francesco Nullo
Fratelli Cairoli
Descrizione generale
Tipocacciatorpediniere (1915-1929)
torpediniera (1929-1940)
ClassePilo
In servizio con Regia Marina
IdentificazioneNL (1915-1921)
CL (1921-1940)
CostruttoriPattison, Napoli
Impostazione24 settembre 1913
Varo12 novembre 1914
Entrata in servizio1º maggio 1915
IntitolazioneFrancesco Nullo, patriota italiano (1915-1921)
Fratelli Cairoli, patrioti italiani (1921-1940)
Destino finalesaltato su mine il 23 dicembre 1940
Caratteristiche generali
Dislocamentonormale 770 t
a pieno carico 806 t
Lunghezza73 m
Larghezza7,3 m
Pescaggio2,7 m
Propulsione4 caldaie
2 turbine a vapore
potenza 16.000 HP
2 eliche
Velocità30 nodi (55,56 km/h)
Autonomia2400 miglia a 12 nodi
Equipaggio69 tra ufficiali, sottufficiali e marinai
Armamento
Armamentoalla costruzione[1]:

dal 1919[1]:

Note
dati riferiti all'entrata in servizio
dati presi da Warships 1900-1950 e Marina Militare
voci di cacciatorpediniere presenti su Wikipedia

Il Francesco Nullo (successivamente ribattezzato Fratelli Cairoli) è stato un cacciatorpediniere (e successivamente una torpediniera) della Regia Marina.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

All'ingresso dell'Italia nella prima guerra mondiale (24 maggio 1915) il Nullo, in servizio da meno di un mese, faceva parte della I Squadriglia Cacciatorpediniere (Animoso, Ardente, Ardito, Audace) con base a Brindisi[2]. Comandava la nave il capitano di corvetta Catellani[2].

Il 3 maggio 1916 il Nullo, al comando di Luigi Bianchieri, uscì in mare insieme agli esploratori Pepe e Rossarol ed al gemello Missori per fornire supporto a distanza ai cacciatorpediniere Zeffiro e Fuciliere, impegnati nella posa di un campo minato nelle acque prospicienti Sebenico[2]. Al largo di Punta Maestra la formazione italiana avvistò quattro cacciatorpediniere (classe «Velebit») e sei torpediniere austro-ungariche e diresse per attaccarle[2]. Mentre le navi avversarie facevano rotta per Pola, quelle italiane, al loro inseguimento, furono assalite da tre idrovolanti, che poterono respingere; alle 15.50, tuttavia, dato che da Pola erano usciti a supporto delle navi austro-ungariche anche un incrociatore ed altre due siluranti, la squadra italiana dovette ripiegare ed allontanarsi[2].

Il 12 giugno dello stesso anno Nullo e Missori fornirono supporto a un gruppo di siluranti (cacciatorpediniere Zeffiro, Fuciliere ed Alpino, torpediniere 30 PN e 46 PN) che avrebbe poi intrapreso il forzamento del porto di Parenzo[2].

L'1-2 novembre Nullo e Missori, insieme agli esploratori Pepe e Poerio, furono designati per fornire eventuale supporto all'incursione di MAS nel Canale di Fasana[2].

Posteriormente al 1918 il Nullo fu sottoposto a lavori di modifica che videro la sostituzione dei cannoni da 76 mm con 5 da 102 e l'imbarco di 2 mitragliere da 40 mm; il dislocamento a pieno carico salì a 900 tonnellate[3].

L'8 dicembre 1919 il Nullo si portò a Fiume e si pose agli ordini del poeta Gabriele D'Annunzio, che aveva occupato la città[4][5]. Conclusasi la vicenda fiumana, nel gennaio 1921 il cacciatorpediniere si portò a Pola ed il 16 gennaio venne ribattezzato Fratelli Cairoli[3][4].

Nel 1922 la nave venne impiegata lungo le coste della Dalmazia, tra Zara e Spalato[6].

Nel 1926 il Cairoli subì gravi danni in una collisione con un altro cacciatorpediniere più o meno coevo, l'Agostino Bertani[5].

Il 6 agosto 1928 l'unità, dopo l'affondamento per collisione, nelle acque di Pola, del sommergibile F 14, richiamò sul posto un secondo sommergibile, l'F 15, e prese parte alle operazioni di soccorso degli uomini intrappolati nel relitto, che non fu purtroppo possibile salvare prima della loro morte per asfissia[7].

Il 1º ottobre 1929 la nave fu declassata a torpediniera[3][6].

Nel 1930 e nel 1932 la Cairoli prese parte a delle crociere nel Levante mediterraneo[6].

Nel 1936-1938 l'unità prese parte alla guerra civile spagnola con funzioni di contrasto al contrabbando di rifornimenti per le truppe spagnole repubblicane[5].

All'ingresso dell'Italia nella seconda guerra mondiale la Cairoli faceva parte della IX Squadriglia Torpediniere (Cassiopea, Canopo, Mosto) con base a La Maddalena. Operò in missioni di scorta lungo le coste libiche[5].

Dal 12 al 14 settembre 1940 la Cairoli scortò da Tripoli a Bengasi i piroscafi Maria Eugenia e Gloriastella[8].

Il 23 dicembre 1940, mentre navigava da Bengasi verso Tripoli, la Cairoli urtò una mina posata dal sommergibile HMS Rorqual al largo di Misurata e s'inabissò nel giro di qualche minuto[5][9] con 71 uomini dell'equipaggio, 43 vennero tratti in salvo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Da Navypedia.
  2. ^ a b c d e f g Franco Favre, La Marina nella Grande Guerra. Le operazioni navali, aeree, subacquee e terrestri in Adriatico, pp. 96-127-129-132.
  3. ^ a b c Marina Militare.
  4. ^ a b Le navi italiane a Fiume 1918-1921 Archiviato il 5 novembre 2010 in Internet Archive..
  5. ^ a b c d e Trentoincina.
  6. ^ a b c La Spedizione dei Mille e la Marina Archiviato il 5 marzo 2011 in Internet Archive..
  7. ^ Tragedia dell'F14.
  8. ^ F. Prosperini, "L'estate degli Swordfish", su Storia Militare n. 209 – febbraio 2011.
  9. ^ Allied Warships of WWII - Submarine HMS Rorqual - uboat.net.
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