Fulvio Senardi

Fulvio Senardi (Trieste, 17 marzo 1953) è un critico letterario, storico della letteratura e traduttore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Fulvio Senardi ha studiato a Trieste dove si è laureato con una tesi sul Teatro classico fra Manierismo e Arcadia, elaborando un metodo interpretativo di taglio storicistico sotto la guida di Giuseppe Petronio, non sordo però alla specificità filologica del fatto letterario, secondo l'insegnamento di Dante Isella, le cui lezioni ha seguito a Zurigo. In seguito ha conseguito il dottorato in storia presso l’Università di Udine. Ha insegnato nei licei in Italia e presso varie Università all’estero e ha collaborato stabilmente alle riviste “Problemi”, “Studia romanica et anglica zagrabiensia”, “Nuova Corvina” e alle pagine culturali del quotidiano "Il Piccolo". Ha tenuto conferenze e seminari in numerose città e Università italiane e straniere.[1][2] Particolarmente attento ai risvolti storico-ideologici dei fatti letterari [3] ha interessi di studio e ricerca che spaziano dall’Ottocento alla contemporaneità, con particolare riguardo per la letteratura della Grande Guerra [4] e per gli autori giuliani[5], tanto i poeti[6], anche dialettali[7] quanto i narratori[8]. Ha curato una dozzina di volumi di Atti di convegni da lui organizzati (su Saba, Slataper, Benco, Tommaseo, la lirica dialettale, il pacifismo alla prova della Grande Guerra, gli scrittori e la guerra, Boris Pahor) e tradotto dall'inglese, dal tedesco, dal francese, dall'ungherese, fra l'altro anche la famosa lirica anti-militarista “Csak égy éiszakára” di Géza Gyóni [9]. Dal 2014 presiede l’Istituto giuliano di storia, cultura e documentazione di Trieste e Gorizia. È vicedirettore ad personam e collaboratore della rivista on line “Il Ponterosso”, [10], fondata e diretta da Walter Chiereghin.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Senardi è autore delle seguenti monografie.[11]

Monografie[modifica | modifica wikitesto]

  • Tre studi sul teatro tragico italiano tra Manierismo ed Età dell’Arcadia, Ed. Ateneo, Roma, 1982.
  • Il punto su: D’Annunzio, Laterza, Roma-Bari, 1989.
  • Gli specchi di Narciso - Aspetti della narrativa italiana di Fine-millennio, Vecchiarelli, Manziana di Roma 2002.
  • Aldo Nove, Ed. Cadmo, Fiesole 2005.
  • Il giovane Stuparich – Trieste, Firenze, Praga, le trincee del Carso, Il ramo d’oro editore, Trieste, 2007.
  • Saba, il Mulino, Bologna 2012.
  • «L’incancellabile diritto ad essere quello che siamo». La saggistica politico-civile di Giani Stuparich. EUT, Trieste 2016.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Chiereghin, Walter, Dizionario degli autori di Trieste, dell'Isontino, dell'Istria e della Dalmazia, ISBN 978-88-98422-07-4, OCLC 907366865. URL consultato il 16 maggio 2020.
  2. ^ Mladen Machiedo, Slatkogorka Italija, Matica hrvatska, Zagreb 1999, ISBN 953-150-532-2
  3. ^ Fulvio Salimbeni, Confini che non si assestano, in Messaggero Veneto, 1º giugno 2007, DOI:10.12871/978883318050213. URL consultato il 16 maggio 2020.
  4. ^ Giovanni Capecchi, Lo straniero nemico e fratello. Letteratura italiana e Grande Guerra, CLUEB, Bologna 2013, ISBN 978-88-491-3637-1
  5. ^ Tolusso, Mary B., Trieste. Antologia dei Grandi Scrittori, Biblioteca dell'immagine, Pordenone, 2012, OCLC 1099935375.
  6. ^ Charles Klopp, Trieste Remembered in Claudio Grisancich’s Corporeal Poetry: "Album and storie de fausta", in "Annali di Italianistica", vol. 37, n. 19
  7. ^ Tolusso, Mary B. L'Album di Claudio Grisancich reinventa i ricordi con le parole, Il Piccolo, 11 dicembre 2003
  8. ^ Jiri Spicka, Giani Stuparich e la guerra dei Cecoslovacchi, in Silvana Cirillo, a cura di, La Grande Guerra nella letteratura e nelle arti, Bulzoni, Roma 2017, ISBN 978-88-6897-067-3
  9. ^ |url= https://www.antiwarsongs.org//
  10. ^ Per i contributi sulla rivista vedi Archivio, www.ilponterosso.eu
  11. ^ OPAC Catalogo SBN, su opac.sbn.it. URL consultato il 15 maggio 2020. Alcune opere sono scaricabili dal sito: www.Academia.edu
Controllo di autoritàVIAF (EN51728493 · ISNI (EN0000 0001 1641 4791 · SBN CFIV114076 · BAV 495/1796 · LCCN (ENn83142348 · GND (DE1302891367 · BNE (ESXX1692958 (data) · BNF (FRcb12157845h (data) · NSK (HR000043256 · WorldCat Identities (ENlccn-n83142348