Gasparro Fuscolillo

Gasparro (o Gasparo) Fuscolillo (... – 1571/1581 ca.) fu un cronista napoletano attivo intorno alla metà del Cinquecento, di cui è conosciuta una sola opera, una cronaca tramandataci da un solo testimone, un codice cartaceo autografo in una lingua italiana di tipo napoletano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Cattedrale di Sessa Aurunca: prospetto frontale e porticato

Poche sono le notizie su di lui: nel silenzio totale dei documenti, l'unica fonte biografica è la sua stessa cronaca, dalla quale sappiamo, ad esempio, che era figlio di tali Giovanni (Ioanni Fusculillu) e Maria[1].

Egli stesso, a più riprese, informa orgoglioso il lettore della sua carica di canonico del capitolo della cattedrale Sessa Aurunca.

Data post quem per l'attribuzione del canonicato è il 1542, anno in cui, con il titolo di canonico, racconta di essere egli stesso comparso quale testimone in una successione testamentaria. Altra punto fermo del suo status religioso appartiene al 1555.

La cronologia della sua vita è incardinata a un altro dato biografico anteriore, quando egli si trova a Napoli nel 1531, e si premura di procurarsi copia di un bando sul valore delle monete: questo ha fatto pensare che a quell'epoca doveva essere già iniziata la raccolta di materiali in seguito trasfusa in scritti[2]. La redazione vera e propria del manoscritto tramandato potrebbe essere iniziata dopo il 17 agosto 1546[2].

La morte dovette avvenire sicuramente non prima del 1571, anno in cui terminano le annotazioni e in cui egli stesso è citato in una notizia Un terminus ante quem può essere indicato con certezza nel 1581, con un'argomentazione e silentio: il suo nome è infatti taciuto da un Registro ed elenco dei canonici della cattedrale di Sessa dal 1581.

Il suo profilo letterario era piuttosto basso: la sua figura si caratterizza come di un semicolto, come mostra l'uso linguistico, le sviste e le banalizzazioni di dati storico-geografici cui si fa protagonista, l'incerta dimestichezza con il latino incerto e corrotto[3].

Dalle sue scritture si ricavano anche, su base onomastica, figure di probabili suoi parenti, familiari, o omonimi: oltre ai genitori, un giudice e un medico[4].

Dal già citato Registro ed elenco dei canonici della cattedrale di Sessa dal 1581, possono desumersi altri religiosi capitolari con lo stesso cognome, possibili suoi discendenti.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Cronaca del Fuscolillo[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Cronaca del Fuscolillo.

Il canonico di Sessa Aurunca fu autore di una compilazione di materiali storiografici, quasi interamente in volgare[5], alcuni dei quali scritti di propria mano, altri ripresi o adattati da altri autori.

Struttura e contenuti[modifica | modifica wikitesto]

La silloge di Fuscolillo è composta da tre libri, scritti quasi interamente in volgare napoletano (salvo l'occasionale comparsa di un latino alquanto corrotto), preceduti da un'epitome di storia del Regno di Napoli in lingua latina:

L'opera è suddivisa come segue[5]:

  • Scrittura iniziale: unica parte interamente in latino, contiene una storia sommaria del Regno di Napoli.
  • Primo libro: raccoglie notizie storiche, essenzialmente concentrate su Napoli, e prevalentemente riferite al periodo 1432-1507.
  • Secondo libro: raccoglie notizie sulle vicende di Sessa Aurunca, riguardanti il Quattrocento e il Cinquecento
  • Terzo libro: inizia con un pezzo adattato dalla Breve informazione di Bartolomeo Caracciolo[6] (XIII secolo), a cui fa seguito una cronaca che giunge fino all'anno 1463, importante, quest'ultima, perché in grado di fornire notizie che non trovano riscontro in altre fonti.

La compilazione contiene materiali eterogenei: in parte si compone di annotazioni di carattere cronachistico/annalistico, vergate di propria mano dal canonico e relative all'epoca in cui egli visse (intorno alla metà del Cinquecento), in parte è un repertorio di notizie raccolte dall'autore su un ampio arco di tempo relativo a epoche precedenti[7], in parte riproduzione di una narrazione storiografica scritta da altri, in epoca anteriore (la Cronaca che figura nella parte iniziale del primo libro, opera di autore ignoto di fine Quattrocento, o la parte attinta dalla Breve Informazione di Bartolomeo Caracciolo, inserita all'inizio del terzo libro).

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

La sua opera ha ricevuto finora due edizioni, una ottocentesca a cura di Bartolommeo Capasso (1876) e una seconda nel 2008, l'edizione critica di Nadia Ciampaglia, scaturita da una tesi di dottorato del 1997, confluita poi, con gli auspici dell'Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, in una pubblicazione all'interno della collana editoriale «Testis temporum: Fonti e studio sul medioevo dell'Italia centrale e meridionale», curata da Fulvio Delle Donne per la casa editrice Nuovi Segnali[8]:

  • Bartolommeo Capasso, Le Cronache de li antiqui Re del Regno di Napoli di D. Gaspare Fuscolillo, in «Archivio storico delle province napoletane» I, 1876, pp. 35–81, pp. 533–64, pp. 621–48;
  • Nadia Ciampaglia, Gasparro Fuscolillo. Croniche. Edizione critica e studio linguistico, in «Testis temporum. Fonti e studio sul medioevo dell'Italia centrale e meridionale»», collana curata da Fulvio Delle Donne, Editore Nuovi Segnali, 2008 ISBN 978-8-88-979007-6

Altre opere[modifica | modifica wikitesto]

Oltre a quello che è tramandato, egli stesso dichiara di essere autore di altri scritti e di appunti sparsi e non ancora organizzati in libri. Tali materiali vengono da lui indicati come a disposizione del lettore che vi volesse cercare ciò che non era stato in grado di trovare nel suo manoscritto. Di tali opere, tuttavia, non è stato tramandato nulla.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nadia Ciampaglia, op. cit., 2008, p. XIV
  2. ^ a b Nadia Ciampaglia, op. cit., 2008, p. XIII
  3. ^ Nadia Ciampaglia, op. cit., 2008, p. XLIV
  4. ^ Nadia Ciampaglia, op. cit., 2008, p. XV
  5. ^ a b Nadia Ciampaglia, op. cit., 2008, p. IX
  6. ^ Si tratta della Breve informacione tracta de diverse croniche che fay a vuy nostro signore rey Luyse lo vostro fidelissimo vassallo Bartholomeo Caraczolo dicto Carrafa cavaliere de Napoli, dedicata a Luigi di Taranto, re consorte di Giovanna I d'Angiò, che lo aveva sposato in seconde nozze. L'autore è stato riconosciuto in Bartolomeo Caracciolo (n. 1330 ca. - m. 7 dicembre 1362), nobile, funzionario e diplomatico del Regno. La Breve informazione è un'epitome di storia del Regno di Napoli, dalle origini della monarchia a alla morte di Roberto d'Angiò, e costituisce parte dell'anonima Cronaca di Partenope, una storia vernacolare di Napoli dall'antichità fino al 1343.
  7. ^ Nadia Ciampaglia, op. cit., 2008, p. X
  8. ^ N. Ciampaglia, Gasparro Fuscolillo. Croniche. Edizione critica e studio linguistico, pp. CCXXVI-344, collana «Testis temporum» curata da Fulvio Delle Donne, Editore Nuovi Segnali, Arce, 2008 ISBN 978-88-89790-07-6

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Nadia Ciampaglia, Gasparro Fuscolillo. Croniche. Edizione critica e studio linguistico. Coll. «Testis temporum», curata da Fulvio Delle Donne, Editore Nuovi Segnali, 2008 ISBN 978-8-88-979007-6
  • Michela Russo, La metafonia napoletana: evoluzione e funzionamento sincronico, Peter Lang, 2007 ISBN 978-3-03-911295-1
  • Bartolommeo Capasso, Le Cronache de li antiqui Re del Regno di Napoli di D. Gaspare Fuscolillo, in «Archivio storico delle province napoletane» I, 1876, pp. 35–81, pp. 533–64, pp. 621–48

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]