Giamblico (scrittore erotico)

Giamblico (in greco antico: Ἰάμβλιχος?; Siria, prima metà II secolo d.C.? – dopo il 191 d.C.?) è stato un romanziere greco antico di origine siriana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Sappiamo ben poco di Giamblico. Nato in Siria, era certamente di cultura greca e forse fu maestro di retorica. Vissuto nel II secolo, era probabilmente attivo durante l'impero di Marco Aurelio. Come egli stesso diceva di sé:[1]

«Asserisce di essere babilonese e di avere appreso l'arte magica, ma di avere avuto anche istruzione greca e di essere fiorito ai tempi di Soemo, figlio di Achemenide figlio di Arsace, che era re per discendenza regale e pur tuttavia fece parte del senato romano e fu console e poi nuovamente re della Grande Armenia. Dice dunque di essere fiorito ai tempi di costui. Precisa che imperatore dei Romani era Antonino: e quando Antonino, dice, mandò l'imperatore Vero e il fratello, che era anche suo genero, a combattere contro Vologese re dei Parti, egli predisse la futura guerra ed il suo esito. Dice che Vologese fuggì al di là dell'Eufrate e del Tigri e che la terra dei Parti divenne soggetta ai Romani.»

Da queste informazioni è possibile, grosso modo, ricavare le date per fissare l'attività letteraria di Giamblico, il cui nome è chiaramente di origine siriana, anche se egli, in linea con l'ambientazione del suo romanzo, si autodefiniva babilonese e mago. L'imperatore Antonino a cui si riferisce nella digressione autobiografica è chiaramente Marco Aurelio (138-161 d.C.), come risulta dall'allusione al fatto che Vologese III d'Armenia (147-191) ristabilì l'ordine nei propri domini, che decurtò della Mesopotamia a favore di Roma, nel 165, in una guerra che fu costretto a sostenere a favore delle armate di Lucio Vero e dello stesso Marco Aurelio, figli adottivi di Antonino Pio.

Le date dell'attività di Giamblico, dunque, hanno come terminus post quem il 165 e giungono quantomeno al 191.

Le storie babilonesi[modifica | modifica wikitesto]

Per noi Giamblico è l'autore del romanzo Le storie babilonesi (Βαβυλωνιακὰ). Il romanzo è perduto, ma ne resta l'epitome contenuta nel codice 94 della Biblioteca di Fozio (che gli assegna il titolo Dramatikòn) e piccoli frammenti, restituiti soprattutto da molte citazioni della Suda.

Il romanzo, forse (al dire di Fozio) in 16 libri, ambientato nei pressi di Babilonia, racconta la lunga serie di peripezie di una coppia di sposi innamorati, Rodane e Sidonide, costretti a fuggire dal re di Babilonia, Garmo, che si era invaghito della giovane. Nella lunga serie di disavventure (che si concludono felicemente con l'ascesa di Rodane al trono di Babilonia) Giamblico inseriva digressioni sulle arti magiche e su leggende e usanze mesopotamiche, e includeva molte descrizioni erotiche, da Fozio considerate moderatamente oscene.

L'epitome fornisce una chiara descrizione dell'intreccio, ma non permette di giudicare le qualità letterarie di Giamblico, né lo spessore psicologico dei personaggi: in effetti, dal riassunto appare chiaro come il romanzo puntasse fortemente sull'elemento della gelosia e, da qualche frammento, appare il solito dualismo tra protagonisti e villain - soprattutto secondari. Solo di Sinonide, dall'epitome e dai frammenti, viene sottolineata la folle gelosia, di chiara matrice orientale, che ne fa un'eroina molto più vivida delle solite protagoniste dei racconti greci. Troppo poco, comunque, per valutare con certezza l'opera di Giamblico e renderci conto dei motivi della fortuna che il romanzo ebbe fino al X secolo, come attestano le numerose citazioni del lessico Suda.[2]

Edizioni e traduzioni[modifica | modifica wikitesto]

  • E. Habrich, Iamblichi Babyloniacorum reliquiae, Leipzig, Teubner, 1960.
  • Photius, Bibliothèque, Tome II: Codices 84-185, Paris, Les Belles Lettres, 1934 (ristampa 1971). ISBN 2-251-32221-3
  • Giamblico, Le storie babilonesi, trad. e note di R. Nuti, in Q. Cataudella (a cura di), Il romanzo antico greco e latino, Firenze, Sansoni, 1958, pp. 253–265, 1377. ISBN 8838311587
  • Giamblico, Le storie babilonesi, a cura di R. Sevieri, Milano, La Vita Felice, 2017.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giamblico, Le storie babilonesi, in Fozio, cod. 94, 10 - trad. A. D'Andria.
  2. ^ Cfr. R. Nuti, Nota a Giamblico, Le storie babilonesi, in Il romanzo antico greco e latino, a cura di Q. Cataudella, Milano 1958, p. 254.

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