Giampietro Puppi

Giampietro Puppi (Bologna, 20 novembre 1917Bologna, 25 dicembre 2006) è stato un fisico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Laureatosi in fisica nel 1939 presso l’Università degli Studi di Padova, durante la seconda guerra mondiale fu tenente di vascello e gli furono conferite due medaglie al valor militare.[1] Nel dopoguerra insegnò fisica teorica all'Università degli Studi di Napoli Federico II, all'Università di Bologna e presso la sua alma mater.[1] Nel 1954 ritornò all'Università di Bologna come direttore dell’Istituto di fisica; qui inoltre fu professore di fisica superiore fino al 1964, e professore di fisica generale fino al 1979.[1]

Campo prediletto della sua ricerca furono i raggi cosmici, e il suo studio Sui mesoni dei raggi cosmici, pubblicato per la prima volta nel 1948 su Il Nuovo Cimento, ebbe risonanza internazionale e anticipò il concetto di universalità delle interazioni deboli.[1]

Fu insignito del premio Feltrinelli 1954 per l'astronomia, geodesia e geofisica.[1] Tra il 1958 e il 1962 fu membro del Consiglio superiore del ministero della Pubblica Istruzione.[1] Tra il 1992 e il 1993 fu assessore del Comune di Venezia alla programmazione della mobilità ed ai progetti speciali.[1] Fu anche presidente di alcune società pubbliche, tra cui Tecnomare e Optimes, e di alcuni istituti di ricerca, tra cui l'European Space Research Organisation.[1]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Archiginnasio d'oro - nastrino per uniforme ordinaria
«Per la sua attività di scienziato e l'opera organizzativa esplicata quale direttore dell'Istituto di Fisica "Augusto Righi", di cui ha saputo fare un centro vivo di ricerche che si è imposto all'attenzione dell'Italia e del mondo»
— 17 febbraio 1963 [3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Giorgio Dragoni, Puppi, Giampietro, in Dizionario biografico degli italiani, Volume 85, Treccani, 2016.
  2. ^ Quirinale.it. URL consultato il 4 febbraio 2021.
  3. ^ Archivio storico Comune di Bologna, su comune.bologna.it. URL consultato il 4 febbraio 2021.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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