Giovanni Maria Veraci

Giovanni Maria Veraci (Firenze, ... – 1781) è stato un ingegnere e cartografo italiano del Granducato di Toscana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Originario di Firenze, nacque tra la fine del XVII e gli inizi del XVIII secolo, e la sua attività come ingegnere delle Regie possessioni granducali è documentata dal 1722.[1] Dal 1º maggio 1729 fu membro dell'Accademia delle arti del disegno, ricoprendo più volte gli incarichi di console e consigliere.[2]

Il 6 luglio 1722 redasse insieme a Giulio Ambrogio Giannetti la Pianta di parte del confine di Pietrabuona con lo Stato di Lucca.[1] Tra il novembre 1722 e l'ottobre 1724 seguì Luigi Guido Grandi nelle visite a Barga e a Gallicano per i lavori del fiume Serchio, mentre tra il 1730 e il 1733 si occupò degli studi sul Bisenzio, circa la terminazione dell'alveo presso la confluenza nell'Arno.[1] Nel 1735 fu ancora al seguito di Grandi nel Valdarno inferiore tra l'Arno e il canale Usciana, presso il padule di Fucecchio: alcuni anni dopo realizzò una serie di proposte illustrate per la sistemazione delle sponde tra Fucecchio e Montecalvoli, danneggiate da un'esondazione; nel 1751 si occupò di alcune opere idrauliche insieme ad Angiolo Maria Mascagni e Antonio Falleri.[1]

Nel 1740 fece parte insieme a Pompeo Neri e Tommaso Perelli di una deputazione costituita per studiare lo stato e le necessità della provincia pisana, e a partire da quello stesso anno coordinò il gruppo di professionisti dello Scrittoio regio, tra i quali Angiolo Mascagni, Giuliano Anastagi, Bernardo Sansone Sgrilli e Giuseppe Soresina, che si occupava del rilevamento e della produzione di mappe e planimetrie delle ville e fattorie granducali.[1] Operò a Grosseto nel 1742 e fu in seguito membro, insieme ad Antonio Falleri, di una commissione atta a risolvere una questione legata ai confini tra Pontremoli e la Repubblica di Genova.[3] Nel 1755 sostituì Luigi Orlandi quale ingegnere dell'Ordine di Santo Stefano, i cui compiti si concentrarono sui lavori idraulici della Valdichiana e sulla gestione dei beni dell'ente nelle province di Firenze e Pisa; dal 1769 gli fu affiancato Giovanni Franceschi quale collaboratore.[1]

Tra il 1758 e il 1759 prese parte alle visite nel territorio grossetano guidate dal matematico Leonardo Ximenes, circa la predisposizione di un progetto di bonifica del lago di Castiglione.[4] La sua attività continuò prolificamente al servizio dello Stato lorenese, dell'ordine e anche di privati, come nel caso della commissione per conto del marchese Feroni in Valdinievole.[5][6] Si oppose più volte alle proposte dello Ximenes, spesso operando soluzioni contrarie a quelle predisposte dal matematico.[1] Morì nel 1781.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Giovanni Maria Veraci, su Digital DISCI. URL consultato il 13 settembre 2023.
  2. ^ Giovanni Maria Veraci, su Accademia delle arti del disegno. URL consultato il 13 settembre 2023.
  3. ^ Raffo Maggini 2001, pp. 21-29.
  4. ^ Barsanti, Rombai 1987, p. 66.
  5. ^ Barsanti, Rombai 1986, p. 122.
  6. ^ Barsanti, Rombai 1987, p. 53.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Danilo Barsanti e Leonardo Rombai, La guerra delle acque in Toscana. Storia delle bonifiche dai Medici alla Riforma agraria, Firenze, Edizioni Medicea, 1986.
  • Danilo Barsanti e Leonardo Rombai, Leonardo Ximenes, uno scienziato nella Toscana lorenese del Settecento, Firenze, Edizioni Medicea, 1987.
  • Olga Raffo Maggini, Pontremoli e il territorio attraverso la cartografia, Luna Editore, 2001.
  • Leonardo Rombai, Carlo Vivoli e Diana Toccafondi, Documenti geocartografici nelle biblioteche e negli archivi privati e pubblici della Toscana, vol. 1, L. S. Olschki, 1987.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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