Giro di Sardegna

Giro di Sardegna
Sport Ciclismo su strada
TipoGara individuale
CategoriaUomini Elite
UCI Europe Tour - Classe 2.1
FederazioneUnione Ciclistica Internazionale
PaeseBandiera dell'Italia Italia
LuogoSardegna
OrganizzatoreAngulus Ridet
DirettoreStefano Pilato
CadenzaAnnuale
Aperturaottobre[1]
FormulaCorsa a tappe
Sito Internetwww.ilgirodisardegna.it
Storia
Fondazione1958
Soppressione2020
Numero edizioni30
DetentoreBandiera della Slovacchia Peter Sagan
Record vittorieBandiera del Belgio Eddy Merckx (4)
Ultima edizioneGiro di Sardegna 2011

Il Giro di Sardegna è stata una corsa a tappe di ciclismo su strada che si correva in Sardegna nel mese di febbraio.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'olandese Jo de Roo, al centro, posa da vincitore della terza edizione nel 1960
Da destra a sinistra, Eddy Merckx, Patrick Sercu, Giancarlo Polidori, Felice Gimondi e Gösta Pettersson in direzione di Oristano nell'edizione del 1970
L'taliano Felice Gimondi a sinistra in maglia Salvarani e il belga Eddy Merckx a destra con la maglia rossoblù di leader della classifica generale al Giro di Sardegna 1968.
Il futuro tri-campione del mondo Peter Sagan in maglia biancorossoblù sul gradino più alto del podio dell'edizione 2011

Il ciclismo professionistico sbarcò in Sardegna già nel 1948 con la Classica Sarda, corsa in linea da Sassari a Cagliari lungo la Strada Statale 131, evento culmine della Settimana Ciclistica Sarda, un insieme di competizioni collaterali slegate tra loro e senza classifica generale su circuiti cittadini, gare a punti o gare a cronometro[2]. Dieci anni dopo, nel 1958 Franco Pretti, ex marciatore cagliaritano e atleta olimpico a Los Angeles 1932 e Londra 1948 e al tempo coinvolto nel ciclismo con l'Audax, formazione sarda da lui creata, decise di creare una corsa a tappe nell'isola, grazie anche all'appoggio morale e politico dell'allora presidente della Repubblica sardo Antonio Segni[3][4]. Pretti ebbe l'intuizione di puntare soprattutto sulle maggiori squadre straniere e dei loro campioni più rappresentativi, invitandole a rifinire la preparazione in Sardegna nonché coinvolgendo anche i giornalisti, al fine di garantirsi un adeguato ritorno di immagine[5]. Nacque così il primo Giro ciclistico della Sardegna[6].

Il Giro di Sardegna negli anni sessanta e settanta acquisì quindi subito un notevole rilievo internazionale, tanto che nell'albo d'oro figurano i maggiori campioni di ciclismo dell'epoca, come Eddy Merckx, Jacques Anquetil, Vittorio Adorni e Marino Basso. La corsa segnava tradizionalmente l'inizio della stagione ciclistica e veniva usata come corsa di preparazione alla stagione primaverile, sul modello francese della Parigi-Nizza, nonché come banco di prova per la più importante classica invernale, la Milano-Sanremo. Tradizionalmente la corsa a tappe era seguita da una corsa in linea, la Classica Sarda, da Sassari a Cagliari, qualche volta percorsa anche in senso inverso.

Nei primi anni della corsa l'Audax, in modo da propagandare la Sardegna come destinazione accessibile[6], decise che la partenza doveva avvenire dal Continente con una o due tappe e poi il trasferimento nell'Isola. La prima edizione del 1958 infatti partì con la Roma > Civitavecchia, con un successivo imbarco in nave per la seconda tappa la Olbia > Nuoro[7]. La corsa ebbe la sua presentazione ufficiale il 22 febbraio in via del Corso di fronte al Palazzo Sciarra, allora sede de Il Giornale d'Italia sponsor e organizzatore delle prime edizioni, e partì da Castel Sant'Angelo, con chilometro zero in via Duca d'Aosta con un totale di 48 corridori divisi in 12 squadre da 4 corridori ciascuno. Al primo foglio firma si presentarono campioni del calibro di Fausto Coppi, Ercole Baldini in maglia tricolore, Gastone Nencini ma anche Louison Bobet, Rik van Looy e Federico Bahamontes tra gli stranieri. La corsa già da quella prima edizione previde un ricco montepremi, oltre sei milioni di lire, mentre come simbolo del primato venne scelta una maglia bianca fasciata di rossoblu, colori comuni nell'Isola di derivazione sabauda[8]. La corsa, falcidiata anche dalla bufera di neve trovata al passaggio nell'Altopiano di Campeda, fu vinta dal francese Antonin Rolland che scrisse così il suo nome per primo sull'albo d'oro.[9]

Nel 1960 due tappe arrivarono a Formia e a Napoli[10] e nel 1964 la prima tappa fu Roma > Napoli.[11]

La gara si svolse ininterrottamente dal 1958 al 1978, fino al 1979 quando ci fu il primo stop: l'organizzazione, vista la difficile condizione economica della Sardegna a causa del fallito Piano di Rinascita e le troppe tensioni sociali, temeva rappresaglie da parte dei lavoratori e degli abitanti delle zone interne ai danni della corsa e degli atleti[12] e venne sostituito dal Giro del Trentino.

Nel 1980 l'organizzazione passa in mano a Rizzoli, editore de La Gazzetta dello Sport e organizzatore del Giro d'Italia[13], e la corsa viene vinta da Gregor Braun con anche una coda polemica per via di una combine che permise al tedesco di approfittare del lavoro di altre squadre (poi solo multate giorni dopo[14]) divenute alleate in cambio di soldi.[15] Ciononostante la corsa, considerata ormai una classica di inizio stagione, inizia la sua fase discendente. Nel 1981 altro stop immotivato, e per tale ragione gli organizzatori vengono anche multati dall'Unione Ciclismo Italiano Professionistico con una somma di 500.000 lire, poi altre due edizioni che videro il successo di Giuseppe Saronni e nuovamente di Braun e infine una profonda crisi nel ciclismo sardo fece sparire la corsa dal calendario internazionale, salvo due sporadiche edizioni nel 1996 e nel 1997, valevoli per la Settimana Internazionale di Coppi e Bartali.[16]

Con il ritorno nell'isola del Giro d'Italia del 2007, dopo sedici anni dalle ultime tappe in terra sarda (Giro d'Italia 1991), si cercò di riformarla: dopo un primo approccio tentato nel 2008, quando la corsa era stata inserita nel calendario UCI ma poi cancellata per mancanza di fondi, il Giro di Sardegna fu organizzato nuovamente nel 2009. Si disputò dal 24 al 28 febbraio e vide l'affermazione finale di Daniele Bennati.

Nel 2010 sull'albo d'oro, dopo 27 anni, ritornò il nome di un corridore straniero: ad aggiudicarsi il Giro dopo il tedesco Braun è infatti fu il ceco Roman Kreuziger. Nel 2012 il terzo stop. Dopo che fu annunciato il percorso della XXVII edizione, si decise di interrompere l'organizzazione e annullare l'evento per mancanza di fondi necessari.[17]

Nel luglio 2020 venne annunciato il ritorno della gara, con partenza e arrivo a Olbia, organizzata dalla Angulus Ridet, società di Stefano Pilato (già organizzatore delle ultime tre edizioni),coadiuvata nella comunicazione dalla società Extragiro e come partner tecnico dalla Nuova Ciclistica Placci, già organizzatrice del Giro d'Italia Under-23 e del campionato del mondo a Imola dello stesso anno. Venne inizialmente insolitamente piazzata a fine ottobre anche per disputare un numero minimo nel calendario 2020, visto lo stravolgimento a causa della pandemia di COVID-19, con l'impegno di proseguire poi dal 2021 nella tradizionale collocamento tra febbraio e marzo[18]. Vennero scelte le date dal 28 ottobre al 1º novembre, tuttavia a sole due settimane dal via l’organizzazione, in accordo con la Regione Autonoma della Sardegna, la Federazione Ciclistica Italiana e l'UCI decise di cancellare la corsa e far slittare la ripartenza, collocandola inizialmente proprio a febbraio del 2021 come da tradizione, in modo da garantire anche condizioni di allenamento e preparazione in vista del rilancio della manifestazione e della nuova stagione agonistica[19], ma poi definitivamente viene collocata nella seconda settimana di ottobre.

Tuttavia a fine estate gli organizzatori rinunciarono alla realizzazione della 31ª edizione (numero ordinale, inserito nella denominazione ufficiale, che teneva conto anche dell'edizione 2020 annullata[20]) a causa del mancato supporto economico della Regione Autonoma della Sardegna, che invece scelse di finanziare la neonata Settimana Ciclistica Italiana disputatasi a metà luglio, pertanto nel settembre 2021 la corsa venne ufficialmente depennata dal calendario mondiale dell'UCI[21].

Albo d'oro[modifica | modifica wikitesto]

Rik Van Looy, ciclista belga, con la tradizionale maglia di leader della classifica generale di colore bianco cinta da una fascia orizzontale rossoblu
Anno Vincitore Secondo Terzo
1958 Bandiera della Francia Antonin Rolland Bandiera del Belgio Désiré Keteleer Bandiera del Belgio Rik Van Looy
1959 Bandiera del Belgio Rik Van Looy Bandiera dell'Italia Aldo Moser Bandiera dell'Italia Gastone Nencini
1960 Bandiera dei Paesi Bassi Jo de Roo Bandiera dell'Italia Arnaldo Pambianco Bandiera del Belgio Raymond Impanis
1961 Bandiera del Belgio Emile Daems Bandiera dell'Italia Arnaldo Pambianco Bandiera della Francia Jean Stablinski
1962 Bandiera del Belgio Rik Van Looy Bandiera dell'Italia Diego Ronchini Bandiera dell'Italia Nino Defilippis
1963 Bandiera dell'Italia Arnaldo Pambianco Bandiera del Belgio Rik Van Looy Bandiera dell'Italia Franco Cribiori
1964 Bandiera dell'Italia Vittorio Adorni Bandiera dei Paesi Bassi Huub Zilverberg Bandiera dell'Italia Guido De Rosso
1965 Bandiera del Belgio Rik Van Looy Bandiera dell'Italia Romeo Venturelli Bandiera dell'Italia Roberto Poggiali
1966 Bandiera della Francia Jacques Anquetil Bandiera dell'Italia Graziano Battistini Bandiera dell'Italia Flaviano Vicentini
1967 Bandiera dell'Italia Luciano Armani Bandiera dell'Italia Pietro Guerra Bandiera dei Paesi Bassi Jos Van Der Vleuten
1968[22] Bandiera del Belgio Eddy Merckx Bandiera dell'Italia Italo Zilioli Bandiera dell'Italia Vito Taccone
1969 Bandiera dell'Italia Claudio Michelotto Bandiera dell'Italia Giancarlo Polidori Bandiera dell'Italia Giuseppe Fezzardi
1970 Bandiera del Belgio Patrick Sercu Bandiera del Belgio Eddy Merckx Bandiera dell'Italia Felice Gimondi
1971 Bandiera del Belgio Eddy Merckx Bandiera della Svezia Gösta Pettersson Bandiera del Belgio Herman Van Springel
1972 Bandiera dell'Italia Marino Basso Bandiera del Belgio Antoon Houbrechts Bandiera del Belgio Patrick Sercu
1973 Bandiera del Belgio Eddy Merckx Bandiera del Belgio Herman Van Springel Bandiera della Svezia Gösta Pettersson
1974 Bandiera del Belgio Rik Van Linden Bandiera dell'Italia Luciano Borgognoni Bandiera dell'Italia Enrico Paolini
1975 Bandiera del Belgio Eddy Merckx Bandiera dell'Italia Italo Zilioli Bandiera della Norvegia Knut Knudsen
1976 Bandiera del Belgio Roger De Vlaeminck Bandiera dell'Italia Franco Bitossi Bandiera dell'Australia Gary Clively
1977 Bandiera del Belgio Freddy Maertens Bandiera del Belgio Rik Van Linden Bandiera del Belgio Patrick Sercu
1978 Bandiera della Norvegia Knut Knudsen Bandiera del Belgio Ronald De Witte Bandiera della Svizzera Josef Fuchs
1979 non disputato
1980 Bandiera della Germania Ovest Gregor Braun Bandiera della Norvegia Knut Knudsen Bandiera dell'Italia Roberto Visentini
1981 non disputato
1982 Bandiera dell'Italia Giuseppe Saronni Bandiera dell'Italia Emanuele Bombini Bandiera dell'Italia Giuseppe Petito
1983 Bandiera della Germania Ovest Gregor Braun Bandiera della Svizzera Urs Freuler Bandiera della Francia Marc Madiot
1984-1995 non disputato
1996 Bandiera dell'Italia Gabriele Colombo Bandiera dell'Italia Adriano Baffi Bandiera dell'Italia Maurizio Fondriest
1997 Bandiera dell'Italia Roberto Petito Bandiera dell'Italia Claudio Chiappucci Bandiera dell'Italia Alessandro Bertolini
1998-2008 non disputato
2009 Bandiera dell'Italia Daniele Bennati Bandiera dell'Italia Oscar Gatto Bandiera dell'Italia Alessandro Ballan
2010 Bandiera della Rep. Ceca Roman Kreuziger Bandiera degli Stati Uniti Christopher Horner Bandiera della Francia Thomas Voeckler
2011 Bandiera della Slovacchia Peter Sagan Bandiera della Colombia José Serpa Bandiera dell'Italia Damiano Cunego
2012-2019 non disputato
2020 cancellata per la Pandemia di COVID-19
2021 annullata per problematiche economiche derivanti dall'organizzazione[23]

FONTE: Memoire du Cyclisme[24]

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

La maglia bianca fasciata di rossoblù, simbolo che distingueva il leader della classifica generale.

Vittorie per nazione[modifica | modifica wikitesto]

Pos. Nazione Vittorie
1 Bandiera del Belgio Belgio 12
2 Bandiera dell'Italia Italia 9
3 Bandiera della Francia Francia 2
Bandiera della Germania Germania 2
5 Bandiera della Norvegia Norvegia 1
Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi 1
Bandiera della Rep. Ceca Rep. Ceca 1
Bandiera della Slovacchia Slovacchia 1

Vittorie individuali[modifica | modifica wikitesto]

Pos. Nome Vittorie Edizioni
1 Bandiera del Belgio Eddy Merckx 4 1968, 1971, 1973, 1975
2 Bandiera del Belgio Rik Van Looy 3 1959, 1962, 1965
3 Bandiera della Germania Ovest Gregor Braun 2 1980, 1983

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Collocazione nel calendario dal 2021 ma tradizionalmente disputata in febbraio
  2. ^ Coppi contro Baldini nella Settimana sarda, in La Stampa, 24 febbraio 1957. URL consultato il 1º dicembre 2021.
  3. ^ Da Van Looy ad Adorni, da Merckx a Petito. Nell'albo d'oro tutto il Gotha del ciclismo, in La Nuova Sardegna, 12 febbraio 2009. URL consultato il 4 giugno 2021 (archiviato dall'url originale il 3 giugno 2021).
  4. ^ Ciclismo, così è cambiata la geografia del pedale, in L'Unione Sarda, 24 gennaio 2020. URL consultato il 4 giugno 2021.
  5. ^ La Sardegna e il ciclismo. URL consultato il 4 giugno 2021.
  6. ^ a b Memorie: Ciclismo. URL consultato il 4 giugno 2021.
  7. ^ Definito il percorso del giro di Sardegna (PDF), in L'Unità, 19 febbraio 1958. URL consultato il 24 giugno 2020.
  8. ^ Quarantotto assi italiani e stranieri al via nel Giro ciclistico della Sardegna, in Corriere della Sera, 23 febbraio 1958.
  9. ^ Dominano gli stranieri sul traguardo di Civitavecchia (PDF), in L'Unità, 24 febbraio 1958. URL consultato il 24 giugno 2020.
  10. ^ Volatone ad Oristano e guizzo di Van Looy (PDF), in L'Unità, 3 marzo 1960. URL consultato il 24 giugno 2020.
  11. ^ Oggi con la Roma - Napoli inizia il Giro di Sardegna (PDF), in L'Unità, 1º marzo 1964. URL consultato il 24 giugno 2020.
  12. ^ Un no ingiustificato per il Giro di Sardegna (PDF), in L'Unità, 8 febbraio 1979. URL consultato il 24 giugno 2020.
  13. ^ Moser, migliore a cronometro conquista la maglia di leader (PDF), in L'Unità, 9 marzo 1980. URL consultato il 24 giugno 2020.
  14. ^ Solo una multa per i fattacci del «Sardegna» (PDF), in L'Unità, 6 marzo 1980. URL consultato il 24 giugno 2020.
  15. ^ Indecorosa resa dei «campioni» La Cagliari-Sassari vinta da Parsani (PDF), in L'Unità, 29 febbraio 1980. URL consultato il 24 giugno 2020.
  16. ^ Modificate alcune date del calendario «prof» (PDF), in L'Unità, 14 aprile 1981. URL consultato il 24 giugno 2020.
  17. ^ Ciclismo, salta il Giro di Sardegna "Non è stato raggiunto il budget", su unionesarda.it. URL consultato il 25 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 30 luglio 2012).
  18. ^ Sardegna in festa, torna il Giro dell’isola: dal 28 ottobre al 1º novembre, il via a Olbia, su gazzetta.it, 16 luglio 2020. URL consultato il 16 agosto 2020.
  19. ^ Nel 2021 il ciclismo ripartirà dalla Sardegna. il Giro di Sardegna slitta avanti di qualche mese, su ilgirodisardegna.it, 12 ottobre 2020. URL consultato il 13 ottobre 2020.
  20. ^ Matteo Porcu, Ciclismo, il Giro di Sardegna dal 12 al 16 ottobre, in Centotrentuno.com, 8 gennaio 2021. URL consultato il 23 settembre 2021.
  21. ^ Giro di Sardegna 2021, la corsa non si farà: “La Regione non ha finalizzato gli accordi”, su cyclingpro.net, 22 settembre 2021. URL consultato il 23 settembre 2021.
  22. ^ Gli italiani Luciano Armani e Vittorio Adorni, rispettivamente secondo e terzo, furono declassati
  23. ^ Giro di Sardegna, l'UCI annulla la corsa, su sportpaper.it.
  24. ^ Giro di Sardegna (Ita) - Cat.2.1, su memoire-du-cyclisme.eu. URL consultato il 21 febbraio 2012.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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