Giuseppe Mayno

Giuseppe Mayno (Spinetta Marengo, 1780Alessandria, 12 aprile 1806) è stato un brigante italiano, attivo dal 1803 al 1806, noto nella cultura popolare come Mayno della Spinetta (o della Fraschetta).

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Gli inizi[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Spinetta Marengo in una famiglia umile e numerosa, figlio di Giuseppe Mayno (carrettiere) e Maria Roveda. Studia in seminario fino a quando, nel 1794, si arruola nell'esercito regio. Di carattere ribelle, dopo un litigio con un ufficiale diserta il suo reggimento stanziato a Tortona. Si rifugia presso la comunità valdese del cuneese, in cui rimane fino al 1796, anno in cui si arruola nell'Armata d'Italia.

Congedatosi nel 1803, il 19 febbraio dello stesso anno sposa Cristina Ferraris, nipote del parroco di Spinetta. Secondo la tradizione si diede alla macchia il giorno del suo matrimonio per aver infranto una legge degli occupanti francesi che vietava l'utilizzo di armi da fuoco durante le celebrazioni e ucciso uno dei gendarmi che ne contestava l'uso[1]. Secondo altre versioni rifiuta con alcuni fratelli il servizio di leva nell'esercito napoleonico (legge sulla coscrizione obbligatoria del 20 aprile 1802) e diventa capo di una banda armata che arriva a contare, secondo le cronache popolari, 200 uomini a piedi e 40 uomini a cavallo. Da quel giorno entra nella leggenda popolare come l'eroico bandito che difende i contadini e la povera gente dalle angherie degli occupanti francesi.

Simbolo di riscatto[modifica | modifica wikitesto]

Diventa un simbolo del riscatto sociale e della resistenza alle truppe napoleoniche, un Robin Hood piemontese[2] che si nasconde nel bosco della Fraschetta, zona alle porte di Alessandria e teatro della battaglia di Marengo ed organizza azioni contro le truppe francesi di stanza a Marengo. Tra le azioni più famose della sua banda, le più clamorose sono l'aggressione al Ministro Antoine Christophe Saliceti, commissario del governo napoleonico, al generale Édouard Jean-Baptiste Milhaud e nel novembre 1804 al convoglio di papa Pio VII diretto a Parigi per l'incoronazione di Napoleone[1].

Le sue gesta proseguirono per tre anni, grazie alla collaborazione della popolazione e ad una leggendaria abilità nei travestimenti. Noto ai francesi come il bandito di Marengo, e definito popolarmente terreur des Departements au delà des Alpes, Mayno amava definirsi Re di Marengo e Imperatore delle Alpi in sberleffo a Napoleone.

La fine[modifica | modifica wikitesto]

Il 12 aprile 1806[3], recandosi nottetempo all'abitazione della moglie Cristina, gli viene tesa un'imboscata favorita probabilmente da una spia. Prima di essere ucciso Mayno riesce comunque a uccidere anch'egli tre gendarmi fra cui il luogotenente Gouin.
Il corpo del Mayno, sfigurato dai colpi d'arma da fuoco e dai fendenti di spada, viene esposto per tutta la giornata in Piazza D'Armi ad Alessandria, con appeso un cartello con su scritto Così finisce Giuseppe Mayno della Spinetta, brigante. Il suo corpo, gettato in una fossa comune, non sarà mai più rintracciato dopo il seguente fatto: il becchino che aveva effettuato la sepoltura, tale Giacomo Sala, è stato infatti poi arrestato il 15 aprile poiché aveva sotterrato il cadavere del Giuseppe Mayno completamente nudo. La polizia ritenne che ciò fosse dovuto al fatto che i vestiti del Mayno erano stati o venduti o conservati come reliquie.
La leggenda del Mayno è arrivata fino ai giorni nostri, anche grazie all'opera di Stendhal.

Il mito[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la sua morte iniziano subito a fiorire leggende e racconti che daranno vita a numerose filastrocche, romanzi, barzellette, maschere e produzioni teatrali fino ai nostri giorni.

Mayno viene citato da Cesare Lombroso nel sesto capitolo de L'Uomo delinquente intitolato '"Affetti e passioni dei delinquenti" ove osserva "Mayno della Spinetta era fedele e appassionato marito; e in causa della moglie fu preso"[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b MAYNO, Giuseppe, detto Mayno della Spinetta
  2. ^ Mayno della Spinetta: il Robin Hood piemontese
  3. ^ Giorgio Enrico Cavallo, La tirannia della libertà: il Piemonte dai Savoia a Napoleone, Collegno, Chiaramonte Editore, 2016, p. 207, ISBN 978-88-95721-54-5.
  4. ^ p. 385 C. Lombroso , L'uomo delinquente, Fratelli Bocca editori, Torino, 1889

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • opere storiche
    • Franco Castelli, Mayno della Spinetta: un brigante fra storia e leggenda, saggio critico introduttivo al romanzo di V. Bellone "Mayno della Spinetta" (1935), Torino, Viglongo, 1977
    • Francesco Gasparolo, La banda di Mayno della Spinetta, Contributo alla storia del brigantaggio in Italia nel secolo XIX, Rivista di Storia, Arte e Archeologia della Provincia di Alessandria, 1905, fasc. XIX, pp. 345 ss. ID., Alessandria nel periodo napoleonico, ivi, IX (1900), I
    • Sergio Novelli, Mayno della Spinetta. I percorsi del teatro e le fonti del racconto, Università di Bologna, Facoltà di Lettere e Filosofia, DAMS, anno accademico 1986/87
    • Michele Ruggiero, Briganti del Piemonte napoleonico, Torino, Le Bouquiniste, 1968 ID.
    • Michele Ruggiero, La rivolta dei contadini piemontesi 1796-1802, Torino, Piemonte in bancarella, 1974
    • Mario Reviglio, Briganti e brigantesse in Piemonte. Fuorilegge, banditi e ribelli, Torino, Il Punto, 2012
  • opere letterarie
    • Luigi Forti, Mayno della Spinetta capo di banditi, commedia in sette parti, Milano, Brambilla, 1845 (ristampe 1882 e 1896, Milano, Barbini)
    • Francesco Viganò, Il brigante di Marengo o sia Mayno della Spinetta, leggenda popolare, 2 voll., Milano, Borroni e Scotti, 1845 (2ª ed., ivi, 1853; 4ª ed., Milano, Guigoni, 1891)
    • Francesco Viganò, Le avventure singolari del famoso brigante Giuseppe Mayno della Spinetta, Milano, dalla Tipografia di Commercio, 1852
    • Giovanni Antonio Albera, Mayno della Spinetta, romanzo, Parma, Sarzi, 1873.
    • Vita di Giuseppe Antonio Mayno della Spinetta capo di briganti nella quale si raccontano le sue straordinarie vicende, aggiuntavi la Sentenza pronunciata dalla Suprema Commissione Militare sedente in Alessandria in nome del Re ed Imperatore Napoleone I, Novara, Fratelli Miglio, 1877
    • Il brigante di Marengo dove si leggono le sue grandi imprese contro i francesi, il suo amore per la moglie e la figlia, e come infine sorpreso a tradimento si uccidesse, Firenze, Salani, 1885 (Giannini): ristampa, Firenze, Salani, 1909 (Giannini)
    • Franco Livio Montefiore, Mayno della Spinetta, il bandito di Marengo, Milano, Soc. ed. Milanese, s.d.;
    • Eugenio Rontini, I briganti celebri italiani, Firenze, Salani, 1890;
    • Mayno della Spinetta, dramma nella Biblioteca ebdomadaria teatrale, n. 491, Milano, editore C. Barbini, 1896
    • Paul Heyse, L'imperatrice di Spinetta, (Die Kaiserin von Spinetta und andere Liebesgeschichten).
    • Vittorio Luciani, Mayno della Spinetta il brigante di Marengo, racconto popolare, MIlano, Soc. ed. Milanese, 1910
    • Bruno Santalena, Mayno della Spinetta il bandito di Marengo, Milano, Soc. ed. Milanese, 1913 (ristampa Alessandria, "Il Piccolo", 1966)
    • Il brigante di Marengo, Mayno della Spinetta, romanzo popolare, Milano, Bietti, s. d. (1920 circa)
    • Mayno della Spinetta (opuscolo popolare), Torino, Arneodo, s. d. (1920 circa)
    • Virgilio Bellone, Mayno della Spinetta, romanzo, Milano, Ceschina, 1935; ristampa con saggio critico introduttivo di F. Castelli, Torino, Viglongo, 1977
    • Max Dupons, Il re di Marengo. Il leggendario bandito patriotta dell'Epoca Napoleonica, Casa editrice Nerbini s.d.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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