Giustiniani (famiglia genovese)

Giustiniani
Di rosso al castello fortificato di tre torri, quella di mezzo più alta: il tutto d'oro, al capo d'oro alla aquila nascente coronata di nero
Stato Repubblica di Genova
Signoria di Chio
Bandiera dello Stato Pontificio Stato Pontificio
Regno d'Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Titoli
Data di fondazione1347[1]
Etniaitaliana
Rami cadetti
Stemma di Casa Giustiniani sulla facciata di Palazzo Marcantonio Giustiniani di Genova

I Giustiniani furono un importante albergo genovese, nato nel 1362 dall'aggregazione delle famiglie che costituivano la Maona di Chio, associazione commerciale incaricata dell'amministrazione dell'isola di Chio nel Mar Egeo.

Tra i diversi esponenti illustri compaiono letterati, cardinali e otto dogi della Repubblica di Genova.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Secondo una tradizione, le origini della famiglia Giustiniani sarebbero da ricercare nella Gens Anicia, un'antica gens romana. Secondo un'altra leggenda, famosa ma senza riscontri storici, sia i Giustiniani genovesi che l'omonima famiglia veneziana discenderebbero invece dall'imperatore bizantino Giustino II, nipote di Giustiniano I.[1]

Ascesa[modifica | modifica wikitesto]

Storicamente i Giustiniani genovesi nacquero come aggregazione di alcune famiglie che nel 1347 (o nel 1349 secondo altre fonti) erano state incaricate dal governo genovese dello sfruttamente dell'isola di Chio e delle vicine Cos, Samo, Icaria e Focea. Tali famiglie formarono un'associazione commerciale detta maona e nel 1362 decisero di associarsi in albergo e adottare Giustiniani come appellativo comune. Tale nome deriverebbe dal palazzo Giustiniani, la dimora genovese dove erano soliti riunirsi, forse in precedenza di proprietà della famiglia Giustiniani veneziana.[1][2]

I membri della prima maona Giustiniani furono Nicolò de Caneto da Lavagna, Giovanni Campi, Francesco Arangio, Nicolò di San Teodoro, Gabriele Adorno, Paolo Banca, Tommaso Longo, Andriolo Campi, Raffaello de Forneto, Luchino Negro, Pietro Oliverio e Francesco Garibaldi. Successivamente Caneto, Arangio e San Teodoro lasciarono la società e al loro posto entrarono Frogosi, Recanelli e Rocca.[1][3][4]

XVI secolo[modifica | modifica wikitesto]

I Giustiniani mantennero, con diverse fortune, il controllo di Chio fino al 1566. Per quasi due secoli godettero del titolo di signori dell'isola[5], potevano battere moneta e gestirono il monopolio del commercio del mastice estratto dal lentisco e dell'allume, oltre al commercio di sale, vino, seta e altre merci provenienti dal vicino oriente.[1][3]

Il 14 aprile 1566 Chio fu attaccata e conquistata dai turchi. Diversi notabili dell'isola furono catturati, i loro figli presi in ostaggio e diciotto di essi giustiziati. Tra i Giustiniani superstiti molti tornarono a Genova mentre altri si trasferirono a Roma, a Napoli o in altre città. Alcuni coloni rimasero infine a Chio e sull'isola è ancora presente il cognome Giustiniani e sue varianti.[1][3]

A Roma[modifica | modifica wikitesto]

Il marchese Vincenzo Giustiniani in un ritratto di Nicolas Régnier (1630 circa)

A Roma, dove già risiedeva il cognato cardinale Vincenzo, si trasferì Giuseppe Giustiniani che divenne ben presto, grazie alle sue grandi ricchezze, uno dei banchieri più in vista della città[6]. Tra i suoi figli, Benedetto divenne cardinale mentre Vincenzo fu un importante collezionista d'arte. A Roma Giuseppe acquistò il palazzo ora utilizzato come residenza del Presidente del Senato della Repubblica.[7]

A Roma vi sono una via dei Giustiniani di fronte al palazzo di Giuseppe Giustiniani e una piazza dedicata al cardinale Orazio Giustiniani.

A Genova[modifica | modifica wikitesto]

Il doge Giannandrea Giustiniani Longo

Anche durante il periodo della dominazione di Chio i Giustiniani mantennero legami molto forti con Genova, partecipando attivamente alla vita politica della città e imparentandosi con le altre grandi famiglie nobiliari, pur cercando di mantenersi neutrali nel caso di lotte tra fazioni avversarie. Appartennero ai Giustiniani otto dogi della Repubblica di Genova e un gran numero di senatori e magistrati.[1]

A Genova ai Giustiniani sono dedicate una delle principali via del centro storico, antica direttrice cittadina che collega piazza San Giorgio e piazza Ferretto e sulla quale si affacciavano molto palazzi di proprietà della casata e delle famiglie associate, una piazzetta che si apre a metà della precedente via, circondata su due lati dal palazzo Marcantonio Giustiniani e su cui affaccia anche il palazzo Vincenzo Giustiniani Banca, entrambi palazzi dei rolli, e un vicolo che collega via San Bernardo a piazza Embriaci.[3]

Albergo Giustiniani[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1528, in seguito alla riforma voluta da Andrea Doria, formarono uno dei 28 alberghi della città. Ad esso erano aggregate le famiglie Arena, Argiroffo, Banca, Benvenuto, Bonfante, Briadate, Cavatorta, Corsi, Figallo, Giustiniani, Leonardi, Moneglia, Mongiardino, Morghio, Navazzi, alcuni rami della famiglia Di Passano, Ponte, Prandi, Prato, Rebuffo, Rocca, Roccatagliata, Salvarezza, De Secto, Vallebona e Vegetti. Nel 1561 si aggiunsero i Bona, un ramo della famiglia Chiozza, i Figari, i Massone e i Vallerani.[4][8]

Arma[modifica | modifica wikitesto]

Stemma nobiliare dei Giustiniani

L'arma della famiglia era "di rosso al castello fortificato di tre torri, quella di mezzo più alta: il tutto d'argento, al capo d'oro alla aquila nascente coronata di nero".[4] L'aquila imperiale fu aggiunta nel 1413 con il permesso dell'imperatore Sigismondo, che aveva nominato Francesco Campi Giustiniani, ambasciatore presso la sua corte, conte Palatino.[1]

Giustiniani di Roma[modifica | modifica wikitesto]

Giustiniani di Bassano[modifica | modifica wikitesto]

Un ramo della famiglia Giustiniani si insediò a Roma ove ottenne il titolo di principe di Bassano Romano:

  • Andrea (1605 - 1676), I principe di Bassano
  • Carlo Benedetto (1649 - 1679), II principe di Bassano
  • Vincenzo (1673 - 1754), III principe di Bassano
  • Girolamo Vincenzo (1714 - 1757), IV principe di Bassano
  • Benedetto (1735 - 1793), V principe di Bassano
  • Vincenzo (1762 - 1826), VI principe di Bassano
Estinzione della casata

Giustiniani Bandini[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Giustiniani Bandini.

All'estinzione della casata principale, il titolo principesco ed i possedimenti vennero reclamati dalla famiglia Bandini, marchesi di Lanciano, nella persona di don Sigismondo figlio di Cecila e nipote di Vincenzo, VI principe di Bassano. Questi ottenne nel 1863 con breve pontificio di poter inquartare il proprio stemma di famiglia a quello dei Giustiniani, assumendo la qualifica di principe sul cognome.

  • Sigismondo (1818-1908), I principe Giustiniani Bandini
  • Carlo (1862-1941), II principe Giustiniani Bandini
    • Giuseppe (1896-1916), nobile romano
Estinzione della casata

Genealogia[modifica | modifica wikitesto]

Albero genealogico del ramo romano dei Giustiniani: Principi di Bassano[1][modifica | modifica wikitesto]

 

Giustiniani di Chio
 
 
 Andreolo
XVI secolo
Consignore di Chio fino al 1566, poi fuggì a Messina
Luchinetta "Giustina" Giustiniani de Banca
 
      
 Giovanni Battista
patrizio genovese
 Cassano
† post 1618
Senatore di Messina
Caterina de Bellis
 
Bernardo
* 1574
1616
Vescovo di Anglona e Tursi dal 1609
 Paolo
patrizio genovese
Brancaleona
Bernardo Giustiniani Garibaldi, patrizio genovese
Geronima
Giovanni Giustiniani Garibaldi, patrizio genovese
   
        
 Tommaso
[illegittimo]
Luca
[illegittimo]
Andrea
* 1605
1676
1º Principe di Bassano
Maria Pamphili
Vincenzo
* 1616
† post 1644
Abate di San Cassiano di Messina
Maria
cavaliere Antonio Messina
Costanza
† post 1685
Marco de Gregorio, marchese di Poggiogregorio
Bianca
Giuseppe Guasconi, nobile di Messina
Fabio
[illegittimo]
 
        
Olimpia
* 1641
1729
Maffeo Barberini, II principe di Palestrina
Vincenzo
* 1643
† in gioventù
Giovanni Battista
* 1644
1676
Giuseppe Benedetto
* 1646
† in gioventù
Girolamo
* 1647
† in gioventù
Caterina
* 1648
1724
Giulio Savelli, III principe di Albano
Carlo Benedetto
* 1649
1679
II Principe di Bassano
Caterina Gonzaga di Novellara
Laura
* 1655
1657
 
       
 Vincenzo
* 1673
1754
III Principe di Bassano
Costanza Boncompagni-Ludovisi
Andrea
* 1674
1733/1741
abate, chierico e Governatore Pontificio di Camerino
Giovanni Battista
* 1675
1751
patrizio genovese e nobile romano
Giulia Boncompagni-Ludovisi
Girolamo
* 1676
1676
Alessandro
* 1677
1756
Cavaliere dell'Ordine di Malta
Carlo
* 1679
1758
Cavaliere dell'Ordine di Malta
Alfonso
* 1680
1749
abate laico
 
    
 Maria Francesca
* 1707
1783
Sforza Giuseppe Sforza Cesarini, III principe di Genzano
Giuseppe
* 1710
1741
sacerdote
Francesco
* 1711
† in gioventù
Girolamo Vincenzo IV
* 1714
1757
IV Principe di Bassano
Anna Maria Angelica Ruspoli
 
 
 Benedetto II
* 1735
1793
V Principe di Bassano
Cecilia Carlotta Mahony
 
        
 Vincenzo V
* 1759
1759
Giuseppe
* 1760
† in gioventù
Caterina Valeria
* 1761
1813
Baldassarre Odescalchi, III principe Odescalchi
Andrea Vincenzo VI
* 1762
1826
VI Principe di Bassano, VI Conte di Newburgh
Nicoletta Grillo dei Duchi di Mondragone
Maria Isabella
* 1763
1783
Francesco Ruspoli, III principe di Cerveteri
Lorenzo
* 1767
1843
Cavaliere dell'Ordine di Malta

Giacomo
* 1769
1843
Cardinale di Santa Romana Chiesa
Giuseppe
* 1775
† 17…
 
    
 figlio maschio
* 1794
1794
Cecilia
* 1796
1877
ultima della sua stirpe
Carlo Bandini, IV marchese di Lanciano e Rustano
Teresa Cammilleri
[illegittima, paternità incerta]
Giuseppe Galea Feriol dei Baroni di San Marciano
Giovanni Cammilleri
[illegittimo, paternità incerta]
Maria Borg
  
  
 Giustiniani Bandini
 Elena Cammilleri
conte Gaetano Farrugia


Personaggi illustri[modifica | modifica wikitesto]

Tra i membri illustri della famiglia Giustiniani è possibile ricordare

Palazzi, ville e castelli[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Marcantonio Giustiniani a Genova

Tre le residenze genovesi appartenute ai Giustiniani si ricordano

  • Palazzo Alessandro Giustiniani: situato in via San Bernardo nel centro storico cittadino, fu inserito tra i Rolli degli alloggiamenti pubblici nel 1599, quando era di proprietà di Alessandro Giustiniani.
  • Palazzo Marcantonio Giustiniani: situato in Piazza Giustiniani 6 a Genova, fa parte dei palazzi iscritti all'elenco dei Rolli degli alloggiamenti pubblici. Deve il nome al nobile genovese che lo ingrandì e ristrutturò tra il XVII e il XVIII secolo.
  • Palazzo Vincenzo Giustiniani Banca: fatto costruire dal cardinale Vincenzo Giustiniani, fa parte dei palazzi di Rolli.
  • Villa Giustiniani-Cambiaso: fu costruita nel 1548 dal nobile Luca Giustiniani, padre del doge Alessandro Giustiniani Longo, che ne affidò il progetto all'architetto perugino Galeazzo Alessi. Passò in seguito alla famiglia Cambiaso e dal 1921 è sede della facoltà di ingegneria dell'Università di Genova.

Tra le residenze romane è possibile citare

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i Storia dei Giustiniani genovesi su giustiniani.info, su giustiniani.info. URL consultato il 16 febbraio 2015.
  2. ^ I Giustiniani sull'Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 16 febbraio 2015.
  3. ^ a b c d Alberta Bedocchi, Emanuela profumo, I caruggi di Genova, Newton Compton, 2007, pp. 335-338, ISBN 88-541-0929-0.
  4. ^ a b c Angelo M.G. Scorza, Le famiglie nobili genovesi, Genova, 1924, pp. 139-140.
  5. ^ Sulla quale una recente campagna archeologica ha individuato, presso piazza Vounakios, un cosiddetto palazzo Justiniani del XVII secolo: E. B. French, Archaeology in Greece 1990-91, Archaeological Reports, No. 37 (1990 - 1991), p. 61.
  6. ^ Assereto, I Giustiniani. Quattro secoli di ricchezze, 2002.
  7. ^ Giuseppe Giustiniani sul Dizionario biografico degli italiani Treccani, su treccani.it. URL consultato il 16 febbraio 2015.
  8. ^ Giovanni Andrea Ascheri, Notizie storiche delle famiglie in alberghi in Genova, Genova, 2003 [1846], pp. XV.
  9. ^ Scorza, p.23.
  10. ^ a b Scorza, p.24.
  11. ^ Scorza, p.30.
  12. ^ Scorza, p.36.
  13. ^ Scorza, p.41.
  14. ^ a b Scorza, p.42.
  15. ^ Scorza, p.47.
  16. ^ Scorza, p.54.
  17. ^ Scorza, p.63.
  18. ^ Scorza, p.65.
  19. ^ Scorza, p.70.
  20. ^ Scorza, p.72.
  21. ^ Scorza, p.76.
  22. ^ Scorza, p.94.
  23. ^ Scorza, p.96.
  24. ^ Scorza, p.103.
  25. ^ Scorza, p.124.
  26. ^ Scorza, p.127.
  27. ^ Scorza, p.136.
  28. ^ Scorza, p.137.
  29. ^ a b Scorza, p.140.
  30. ^ Scorza, p.143.
  31. ^ Scorza, p.147.
  32. ^ Scorza, p.149.
  33. ^ Scorza, p.152.
  34. ^ Scorza, p.156.
  35. ^ Scorza, p.161.
  36. ^ Scorza, p.172.
  37. ^ Scorza, p.174.
  38. ^ Scorza, p.175.
  39. ^ a b Scorza, p.179.
  40. ^ a b Scorza, p.184.
  41. ^ a b Scorza, p.202.
  42. ^ Scorza, p.193.
  43. ^ Scorza, p.217.
  44. ^ Scorza, p.218.
  45. ^ Scorza, p.219.
  46. ^ Scorza, p.220.
  47. ^ Scorza, p.224.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN18074877 · CERL cnp00564150 · GND (DE121283771