Governo Johnson II

Governo Johnson II
StatoBandiera del Regno Unito Regno Unito
Capo del governoBoris Johnson
(Partito Conservatore)
Legislatura58ª Legislatura
Giuramento16 dicembre 2019
Dimissioni7 luglio 2022[N 1]
Governo successivo6 settembre 2022
Johnson I Truss

Il governo Johnson II è stato il novantanovesimo governo del Regno Unito in carica per un totale di 2 anni e 9 mesi 21 giorni dal 16 dicembre 2019 al 6 settembre 2022. Boris Johnson ha ricevuto l'autorizzazione della Regina Elisabetta II a formare un nuovo governo in seguito all'esito delle elezioni anticipate.

Si è trattato di un governo monocolore conservatore.

Il 7 luglio 2022, a seguito di una crisi di governo, Johnson ha annunciato le proprie dimissioni dalla carica di Primo Ministro e da leader del Partito Conservatore, che hanno avuto effetto a partire dal 6 settembre 2022.[1][2][3][4]

Situazione parlamentare[modifica | modifica wikitesto]

Camera Collocazione Partiti Seggi
Camera dei Comuni Maggioranza Conservatori (357)[N 2]
357 / 650
Opposizione Laburisti[5] (200), Partito Nazionale Scozzese (48), Liberal Democratici (Regno Unito) (11), Partito Unionista Democratico (8), Sinn Féin (7), Plaid Cymru (4), Partito Social Democratico e Laburista (2), Alba[6] (2), Partito Verde di Inghilterra e Galles (1), Partito dell'Alleanza dell'Irlanda del Nord (1) e Indipendenti[7] (8)
292 / 650

Composizione[modifica | modifica wikitesto]

Segretariato Titolare Partito
Primo ministro
Primo lord del tesoro
Ministro della funzione pubblica
Ministro dell'Unione
Boris Johnson Conservatore
Vice primo ministro del Regno Unito Dominic Raab
(dal 15 settembre 2021)
Conservatore
Primo Segretario di Stato
Esteri e Commonwealth
Dominic Raab
(fino al 15 settembre 2021)
Conservatore
Liz Truss
(dal 15 settembre 2021)
Conservatore
Cancelliere dello Scacchiere
Secondo lord del tesoro
Sajid Javid
(fino al 13 febbraio 2020)
Conservatore
Rishi Sunak
(dal 13 febbraio 2020 al 5 luglio 2022)
Conservatore
Nadhim Zahawi
(dal 5 luglio 2022)
Conservatore
Affari interni Priti Patel Conservatore
Ministro di Stato per l'Ufficio di gabinetto
Cancelliere del Ducato di Lancaster
Michael Gove Conservatore
Lord cancelliere
Giustizia
Robert Buckland
(fino al 15 settembre 2021)
Conservatore
Dominic Raab
(dal 15 settembre 2021)
Conservatore
Difesa Ben Wallace Conservatore
Uscita dall'Unione europea
(soppresso)
Stephen Barclay
(fino al 31 gennaio 2020)
Conservatore
Salute Matt Hancock
(fino al 26 giugno 2021)
Conservatore
Sajid Javid
(dal 26 giugno 2021 al 5 luglio 2022)
Conservatore
Stephen Barclay
(dal 5 luglio 2022)
Conservatore
Affari economici, energia e strategia industriale Andrea Leadsom
(fino al 13 febbraio 2020)
Conservatore
Alok Sharma
(dal 13 febbraio 2020)
Conservatore
Commercio internazionale
Presidente del The Board of Trade
Segretario per le donne e l'uguaglianza
Liz Truss Conservatore
Lavoro e pensioni Thérèse Coffey Conservatore
Istruzione Gavin Williamson
(fino al 15 settembre 2021)
Conservatore
Nadhim Zahawi
(dal 15 settembre 2021 al 5 luglio 2022)
Conservatore
Michelle Donelan
(dal 5 luglio 2022 al 7 luglio 2022)
Conservatore
James Cleverly
(dal 7 luglio 2022)
Conservatore
Ambiente, alimentazione e affari rurali Theresa Villiers
(fino al 13 febbraio 2020)
Conservatore
George Eustice
(dal 13 febbraio 2020)
Conservatore
Comunità e governo locale Robert Jenrick Conservatore
Trasporti Grant Shapps Conservatore
Sviluppo internazionale Alok Sharma
(fino al 13 febbraio 2020)
Conservatore
Anne-Marie Trevelyan
(dal 13 febbraio 2020)
Conservatore
Digitalizzazione, media, cultura e sport Baronessa Nicky Morgan
(fino al 13 febbraio 2020)
Conservatore
Oliver Dowden
(dal 13 febbraio 2020)
Conservatore
Scozia Alister Jack Conservatore
Galles Simon Hart
(fino al 7 luglio 2022)
Conservatore
Robert Buckland
(dal 7 luglio 2022)
Conservatore
Irlanda del Nord Julian Smith
(fino al 13 febbraio 2020)
Conservatore
Brandon Lewis
(dal 13 febbraio 2020 al 7 luglio 2022)
Conservatore
Shailesh Vara
(dal 7 luglio 2022)
Conservatore
Ministro senza portafoglio
Presidente del Partito Conservatore
James Cleverly
(fino al 13 febbraio 2020)
Conservatore
Amanda Milling
(dal 13 febbraio 2020 al 15 settembre 2021)
Conservatore
Oliver Dowden
(dal 15 settembre 2021 al 24 giugno 2022)
Conservatore
Andrew Stephenson
(dal 7 luglio 2022)
Conservatore
Leader della Camera dei lord
Lord del sigillo privato
Baronessa Natalie Evans Conservatore
Opportunità Brexit ed efficienza del governo Jacob Rees-Mogg
(dall’8 febbraio 2022)
Conservatore
Partecipanti alle riunioni del Gabinetto
Segretario capo del Tesoro Rishi Sunak
(fino al 13 febbraio 2020)
Conservatore
Stephen Barclay
(dal 13 febbraio 2020)
Conservatore
Ministro per imprese, energia e strategia industriale Kwasi Kwarteng Conservatore
Ministro per edilizia abitativa e pianificazione Esther McVey
(fino al 13 febbraio 2020)
Conservatore
Christopher Pincher
(dal 13 febbraio 2020)
Conservatore
Leader della Camera dei comuni
Lord presidente del Consiglio
Jacob Rees-Mogg
(fino all’8 febbraio 2022)
Conservatore
Mark Spencer
(dall’8 febbraio 2022)
Conservatore
Whip
Segretario parlamentare del tesoro
Mark Spencer
(fino all’8 febbraio 2022)
Conservatore
Chris Heaton-Harris
(dall’8 febbraio 2022)
Conservatore
Procuratore generale per l'Inghilterra e il Galles Geoffrey Cox
(fino al 13 febbraio 2020)
Conservatore
Suella Braverman
(dal 13 febbraio 2020)
Conservatore

Cronologia[modifica | modifica wikitesto]

2019[modifica | modifica wikitesto]

Dicembre[modifica | modifica wikitesto]

  • 12: Il Partito Conservatore di Boris Johnson vince le elezioni anticipate e conquista la maggioranza assoluta in Parlamento (la più ampia dai tempi di Margaret Thatcher)[8].
  • 13: La Regina conferisce a Boris Johnson il mandato di Primo Ministro.
  • 17: Boris Johnson presenta la lista dei Ministri.

2020[modifica | modifica wikitesto]

Gennaio[modifica | modifica wikitesto]

24 gennaio: Johnson firma il Withdrawal Agreement con l'Unione europea, ufficializzando la fuoriuscita del Regno Unito del 31 gennaio

Febbraio[modifica | modifica wikitesto]

2022[modifica | modifica wikitesto]

Giugno[modifica | modifica wikitesto]

  • 6: La direzione del Partito Conservatore mette ai voti una mozione di sfiducia nella leadership di Boris Johnson, che, se approvata, avrebbe privato il Primo Ministro del titolo di leader dei Conservatori. La rimozione di Johnson era stata richiesta da alcuni membri del partito a seguito della scoperta che quest'ultimo aveva partecipato a feste private durante la pandemia di Covid-19, contravvenendo alle restrizioni imposte dal suo stesso governo, e che aveva promosso ad una posizione di rilievo il parlamentare Chris Pincher, accusato in passato di molestie sessuali. La mozione é respinta con 148 voti favorevoli e 211 contrari[9].

Luglio[modifica | modifica wikitesto]

  • 5 e 6: Decine di membri del Governo lasciano il loro incarico, chiedendo le dimissioni di Boris Johnson, ritenendolo inadeguato a ricoprire la carica di Premier a causa dei molti scandali in cui è stato coinvolto[10].
  • 7: Preso atto di aver perso il sostegno di una gran parte del suo stesso Governo, Boris Johnson annuncia le sue dimissioni da Primo Ministro e da leader dei Conservatori, che avranno effetto a partire da settembre, quando un nuovo leader sarà nominato dal partito.
  • 18: La Camera dei Comuni approva con 349 voti favorevoli, 238 contrari e 50 astenuti una mozione di fiducia nel Governo, che, se respinta, avrebbe potuto portare alle elezioni anticipate o rendere immediate le dimissioni di Boris Johnson[11][N 3].

Settembre[modifica | modifica wikitesto]

  • 5: Liz Truss viene eletta leader del Partito Conservatore.
  • 6: Con la formalizzazione delle dimissioni di Boris Johnson in presenza della Regina, che di conseguenza conferisce il mandato di Primo Ministro a Liz Truss, termina ufficialmente il secondo governo Johnson[12].

Note[modifica | modifica wikitesto]

Esplicative[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Le dimissioni, pur dichiarate il 7 luglio, hanno avuto efficacia solo a partire dal 6 settembre, in seguito alla proclamazione del nuovo leader dei conservatori (e conseguente nuovo primo ministro)
  2. ^ Originariamente, in seguito alle elezioni del 2019, erano 365
  3. ^ Convenzionalmente, un Primo Ministro che perde la fiducia della Camera dei Comuni é tenuto a presentare dimissioni che abbiano effetto immediato, oppure a richiedere al monarca di sciogliere la Camera e indire elezioni anticipate.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Boris Johnson, dallo scandalo Pincher al Partygate: ecco i motivi della crisi di governo, su www.ilmessaggero.it, 6 luglio 2022. URL consultato il 7 luglio 2022.
  2. ^ Luigi Ippolito, Londra, governo nel caos: valanga di dimissioni. Johnson prova a resistere: «Ma il gioco è finito», su Corriere della Sera, 7 maggio 2022. URL consultato il 7 luglio 2022.
  3. ^ Rivolta dei conservatori, Boris Johnson cede: si dimetterà oggi, in la Repubblica, 7 luglio 2022. URL consultato il 7 luglio 2022.
  4. ^ Boris Johnson si dimette da leader dei Tory. 'Lascio ma non avrei voluto farlo' - Mondo, su Agenzia ANSA, 6 luglio 2022. URL consultato il 7 luglio 2022.
  5. ^ Originariamente 202
  6. ^ Il partito non vinse le elezioni ma aderirono 2 Parlamentari
  7. ^ 8 Parlamentari abbandonarono i conservatori,invece 2 Parlamentari Laburisti
  8. ^ Elezioni Gran Bretagna, Johnson trionfa: «Brexit 31 gennaio». Si dimette leader LibDem. URL consultato il 13 dicembre 2019.
  9. ^ Boris Johnson wins no-confidence vote despite unexpectedly large rebellion, su theguardian.com. URL consultato l'8 settembre 2022.
  10. ^ Boris Johnson: Resignations exceed 50 but PM stays in post, su bbc.com, 7 giugno 2022. URL consultato il 4 settembre 2022.
  11. ^ Boris Johnson defends record as government wins confidence vote, su theguardian.com, 18 luglio 2022. URL consultato il 5 settembre 2022.
  12. ^ Boris Johnson dalla Regina Elisabetta per formalizzare le dimissioni. Liz Truss nominata nuova premier, su corriere.it, 6 settembre 2022. URL consultato il 6 settembre 2022.


Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]