Governo in esilio della Grecia

Governo in esilio della Grecia
Motto: Eleftheria i thanatos
Dati amministrativi
Nome ufficialeΚυβέρνησις τοῦ Καΐρου
Lingue parlateGreco
InnoὝμνος εἰς τὴν Ἐλευθερίαν

Ýmnos is tin Eleftherían

CapitaleAtene (de iure)
Altre capitaliCreta (1941)
Il Cairo (1941) (1943-1944)
Londra (1941-1943)
Politica
Forma di StatoMonarchia costituzionale
Forma di governoGoverno in esilio
Nascita25 aprile 1941 con Emmanouil Tsouderos
CausaInvasione della Grecia
Fineottobre 1944 con Geōrgios Papandreou
CausaLiberazione della Grecia
Territorio e popolazione
Religione e società
Religione di StatoChiesa ortodossa
Evoluzione storica
Preceduto daBandiera della Grecia Regno di Grecia
Succeduto daBandiera della Grecia Regno di Grecia
Ora parte diBandiera della Grecia Grecia

Il governo del Regno di Grecia in esilio fu il governo della Grecia dopo che questa venne occupata dall'Asse. Venne fondato da re Giorgio II, che lo diresse prima dall'isola di Creta e poi dall'Egitto.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Quando Atene stava per essere messa sotto assedio, il primo ministro, Alexandros Korizis, si suicidò e il sovrano offrì la carica ad Alexandros Mazarakis, che rifiutò perché il regnante volle mantenere Konstantinos Maniadakis. Il re, sotto consiglio di Michael Palairet, come primo ministro nominò Emmanouil Tsouderos il 21 aprile del 1941. Quattro giorni dopo, il sovrano e il suo governo si trasferirono a Creta. Il 24 maggio del 1941, il governo in esilio si trasferì al Cairo da Sfakia, inizialmente voleva trasferirsi a Cipro, ma dopo alcuni dissensi con gli inglesi, si ritirarono in Egitto. In quel paese vi erano considerevoli comunità di greci che vivevano nella capitale e ad Alessandria, che erano seguaci di Venizelos, ma avevano l'appoggio di Giorgio II. Il 2 giugno 1941, il re congedò con riluttanza Maniadakis perché le comunità greche in Egitto non avrebbero collaborato col governo se il ministro della difesa fosse rimasto. Uno dei venizelosiani, Vyron Karapanagiotis, in una lettera a Venizelos, si lamentò del fatto che Maniadakis "avesse viaggiato con il lussuoso entourage di un potentato indiano nell'America meridionale. In cambio del licenziamento del ministro, il sovrano chiese che i britannici espellessero 6 importanti politici venizelosiani che fuggirono in Egitto, perché lavorarono inavvertitamente a stretto contatto con la Special Operations Executive (SOE) nell'organizzazione della resistenza in Grecia. Dato che tutti i leader venizelosiani erano filo-britannici l'accusa di parteggiare per la Germania era infondata e i sei uomini non furono espulsi dall'Egitto.

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