Heinrich Friedrich Füger

Heirich Füger

Heinrich Friedrich Füger (Heilbronn, 8 dicembre 1751Vienna, 5 novembre 1818) è stato un pittore miniaturista tedesco.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di un pastore protestante, la sua formazione artistica si sviluppò grazie a studi da autodidatta, effettuati soprattutto tramite incisioni di Gérard Audran, ispirate dai dipinti di Le Brun.[1]

Non ancora quattordicenne ebbe modo di perfezionare la sua preparazione alla scuola di Nicolas Guibal a Stoccarda e di Ludwigsburg, ma già l'anno successivo decise di tornare a Heilbronn per impegnarsi in un corso di studi classici e giuridici, che lo condussero a frequentare l'Università di Halle.[2]

In tutto questo periodo, l'artista non trascurò la sua attività di miniaturista e anzi si cimentò anche nell'acquaforte.[3]

Dal 1769 la sua arte raggiunse una piena maturità espressiva e le sue opere tendettero ad essere sempre più raffinate come dimostra il ritratto di sé stesso assieme al fratello, attualmente esposto ai Musei di Berlino.

Successivamente soggiornò a Lipsia per un approfondimento di studi eseguito assieme a A. F. Oeser, che si rivelò utile e fruttifero sia moralmente sia artisticamente.[1]

Poi si recò a Dresda, dove realizzò le illustrazioni per il Viaggio sentimentale di Yorick e miniò i ritratti degli ambasciatori d'Inghilterra e di Svezia, ora visibili all'Accademia di Vienna.

Sir Robert Keith si interessò a lui e l'invitò a trasferirsi a Vienna nel 1774, presentandolo al cancelliere Kaunitz e all'imperatrice Maria Teresa d'Austria.[2]

Venne accolto con tutti gli onori e assunse incarichi importanti, come quello di direttore dell'attività miniatoria della famiglia imperiale (e molti lavori di quel periodo sono conservati nella collezione privata degli Asburgo e sono visibili all'Hofmuseum di Vienna).[1]

In seguito, la famiglia imperiale lo mandò a Roma, per un vero e proprio corso di aggiornamento artistico. Nella città capitolina si appassionò alle opere di Raffaello, di Annibale Carracci, di Domenichino, ma anche del Mengs e del David.[2]

Durante il suo soggiorno italiano, ebbe modo di operare alla corte di Napoli e di decorare i soffitti e le pareti del Palazzo Reale di Caserta, realizzando, tra le altre, la celebre opera intitolata La scuola di Atene, composta da quattro scene allegoriche che hanno spinto i critici a formulare eventuali significati massonici correlati al ciclo.[4] Questa tesi sembrerebbe rafforzata dalla possibile appartenenza del pittore alla massoneria austriaca.[4] Difatti, una delle scene descriverebbe un rito di iniziazione basato sul disvelamento della statua della Verità, simbolo esoterico.[4] Tra i protagonisti raffigurati nella scena si riconoscono l'artista stesso e Anton Raphael Mengs.

Dopo aver rifiutato un invito alla corte di Russia, rientrò a Vienna, dove ottenne l'incarico direttivo dell'Accademia, dal 1795 e nel 1806 quello di direzione della Galleria Belvedere.[3]

A causa di una malattia agli occhi che indebolì la sua vista, fu costretto ad abbandonare l'attività di miniaturista, senza peraltro rinunciare totalmente all'arte: infatti si dedicò ai dipinti con tematiche storiche e alla ritrattistica, che però non raggiunsero la qualità dei suoi lavori precedenti.[1]

Tra i suoi allievi si possono citare Gustav Philipp Zwinger, Franz Xaver Lampi[5] e Joseph Abel[6].

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

  • Principe Nikolai Yusupov, 1783, San Pietroburgo, Ermitage;
  • Marie Thérèse di Bourbon, 1783, San Pietroburgo, Ermitage;
  • Elisabeth Wilhelmine di Württemberg, 1788, Vienna, Österreichische Galerie Belvedere;
  • Il virtuoso pianista Gottlieb Christian Füger, fratello dell'artista, 1789, Vienna, Österreichische Galerie Belvedere;
  • Marie Louise, imperatrice d'Austria, 1790, Washington, Metropolitan Museum of Art;
  • Antigone e Stratonice, 1790, Stoccarda, Staatsgalerie;
  • Autoritratto, 1790, Kiel, Kunsthalle;
  • Morte di Didone, 1792, San Pietroburgo, Ermitage;
  • Johann Nepomuk Hunczovsky, 1794, Vienna, Österreichische Galerie Belvedere;
  • Heinrich Fuger, figlio dell'artista, 1796, Vienna, Accademia di belle arti;
  • L'attrice Josefa Hortensia Füger, la moglie dell'artista, 1797, Vienna, Österreichische Galerie Belvedere;
  • Franz Joseph Graf Saurau, 1797, Vienna, Österreichische Galerie Belvedere;
  • Apoteosi dell'arciduca Carlo d'Asburgo-Teschen incoronato come il salvatore della Germania, 1800, Vienna, Heeresgeschichtliches Museum;
  • János Batsányi, 1808, Budapest, Museo nazionale ungherese;
  • Esecuzione di una vestale, 1815, San Pietroburgo, Ermitage;
  • Prometeo porta agli uomini il fuoco, 1817, Vienna, Liechtenstein Museum;
  • L'omicidio di Cesare, Vienna, Österreichische Galerie Belvedere;
  • La morte di Caligola, Vienna, Accademia di belle arti;
  • Autoritratto, Vienna, Accademia di belle arti;
  • La morte di Virginia, Vienna, Accademia di belle arti;
  • Ritratto di Franz Zauner, Vienna, Accademia di belle arti.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d le muse, V, Novara, De Agostini, 1964, p. 136.
  2. ^ a b c (EN) Friedrich Heinrich Füger, su epoche-napoleon.net. URL consultato il 4 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 7 agosto 2018).
  3. ^ a b Heinrich Friedrich Füger, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 6 agosto 2015.
  4. ^ a b c La scuola di Atene sul sito Arte.it, su arte.it. URL consultato il 28 febbraio 2015.
  5. ^ Franciszek Ksawery Lampi, su pinakoteka.zascianek.pl. URL consultato il 28 febbraio 2015.
  6. ^ Emmanuel-Charles Bénézit, Dictionary of Artists, vol. 1, Gründ, 2006, p. 38, ISBN 2700030702.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) H.Rieben, Bildnisminiaturen, Berna, 1951
  • (DE) Ferdinand Laban, Heinrich Friedrich Füger, der Porträtminiaturist, Berlino, Grote, 1905.
  • (DE) Constantin von Wurzbach, Füger, Friedrich Heinrich, in Biographisches Lexikon des Kaiserthums Oesterreich, vol. 5, Vienna, L. C. Zamarski & C. Dittmarsch, 1859, pp. 1-3.
  • (DE) Karl Weiß, Füger, Heinrich, in Allgemeine Deutsche Biographie, vol. 8, Lipsia, Allgemeine Deutsche Biographie, 1878, pp. 177–179.
  • (DE) Carl Wilczek, Heinrich Friedrich Füger. Seine Gemälde und Zeichnungen, Vienna, Selbstverlag, 1925.
  • (DE) Robert Keil, Heinrich Friedrich Füger (1751–1818) – Nur wenigen ist es vergönnt das Licht der Wahrheit zu sehen, Vienna, Amartis, 2009.
  • (DE) Max Schefold, Füger, Heinrich Friedrich, in Neue Deutsche Biographie, vol. 5, Berlino, Duncker & Humblot, 1961, p. 686.

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