Het Steen (Anversa)

Castello di Anversa
Het Steen
Ubicazione
Stato Ducato di Brabante
Diciassette Province
Paesi Bassi del Sud
Stato attualeBandiera del Belgio Belgio
RegioneFiandre
CittàAnversa
IndirizzoSteenplein 1
Coordinate51°13′22″N 4°23′51″E / 51.222778°N 4.3975°E51.222778; 4.3975
Informazioni generali
StileMedievale-Rinascimentale
Costruzione1200-25-XVI secolo
Materialepietra
Primo proprietarioMargravi di Anversa
Condizione attualeben conservata e restaurata
Visitabile
Informazioni militari
Funzione strategicaCastello-Fortezza
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Het Steen (letteralmente: "La Rocca", in neerlandese) è un castello medievale della città di Anversa, nelle Fiandre (Belgio), eretto all'incirca tra il 1200 e il 1225[1][2][3] e rimodellato nella forma attuale nel XVI secolo[4][5] sotto l'impero di Carlo V. È il più antico edificio della città.[2]

Nel corso dei secoli, il castello ha assolto varie funzioni[3]: fu la residenza del margravio di Anversa[3] e, per cinque secoli (1303-1827)[2], fu adibito a prigione.[2][3] Inoltre, ha ospitato al suo interno per oltre cinquant'anni (1952-2008)[4][6] il Nationaal Scheepvaartmuseum[3][4][5][6], il museo nazionale della navigazione.

Ubicazione[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio si trova al nr. 1 di Steenplein[1][2], lungo la sponda destra del fiume Schelda[4][5].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La parte posteriore del castello

Nel luogo dove ora si trova Het Steen, sorgeva un tempo una fortezza risalente al IX secolo.[3] Il castello attuale fu costruito intorno al 1220-1225[2][3] come residenza per il margravio di Anversa[3]. A quell'epoca, l'edificio era noto come Antwerpse Burcht, ovvero "Fortezza di Anversa".[2]

La cappella a sporto del 1520

Intorno al 1520 fu intrapresa un'ampia opera di ampliamento del castello per volere dell'imperatore Carlo V che ne affidò i lavori ai celebri architetti fiamminghi Keldermans e De Waghemakere.[2][3][4] Da quel momento, l'edificio prese il nome di 's Heeren Steen[2], ovvero Rocca dei Signori, in seguito accorciato in Het Steen[2]. Risale a questo periodo la'elegante cappella a porto sopra l'ingresso, con il motto di Carlo V: Plus Outre.

Sempre nel corso del XVI secolo, ebbero luogo nel castello diverse esecuzioni di persone condannate per eresia.[4] Alla fine del XIX secolo, una parte consistente del castello fu demolita per favorire l'ampliamento del porto di Anversa.[1][4] Tra il 1889 e il 1890, fu aggiunta al castello un'ala in stile neogotico[3], rimossa però durante l'opera di restauro intrapresa tra il 1953 e il 1958[3].

Nel 1952, fu annesso al castello il Nationaal Scheepvaartmuseum, il museo nazionale della navigazione.[4] Il museo, che ospita una collezione di 94.000 pezzi[6][7], è stato chiuso nel dicembre del 2008[6], in attesa di essere trasferito presso il Museum aan de Stroom[6].

Caratteristiche e curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Di fronte all'ingresso del castello, si trova la statua di Lange Wapper, un gigante che - secondo la leggenda - di notte si aggirava per le vie di Anversa, spaventando gli abitanti della città.[4]

L'ingresso dell'edificio è sormontato da un bassorilievo con un uomo a gambe divaricate, che un tempo recava un fallo enorme. Rappresenta Semini, una divinità celtica della fertilità, poi in parte rimosso e sfigurato dai Gesuiti puritani nel XVII secolo.[2][4]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Antwerp Tourist Guide: Het Steen Castle, su antwerp-tourist-guide.com. URL consultato il 23 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 12 luglio 2017).
  2. ^ a b c d e f g h i j k City Trip Antwerpen: Het Steen Archiviato il 16 aprile 2012 in Internet Archive.
  3. ^ a b c d e f g h i j k Kunsttrip: Het Steen Antwerpen
  4. ^ a b c d e f g h i j CitySpotters: Het Steen/Nationaal Scheepvaartmuseum
  5. ^ a b c A.A.V.V., Itinerari d'Europa, Touring Club Italiano, Milano, 1999
  6. ^ a b c d e Hotel in Antwerpen.nl: Nationaal Scheepvaartmuseum
  7. ^ Deltawerken.com: Nationaal Scheepvaartmuseum, su deltawerken.com. URL consultato il 23 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2012).

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]