Icelo Marciano

Busto di Galba (Museo delle Antichità del Palazzo Reale, Stoccolma)

Icelo Marciano (in latino Icelus Marcianus; ... – 69) è stato un politico romano, liberto dell'imperatore Galba.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Icelo era di umili origini e diventò prima uno schiavo e poi un liberto del nobile romano Servio Sulpicio Galba;[1] lo storico romano Svetonio ci riporta anche che i due erano amanti.[2]

Nel 68 Galba, che si trovava in Hispania, si rivoltò contro l'imperatore Nerone e Icelo venne imprigionato appena giunse la notizia a Roma; il liberto venne poi liberato subito prima della morte di Nerone (avvenuta il 9 giugno) e riportò la notizia dell'acclamazione di Galba a imperatore in Hispania.[3] Galba venne quindi acclamato imperatore e Icelo diventò, insieme a Tito Vinio e Cornelio Lacone, uno dei suoi principali consiglieri; al liberto venne dato lo status di eques (cavaliere) e il nome aggiuntivo di Marciano.[4]

Nel 69, l'anno dei quattro imperatori, Icelo, insieme a Lacone, osteggiò l'adozione del nobile Marco Salvio Otone, molto amico di Vinio e che comunque venne scartato da Galba poiché era stato troppo vicino a Nerone.[5] Durante il breve principato di Galba, secondo quanto affermato da Otone, Icelo si arricchì molto in maniera illegittima.[6] Quando Otone si rivoltò contro Galba (15 gennaio), Lacone e Icelo suggerirono all'imperatore di affrontare il nemico;[7] Galba fu tuttavia ucciso e Icelo fu giustiziato pubblicamente.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ SvetonioNerone, XLIX; Tacito, Historiae, I, 13.
  2. ^ SvetonioGalba, XXII.
  3. ^ PlutarcoGalba, VII; SvetonioNerone, XLIX; Galba, XXII.
  4. ^ PlutarcoGalba, VII; SvetonioGalba, XIV; Tacito, Historiae, I, 13.
  5. ^ Tacito, Historiae, I, 13.
  6. ^ Tacito, Historiae, I, 37.
  7. ^ Tacito, Historiae, I, 33.
  8. ^ Tacito, Historiae, I, 46.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie