Il fiammifero svedese

Il fiammifero svedese
Titolo originaleШведская спичка
AutoreAnton Pavlovič Čechov
1ª ed. originale1884
Genereracconto
Lingua originalerusso
Personaggi
  • Mark Ivanovič Kljauzov
  • Nikolaj Ermolaevič C̆ubikov
  • Djukovskij

Il fiammifero svedese (in russo Шведская спичка?, Švedskaâ spička) è un racconto di Anton Čechov pubblicato per la prima volta nel 1884.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Nella mattinata di domenica 6 ottobre 1885[1], l'amministratore di Mark Ivanovič Kljauzov, guardia a riposo col grado di cornetta, si presenta al locale commissariato di polizia sostenendo che il suo padrone è stato ucciso. Mentre la notizia si diffonde nel circondario attirando una gran folla intorno alla casa di Kljauzov, giunge il commissario per studiare la scena ed ascoltare i testimoni. La camera da letto del proprietario è chiusa dall'interno e Kljauzov non è uscito da una settimana. Da queste premesse commissario e testimoni arrivano tout court alla conclusione che sia stato ucciso e che gli assassini siano penetrati dalla finestra.

Il commissario dispone la sorveglianza intorno alla casa e manda a chiamare il giudice istruttore Nikolaj Ermolaevič C̆ubikov che giunge due ore dopo con il suo assistente Djukovskij. Forzata la porta della camera, questa viene trovata vuota ma il letto è in disordine, vi è un unico stivale, la finestra è socchiusa e, sul davanzale, la traccia di un ginocchio. Dunque, secondo il giudice, il corpo è stato portato via dalla finestra. Djukovskij, esaminando il pavimento, trova un fiammifero svedese, articolo di lusso utilizzato solo da pochi e certamente non da Kljauzov.

Perlustrando poi il terreno sotto la finestra vengono scoperte altre tracce e poco oltre il secondo stivale e una chiazza di sangue. Sulla base dei pochi indizi il giudice e il suo assistente si lanciano nelle supposizioni, sebbene le congetture di Djukovskij infastidiscano C̆ubikov.

Alla fine vengono incriminati due servitori di Kljauzov i quali avrebbero commesso il delitto con la complicità di una donna. Dopo aver dubitato della sorella dello scomparso, Djukovskij, facendo il giro di tutti i negozianti della zona, scopre chi è la donna che ha acquistato la scatola di fiammiferi svedesi e conduce il giudice a casa del commissario di polizia.

Nascosto nel bagno scoprono il presunto morto che da una settimana mangia, beve e si diverte con la moglie del commissario.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il racconto è stato scritto nel 1884 e nello stesso anno fu pubblicato con il titolo Il fiammifero svedese (storia criminale) nella rivista La Libellula, con la firma di Anton Čechov.

Nel 1886 la storia è entrata nella raccolta Racconti variopinti e poi è stato inclusa nella sua opera completa pubblicata dall'editore A. F. Marks.

Durante la vita dell'autore, la storia è stata tradotta in danese, tedesco, polacco, rumeno e ceco.

In Russia, dal racconto è stata tratto un film del 1954[2] e un lavoro teatrale andato in scena nel 2007 a Mosca.[3]

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nel racconto viene specificato che è domenica (а ведь сегодня воскресенье), In realtà, in quell'anno, la domenica ai primi di ottobre cadeva il 4., in calendario perpetuo.
  2. ^ Shvedskaya spichka, su Internet Movie Database, IMDb.com.
  3. ^ (RU) Шведская спичка | Спектакли, su theatreofnations.ru. URL consultato l'11 ottobre 2017.

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