Il gigante dell'Himalaya

Il gigante dell'Himalaya
Titolo originaleThe Mighty Peking Man, Goliathon; 猩猩王, Gorilla King
Paese di produzioneStati Uniti d'America, Hong Kong
Anno1977
Durata90 minuti
Generefantastico, avventura, thriller, orrore
RegiaHo Meng-Hua
SceneggiaturaNi Kuang
ProduttoreRunme Shaw, Vee King Shaw
Casa di produzioneShaw Brothers, World Northal Corporation, Rolling Thunder Picures
Distribuzione in italianoMalbor Cinematografica
Effetti specialiSadamasa Arikawa, Koichi Kawakita
MusicheDe Wolfe, Yung Yu-Chen
Interpreti e personaggi
  • Danny Lee: Johnny Feldon
  • Evelyne Kraft: Samantha
  • Ku Feng: Lu Tien
  • Hsiao Yao: Caroline
Doppiatori italiani

Il gigante dell'Himalaya (Mighty Peking Man o Goliathon in inglese; cinese semplificato: 猩猩王, pinyin: Xing xing Wang) è un film fantastico avventuroso con elementi horror del 1977 e diretto da Ho Meng-hua.

Il film è stato originariamente distribuito negli Stati Uniti nel 1980 dal titolo Goliathon, doppiato in inglese.

Fu prodotto sulla scia del successo del remake del 1976 di King Kong.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Un violento terremoto accompagna l'apparizione di un colossale gorilla tra i poveri villaggi alle pendici dell'Himalaya. L'impresario Lu Chang, avutane notizia, affida a Johnny Feldon l'incarico di catturare il mostro per trasportarlo ad Hong Kong dove intende esibirlo al pubblico. Nel corso della spedizione, però, Johnny viene abbandonato dai compagni e, solo ed indifeso, incontra il gigantesco animale che lo tramortisce. Una splendida ragazza selvaggia capace di farsi ubbidire dal gorilla, che ella chiama Utang, si prende cura del giovanotto.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Il gigante dell'Himalaya aveva un budget di sei milioni di dollari da Hong Kong per lo studio Shaw Brothers. Il film ha richiesto più di un anno per essere completato ed è stato girato a Mysore, in India. Le miniature sono state realizzate da Cosmo Productions, con modellini di auto, camion, elicotteri ed edifici realizzati dallo stesso Murase. Il design del personaggio Utam era costituito da una pelliccia marrone e originariamente aveva capelli bianchi nel prototipo. Per realizzare il culmine delle riprese della scena in cima alla Jardine House sul tetto dove Utam esplode, tra una ripresa e l'altra veniva versato del gas ed era pericoloso, e un manichino di peluche si è schiantato contro l'ufficio postale generale incendiando il set.

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Variety ha recensito una versione in lingua cantonese di 100 minuti del film affermando che si trattava di "un intrattenimento di evasione interessante se non unico realizzato a Hong Kong per il pubblico curioso di altri paesi" e "è un campo alto, in stile cinese e per questo motivo potrebbe farcela nei mercati meno esigenti". Nelle recensioni retrospettive, Roger Ebert ha assegnato al film tre stelle su quattro possibili in Chicago Sun-Times e, per inciso, ha effettivamente aggiornato la sua valutazione per il tematicamente simile Infra-Man:

«Mighty Peking Man è molto divertente, anche se un po' fuori dal punteggio più alto di Infra-Man, che è stato realizzato un anno prima, ed è il mio film di mostri preferito di Hong Kong. Entrambi sono stati prodotti dal leggendario Runme Shaw, che, avendo assaporato la grandezza, ovviamente sperava di ripeterlo. Trovo con mio grande stupore che ho dato solo Infra-Man due stelle e mezzo quando l'ho recensito. Sono passati 22 anni, ma un tipo ricorderà molte cose che non penseresti che ricorderebbe. Scommetto che non è passato un mese da quando l'ho fatto "Non pensavo a quel film. Assegno tre stelle a "Mighty Peking Man", per la stupidità generale e un certo livello di insano genio, ma in coscienza non posso valutarlo più in alto di "Infra-Man". Quindi , in risposta a quelle co Rispondenti che mi chiedono se ho mai cambiato una valutazione su un film: Sì, Infra-Man sale a tre stelle.[1] [2]»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Roger Ebert, Il potente uomo di Pechino, su rogerebert.com, 30 aprile 1999. URL consultato il 31 gennaio 2016.
  2. ^ Roger Ebert, Mighty Peking Man, su rogerebert.com, 30 aprile 1999. URL consultato il 31 gennaio 2016.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]