Indaco (colore)

Indaco
Coordinate spettrali
420 nm
450 nm
Lunghezza d'onda del colore nello spettro visibile


Lunghezza d'onda ~420-450 nm[1]
Frequenza ~713-666 THz
Energia del fotone ~2,952-2,755 eV
Colori dell'arcobaleno
                                       
Colori acromatici
              
Altri colori
                             

L'indaco è uno dei colori dello spettro percepibile dall'occhio umano, compreso tra il blu e il violetto e classificato come "colore freddo". La lunghezza d'onda dell'indaco è tra 420 e 450 nanometri.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il colore indaco prende il nome dal colorante indaco derivato dalla pianta Indigofera tinctoria e specie affini. La tratta del colorante indaco perveniva nel mediterraneo a partire dall'India. L'associazione dell'India con l'indaco si riflette nel termine greco per il colorante indikón (Ἰνδικόν, Indiano)[2]. I romani latinizzarono il termine in indicum, che diventò poi indaco nei dialetti italiani.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'indaco è uno dei colori della ruota dei colori di Newton

Isaac Newton ha introdotto l'indaco come uno dei sette colori di base del suo lavoro.[3] A metà del 1660, quando Newton acquistò un paio di prismi in una fiera vicino a Cambridge, la Compagnia delle Indie Orientali iniziò a importare la tintura di indaco in Inghilterra,[4] soppiantando il guado come fonte di tintura blu. Nel famoso esperimento, cardine nella storia dell'ottica, il giovane Newton riconobbe che lo spettro aveva un continuum di colori, ma avendo deciso su sette colori per collegarli alle note di una scala maggiore occidentale, chiese a un amico di suddividere ripetutamente lo spettro proiettato dal prisma sul muro in sette: rosso, giallo, verde, blu e viola; insieme a arancione, indaco:

«The originall or primary colours are Red, yellow, Green, Blew, & a violet purple; together with Orang, Indico, & an indefinite varietie of intermediate gradations»

Erano questi i toni in cui i colori apparivano più «pieni e vivaci».

L'indaco è considerato, da allora, come uno dei colori tradizionali dell'arcobaleno. James Clerk Maxwell ed Hermann von Helmholtz accettarono l'indaco come nome appropriato per il colore che affianca il viola nello spettro.[5]

Scienziati successivi concludono che Newton nominò i colori in modo diverso dall'uso attuale.[6][7] Secondo Gary Waldman, "Un'attenta lettura dell'opera di Newton indica che il colore che chiamava indaco, normalmente chiameremmo blu; il suo blu è allora quello che chiameremmo verde-azzurro, ciano o celeste".[8] Se questo è vero, i sette colori spettrali di Newton sarebbero stati:

Red (Rosso):     Orange (arancio):     Yellow (giallo):     Green (verde):     Blue (azzurro o blu) ma per noi è turchese o ciano:     Indigo (indaco) ma per noi è semplicemente blu:    Violet (violetto):    

In natura[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Pigmento biologico.

Colorazione[modifica | modifica wikitesto]

Pigmenti e coloranti[modifica | modifica wikitesto]

Codifica[modifica | modifica wikitesto]

Info sulle coordinate del coloreCodifica colore
Rappresentazione     
HEX #4000FF
sRGB1 (rgb) (64; 0; 255)
xxx nm
xxx nm
xxx nm
Lunghezza d'onda del colore nello spettro visibile
CMYK2 (cmyk) (74; 100; 0; 0)
...
xxx nm
xxx nm
xxx nm
Rappresentazione CMYK del colore
HSV (hsv) (255°; 100%; 100%)
...
Rappresentazione HSV del colore
Colore complementare (nello spazio colore sRGB) Lime      (191; 255; 0)
1: normalizzato a [0-255] (byte)
2: normalizzato a [0-100] (%)

RGB[modifica | modifica wikitesto]

CMYK[modifica | modifica wikitesto]

Per ottenere l'indaco, rispettando le coordinate spettrali di questa tonalità con una key plate CMYK, si allineano i parametri in: C: 90%; M: 76%; Y: 0%; K: 0%.

HSV[modifica | modifica wikitesto]

Nella codifica HSV (tonalità, saturazione e valore), la tonalità del colore indaco è associata ad un angolo di 255°, per cui il colore indaco è rappresentato dalla terna (255°; 100%; 100%), dove la saturazione e il valore del colore sono entrambi al loro valore massimo (100%).

HSL[modifica | modifica wikitesto]

Nella codifica HSL (tonalità, saturazione e luminosità), la tonalità del colore rosso è associata ad un angolo di 255°, per cui il colore rosso è rappresentato dalla terna (255°; 100%; 50%), dove la saturazione del colore è al loro valore massimo (100%), mentre la luminosità è al valore medio (50%).

In HTML[modifica | modifica wikitesto]

Il colore web chiamato "Indigo" è decisamente più vicino al violetto della tinta da cui prende il nome. È di fatto un viola e può essere ottenuto mischiando 50% di colore ciano e 50% di colore magenta.[9]

Pantone[modifica | modifica wikitesto]

Combinazioni con altri colori[modifica | modifica wikitesto]

Simbolismo[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Joe Rosen, Encyclopedia of Physics, Infobase Publishing, 26 giugno 2017, ISBN 978-1-4381-1013-4. Ospitato su Google Books.
  2. ^ Kassia St. Clair, The secret lives of colour, John Murray, 2016, ISBN 978-1-4736-3081-9.
  3. ^ http://matematica.unibocconi.it/sites/default/files/LM96_17-25_Corradi.pdf
  4. ^ O.N. Allen & Ethel K. Allen, The Leguminosae: a source book of characteristics, uses, and nodulation, null, Madison, Wisc., University of Wisconsin Press, 1981, p. 343, ISBN 978-0-299-08400-4.
  5. ^ Lucia R. Ronchi e Jodi Sandford, The Excentric Blue. An Abridged Historical Review, Fondazione Giorgio Ronchi, 2009, ISBN 978-88-88649-19-1.
  6. ^ Ralph M. Evans, The perception of color, null, New York, Wiley-Interscience, 1974, ISBN 978-0-471-24785-2.
  7. ^ K. McLaren, Newton's indigo, in Color Research & Application, vol. 10, n. 4, marzo 2007, pp. 225–∠229, DOI:10.1002/col.5080100411.
  8. ^ Gary Waldman, Introduction to light : the physics of light, vision, and color, Dover, Mineola, Dover Publications, 2002, p. 193, ISBN 978-0-486-42118-6.
  9. ^ Simona Fantetti e Claudia Petracchi, Il dizionario dei colori. Nomi e valori di quadricromia, Bologna, Zanichelli, ottobre 2001, ISBN 88-08-07995-3.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]