Industria chimica

Rappresentazione di un impianto della Dow Chemical, in Germania.

L'industria chimica è il settore industriale che si basa sulla trasformazione di materie prime (tra cui petrolio, gas naturale, aria, acqua, metalli e minerali) per l'ottenimento di prodotti aventi proprietà-chimico fisiche differenti rispetto alle materie prime di partenza (tra cui: cosmetici, farmaci, vernici, materiali sintetici, carburanti, additivi, coloranti alimentari, ecc.).

Storia dell'industria chimica[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia dell'industria chimica.
Industria chimica di Milano nel 1970, foto di Paolo Monti

L'industria chimica è nata a partire dal XIX secolo a seguito della rivoluzione industriale e si è evoluta grazie allo sviluppo delle scienze chimiche e dell'economia.

Settori dell'industria chimica[modifica | modifica wikitesto]

In genere la chimica industriale è divisa in chimica primaria ed in chimica secondaria, a seconda del grado di trasformazione della materia prima.

Chimica primaria[modifica | modifica wikitesto]

È il settore industriale di base che si occupa della produzione, a partire da materie prime come petrolio e gas naturale, di composti chimici relativamente semplici (come ad esempio benzene, fenolo e propilene) usati successivamente dalla chimica secondaria come punto di partenza per ulteriori trasformazioni.

La chimica primaria è strettamente legata all'industria dell'estrazione mineraria (zolfo, pirite, fluorite) e all'industria del petrolio, anche se normalmente la petrolchimica, per la sua complessità e specificità, viene considerata un settore a parte. Caratteristica dell'industria chimica primaria è quella di operare su grande scala (grandi quantità di materiali e grandi dimensioni degli impianti).

Chimica secondaria[modifica | modifica wikitesto]

La chimica secondaria trasforma i prodotti della chimica primaria in prodotti di uso pratico e dalla petrolchimica per produrre molecole più complesse (come coloranti e fitofarmaci). L'economia di scala di questo comparto, con il suo superiore valore aggiunto, e la maggior sofisticazione degli impianti, rende più limitate - nelle dimensioni e nelle quantità prodotte - le relative aziende. A sua volta la chimica secondaria può essere divisa in chimica fine e chimica delle specialità.

Chimica fine[modifica | modifica wikitesto]

La chimica fine è la produzione di intermedi, materie prime, principi attivi, additivi, ausiliari, coadiuvanti tecnologici, enzimi e catalizzatori per diverse industrie manifatturiere, parachimica e chimica di trasformazione (chimica specialistica: tensioattivi, vernici, dolcificanti, additivi alimentari, adesivi, farmaci, cosmetici).

Federchimica annovera fra le sue 16 associazioni di settore una nominata AISPEC per la Chimica fine e specialistica, dove le aziende di chimica fine sono differenziate da quelle della specialistica in 9 gruppi diversi.[1]

Parachimica[modifica | modifica wikitesto]

Il settore industriale a valle della chimica secondaria e primaria - i cui prodotti sono destinati ad un uso diretto o a semplici miscelazioni formulazioni e additivazioni - viene definito in genere parachimica.

Esempi tipici di prodotti parachimici sono: colle, vernici, inchiostri e prodotti cosmetici.

Prodotti dell'industria chimica[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Classificazione commerciale dei prodotti chimici.

I principali prodotti, suddivisi in base alla loro natura chimica e alle loro applicazioni, sono:[2]

Compagnie del XXI secolo[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Principali aziende chimiche.

Nella tabella sottostante sono raccolte le compagnie operanti nell'industria chimica che nel 2005 hanno prodotto un fatturato di almeno 10 miliardi di dollari. Per alcune di esse il fatturato deriva solo in parte dalla produzione di "chemicals".

Compagnia, sede Vendite nel 2005 in miliardi di USD[senza fonte] Posizione Paese
BASF, AG, Ludwigshafen, Germania 53,2 1 Bandiera della Germania
Dow Chemical, Midland, Michigan 46,3 2 Bandiera degli Stati Uniti
Shell Chemicals, Paesi Bassi / UK 35 3 Bandiera dei Paesi BassiBandiera del Regno Unito
Bayer, AG, Leverkusen, Germania 34,1 4 Bandiera della Germania
Ineos, Lyndhurst, UK 33 5 Bandiera del Regno Unito
ExxonMobil, Irving, Texas 31,2 6 Bandiera degli Stati Uniti
DuPont, Wilmington, Delaware 28,5 7 Bandiera degli Stati Uniti
Mitsubishi Chemical, Tokyo, Giappone 21,9 8 Bandiera del Giappone
Lyondell Chemical, Houston, Texas 18,6 9 Bandiera degli Stati Uniti
Saudi Basic Industries Corporation, Riyadh, Arabia Saudita 18,4 10 Bandiera dell'Arabia Saudita
AkzoNobel, Arnhem, Paesi Bassi 16,2 11 Bandiera dei Paesi Bassi
Evonik Degussa, AG, Düsseldorf, Germania 14,6 12 Bandiera della Germania
Sumitomo Chemical, Tokyo, Giappone 14,1 13 Bandiera del Giappone
Asahi Kasei, Tokyo, Giappone 13,6 14 Bandiera del Giappone
Mitsui Chemicals, Tokyo, Giappone 13,4 15 Bandiera del Giappone
Air Liquide, Paris, France 13,0 16 Bandiera della Francia
Toray Industries, Tokyo, Giappone 13,0 17 Bandiera del Giappone
Huntsman Corp., Salt Lake City, Utah 13,0 18 Bandiera degli Stati Uniti
Chevron Phillips, The Woodlands, Texas 10,7 19 Bandiera degli Stati Uniti
Solvay SA, Brussels, Belgio 10,7 20 Bandiera del Belgio
Imperial Chemical Industries(ICI), Londra, UK 10,6 21 Bandiera del Regno Unito
Shin-Etsu Chemical Co., Ltd., Tokyo, Giappone 10,2 22 Bandiera del Giappone
DSM NV, Heerlen, Paesi Bassi 10,2 23 Bandiera dei Paesi Bassi

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Fritz Ullmann, Ullmann's Encyclopedia of Industrial Chemistry, 6ª ed., Wiley-VCH, 2002, ISBN 3-527-30385-5.
  • (EN) Robert A. Smiley, Harold L. Jackson, Chemistry and the Chemical Industry: A Practical Guide for Non-Chemists, 1ª ed., CRC, 2002, ISBN 1-58716-054-4.
  • (EN) Klaus Weissermel, Hans-Jürgen Arpe, Charlet R. Lindley, Industrial organic chemistry, 4ª ed., Wiley-VCH, 2003, ISBN 3-527-30578-5.

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