J. M. Coetzee

J. M. Coetzee in Polonia (7-06-2006).
Medaglia del Premio Nobel Premio Nobel per la letteratura 2003

John Maxwell Coetzee (Città del Capo, 9 febbraio 1940) è uno scrittore e saggista sudafricano naturalizzato australiano, Premio Nobel per la letteratura nel 2003.

J. M. Coetzee (come firma i suoi libri) è uno scrittore estremamente eterogeneo, celebre per le sue opere di narrativa, critica e per le numerose attività accademiche che lo hanno visto impegnato come professore, linguista e traduttore. È uno dei maggiori esponenti del postmodernismo e postcolonialismo del XX secolo.

Coetzee si è trasferito in Australia nel 2002 ed è diventato cittadino australiano nel 2006. Vive ad Adelaide.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Coetzee (pronuncia inglese [kʊtˈsiː], afrikaans [kutˈsiə])[1][2] è nato il 9 febbraio 1940 a Città del Capo in Sudafrica[3] da genitori di stirpe afrikaner.[4] Il padre ha lavorato come avvocato, impiegato pubblico e allevatore di pecore; la madre era maestra.[5][6] In casa si parlava inglese, ma con gli altri parenti Coetzee parlava afrikaans. La famiglia discendeva da coloni olandesi stabilitisi in Sudafrica già nel diciassettesimo secolo.[7] Coetzee ha anche radici polacche, in quanto il bisnonno Baltazar (o Balcer) Dubiel era un immigrato polacco.[8]

Coetzee ha trascorso la maggior parte dell'infanzia a Città del Capo e a Worcester nella Provincia del Capo (oggi nel Capo Occidentale), come ha raccontato nell'autobiografia romanzata Boyhood: Scenes from Provincial Life (Infanzia. Scene di vita di provincia) (1997). Quando aveva otto anni, la famiglia si trasferì a Worcester dopo che il padre perse l'impiego pubblico per dissensi sull'apartheid.[6] Coetzee ha frequentato la scuola cattolica di Saint Joseph, a Rondebosch nei pressi di Città del Capo[9]; in seguito, egli ha studiato matematica e inglese all'Università di Cape Town, e ha ottenuto i diplomi di Bachelor of Arts con lode in inglese nel 1960 e in matematica nel 1961.[10][11]

Coetzee ha sposato nel 1963 Philippa Jubber, da cui ha divorziato nel 1980. Ha avuto una figlia, Gisela, nata nel 1968, e un figlio, Nicolas, nato nel 1966. Quest'ultimo nel 1989 è morto in un incidente.[6][12][13][14]

Carriera accademica e letteraria[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1962 Coetzee si è trasferito nel Regno Unito, dove è rimasto per tre anni lavorando come programmatore informatico, dapprima all'IBM a Londra, poi a Bracknell, nel Berkshire.[15] Nel 1963, mentre vive nel Regno Unito, ha ottenuto la laurea all'Università di Città del Capo con una tesi sui romanzi di Ford Madox Ford.[5] Ha raccontato le sue esperienze in Inghilterra nel secondo volume di memorie romanzate, Youth: Scenes from Provincial Life (2002).

Con il Programma Fulbright nel 1965 è andato all'Università del Texas ad Austin, dove ha conseguito il dottorato in linguistica nel 1969, con una tesi sull'analisi stilistica computerizzata nelle opere di Samuel Beckett. Frattanto, aveva iniziato a insegnare letteratura all'Università di Buffalo nello Stato di New York. Qui è rimasto fino al 1971 e ha iniziato il primo romanzo, Dusklands (Terre al crepuscolo).[5] In quest'anno la sua richiesta di residenza negli Stati Uniti è stata respinta perché aveva preso parte al movimento di protesta contro la guerra del Vietnam: nel mese di marzo del 1970, con altri 45 docenti, aveva occupato un'aula dell'università ed era stato arrestato.[16]

È quindi tornato in Sudafrica come insegnante di letteratura inglese all'università di Città del Capo dove ha compiuto la carriera accademica fino al pensionamento nel 2002. Si è quindi trasferito ad Adelaide, in Australia, divenendo membro onorario del Dipartimento d'inglese all'università[17], dove insegna la sua compagna, Dorothy Driver. Fino al 2003 è stato professore al Committee on Social Thought dell'università di Chicago[18].

Oltre ai romanzi, Coetzee ha pubblicato opere di critica e traduzioni dalla lingua olandese e dall'afrikaans.[19]

Il 6 marzo 2006 ha ottenuto la cittadinanza australiana.[17]

Nel 2013 ha pubblicato il romanzo L'infanzia di Gesù.

Collaborazioni[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2012, Coetzee ha scritto il libretto per l'opera Slow Man di Nicholas Lens, basato sul suo romanzo Slow Man. La prima mondiale dell'opera è stata data il 5 luglio 2012 durante il Malta Festival di Poznań, in Polonia.[20][21][22][23][24][25][26][27]

Personalità[modifica | modifica wikitesto]

Coetzee è molto riservato ed evita la pubblicità al punto tale che non ha ritirato personalmente i due Booker Prize.[28][29] Lo scrittore Rian Malan ha detto:[30]

«Coetzee ha un'incredibile autodisciplina e dedizione al suo lavoro. Non beve, non fuma, non mangia carne. Percorre lunghe distanze in bicicletta per tenersi in forma e ogni mattina passa almeno un'ora alla scrivania. Un collega di lavoro dice di averlo visto ridere solo una volta in dieci anni. Un conoscente ha partecipato a diverse cene in cui Coetzee non ha detto nemmeno una parola.»

Di conseguenza, le copie dei suoi romanzi firmate dall'autore sono molto ricercate.[19] Per questo è stato una figura chiave nella pubblicazione presso la Oak Tree Press delle First Chapter Series, opere di grandi autori in edizione limitata e firmate a scopo benefico, in favore dei bimbi vittime dell'AIDS in Africa.[31]

Negli ultimi anni, Coetzee ha assunto apertamente posizioni critiche contro i maltrattamenti di animali e a favore del movimento per i diritti degli animali.[32] In un discorso tenuto a Sydney per l'associazione australiana Voiceless per i diritti degli animali, il 22 febbraio 2007, si è scagliato contro le tecniche moderne di allevamento degli animali.[33] Famose le sue due conferenze (I poeti e gli animali e I filosofi e gli animali, pubblicate in italiano dall'editore Adelphi nel volume La vita degli animali) scritte per un convegno in Australia a favore dei diritti degli animali e dell'etica vegetariana, in collaborazione col filosofo Peter Singer.

Anche nella narrativa Coetzee si è impegnato su queste tematiche; in particolare nei romanzi Vergogna (Disgrace), La vita degli animali e Elizabeth Costello.[34]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Malgrado la sua nota allergia alle cerimonie di premiazione, Coetzee ha ricevuto molti riconoscimenti.[35] Il romanzo Waiting for the Barbarians (Aspettando i barbari) ha ottenuto il "James Tait Black Memorial Prize" e il Geoffrey Faber Memorial Prize[36]; Coetzee ha vinto tre volte il "CNA Prize".[37] Il libro Age of Iron (Età di ferro) ha ricevuto il premio come libro dell'anno del «Sunday Express» nel 2007, e The Master of Petersburg (Il maestro di Pietroburgo) ha ottenuto il premio internazionale per la narrativa di «Irish Times» nel 1995.[38] Ha anche ricevuto il Prix Femina, il Commonwealth Writers' Prize e nel 1987 il Jerusalem Prize for the Freedom of the Individual in Society.[39] Gli è stato assegnato nel 1994 il Premio Mondello come autore straniero per Il maestro di Pietroburgo (Donzelli). È stato il primo scrittore insignito due volte del Booker Prize: la prima nel 1983 per Life & Times of Michael K (La vita e il tempo di Michael K), la seconda nel 1999 per Vergogna.[40] Solo un altro scrittore ha ricevuto due volte il premio, l'australiano Peter Carey. Coetzee è anche stato finalista al concorso per il premio nel 2009 col romanzo Summertime[41]. Il premio è però stato assegnato a Hilary Mantel.

Il 2 ottobre 2003 è stato annunciato che aveva vinto il Premio Nobel per la letteratura, il quarto africano a riceverlo, il secondo sudafricano dopo Nadine Gordimer.[42][43]

Nella motivazione del premio,[44] l'Accademia svedese ha dichiarato "I racconti di John Maxwell Coetzee sono caratterizzati da una composizione ben articolata, ricca di dialogo e analiticamente brillante". La sua opera "tra molteplici travestimenti espone la sconcertante complicità dell'alienazione" e "descrive il sorprendente ruolo degli outsider nella storia".[45]

La premiazione si è svolta a Stoccolma il 10 dicembre 2003. Il 27 settembre 2005 Coetzee ha ricevuto dal governo sudafricano l'Ordine di Mapungubwe per "il suo straordinario contributo nel campo letterario e per aver messo il Sudafrica in primo piano sulla scena mondiale".[46] Ha ricevuto lauree honoris causa dalle Università di Adelaide, Austin, Oxford e altre.

Nel 2001 è stato insignito del titolo di duca di Deshonra dal sovrano del Regno di Redonda.

Orientamento politico[modifica | modifica wikitesto]

Scrivendo della sua vita in terza persona, nel libro Doubling the Point, Coetzee afferma:

«During his student years he, this person, this subject, my subject, steers clear of the right. As a child in Worcester he has seen enough of the Afrikaner right, enough of its rant, to last him a lifetime. In fact, even before Worcester he has perhaps seen more of cruelty and violence than should have been allowed to a child. So as a student he moves on the fringes of the left without being part of the left. Sympathetic to the human concerns of the left, he is alienated, when the crunch comes, by its language – by all political language, in fact.[47]»

(Da studente egli, questa persona, questo soggetto, il mio soggetto, si tiene alla larga dalla destra. Da bambino a Worcester ha conosciuto della destra Afrikaner, delle sue declamazioni, abbastanza da averne per tutta la vita. In realtà, anche prima di Worcester ha visto più crudeltà e violenza di quanto si addica a un bambino. Perciò da studente si muove al margine della sinistra senza farne parte. Condivide l'attenzione della sinistra per i diritti umani, ma viene allontanato, quando si arriva al dunque, dal suo linguaggio - da tutto il linguaggio politico, anzi.)

A proposito di quest'ultima frase, ha detto in un'intervista:

«There is no longer a left worth speaking of, and a language of the left. The language of politics, with its new economistic bent, is even more repellent than it was fifteen years ago.[48]»

(Non c'è più una sinistra degna d'esser menzionata, né un linguaggio della sinistra. Il linguaggio della politica, con la sua recente inclinazione economicistica, è anche più repellente di quanto fosse quindici anni fa.)

Il giudizio sul Sudafrica[modifica | modifica wikitesto]

Insieme a André Brink e a Breyten Breytenbach, Coetzee è stato "in prima fila nel movimento anti-apartheid nella letteratura afrikaner"[49] nel ricevere il Premio Jerusalem nel 1987, Coetzee ha parlato delle limitazioni cui è soggetta l'arte nella società sudafricana, le cui strutture hanno prodotto "relazioni deformate e forzate tra gli esseri umani" e "una vita interiore deformata e forzata". ha continuato dicendo che "la letteratura sudafricana è una letteratura in stato di schiavitù. È una letteratura non completamente umana. È proprio quel genere di letteratura che ci si aspetterebbe fosse scritta da persone in prigione". Ha chiesto al governo sudafricano di rinunciare alla politica dell'apartheid. Lo studioso Isidore Diala afferma che J. M. Coetzee, Nadine Gordimer e André Brink sono "tre dei più eminenti scrittori bianchi del Sudafrica, tutti con un preciso impegno anti-apartheid".[50]

Si è visto il romanzo Vergogna come un'allegoria della Commissione per la verità e la riconciliazione (Truth and Reconcialiation Commission, TRC).[51]

Su di essa Coetzee ha affermato: "In uno stato senza una religione ufficiale, la TRC è stata in certo modo anomala: una specie di tribunale basato in larga misura sull'insegnamento cristiano e su un filone di insegnamento cristiano accettato interiormente solo da una piccola parte della popolazione. Soltanto il futuro potrà dire che cosa la TRC è riuscita ad ottenere".[48]

Dopo aver ufficialmente ricevuto la cittadinanza australiana, Coetzee ha detto: "Non ho lasciato il Sudafrica, con cui mantengo forti legami affettivi; piuttosto sono venuto in Australia. Sono venuto perché fin dalla mia prima visita nel 1991 sono stato attratto dallo spirito libero e generoso della popolazione, dalla bellezza del territorio e - quando ho visto per la prima volta Adelaide - dal fascino della città che ora ho l'onore di chiamare casa mia". Quando si era trasferito in Australia, aveva citato il lassismo del governo sudafricano verso la criminalità come un motivo per il trasferimento, scontrandosi con il presidente del Sudafrica Thabo Mbeki che, parlando del romanzo Vergogna dichiarò: "Il Sudafrica non è solo un posto di stupri".[28] Nel 1999 l'African National Congress, durante un'inchiesta sul razzismo nei media da parte della Commissione sudafricana per i diritti umani, indicò Vergogna come un romanzo che sfrutta gli stereotipi razziali.[52]

Tuttavia, quando Coetzee ha vinto il Nobel, il presidente Mbeki si è congratulato con lui "a nome della nazione sudafricana e anzi del continente africano".[53]

Critica alle leggi antiterrorismo[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2005, Coetzee ha criticato le nuove leggi antiterrorismo dell'Australia in quanto simili a quelle adottate dal regime dell'apartheid in Sudafrica: "Pensavo che gli autori delle leggi sudafricane che di fatto hanno sospeso l'applicazione del diritto fossero moralmente dei barbari. Ora mi rendo conto che erano solo pionieri in anticipo sui tempi".[54] Nel libro del 2007 Diary of a Bad Year (Diario di un anno difficile), che è stato descritto come una fusione di "memorie e invenzione, critica accademica e narrazione romanzesca", che non riconosce "il confine che ha tradizionalmente separato la teoria politica dalla narrativa d'invenzione",[55] il protagonista esprime analoghe preoccupazioni sulla politica di John Howard e di George W. Bush.[56]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Narrativa[modifica | modifica wikitesto]

Saggi critici[modifica | modifica wikitesto]

  • Truth in Autobiography, 1984
  • White Writing: On the Culture of Letters in South Africa, 1988
  • J. M. Coetzee: le origini ideologiche dell'apartheid: emergere dalla censura (conferenza del 1992)[57]
  • Doubling the Point: Essays and Interviews, 1992 (Doppiare il capo)
  • Giving Offense: Essays on Censorship, 1996 (Pornografia e censura)
  • Stranger Shores. Essays 1993-1999, 1999 (Spiagge straniere)
  • He and His Man, 2004 (discorso di accettazione del Premio Nobel per la letteratura)
  • Inner Workings. Essays 2000-2005, 2006 (Lavori di scavo)
  • Here and Now: Letters, 2008–2011, 2013 (Qui e ora. Lettere 2008-2011, con Paul Auster)
  • La buona storia. Conversazioni su verità, finzione e psicoterapia (The Good Story: Exchanges on Truth, Fiction and Psychotherapy, 2015) con Arabella Kurtz, trad. Mara Baiocchi e Paola Splendore, Torino, Einaudi, 2017, ISBN 978-88-062-3012-8.
  • Saggi 2006-2017 (Late Essays: 2006-2017), trad. Mara Baiocchi e Paola Splendore, Torino, Einaudi, 2021, ISBN 978-88-062-4803-1.

Traduzioni e introduzioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Marcellus Emants, A Posthumous Confession, 1976, 1986 (trad. e introduzione)
  • Wilma Stockenström, The Expedition to the Baobab Tree, 1983 (trad.)
  • Landscape with Rowers: Poetry from the Netherlands, Princeton, NJ: Princeton University Press, 2004, ISBN 0-691-12385-3 (trad. e introduzione)
  • Daniel Defoe, Robinson Crusoe, 1999 (introduzione)
  • Patrick White, The Vivisector, 1999 (introduzione)
  • Robert Musil, The Confusions of Young Törless, 2001 (introduzione)
  • Graham Greene, Brighton Rock, 2004 (introduzione)
  • Saul Bellow, Dangling Man, 2006 (introduzione)
  • Samuel Beckett, Poems, Short Fiction, Criticism, vol. IV di The Grove Centenary Edition, 2006. (introduzione)
  • Africa and Her Animals: Philosophical and Practical Perspectives, a cura di Rainer Ebert e Anteneh Roba, Pretoria: University of South Africa Press, 2018, ISBN 978-1-86888-900-6. (introduzione)

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Ordine di Mapungubwe in Oro - nastrino per uniforme ordinaria
«Per il suo eccezionale contributo nel campo della letteratura e per l'aver messo il Sudafrica sulla scena mondiale.»
— 27 settembre 2005[58]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Catherine Sangster, How to Say: JM Coetzee and other Booker authors, BBC News, 14 settembre 2009. URL consultato il 1º ottobre 2009.
  2. ^ Luciano Canepari, Manuale di fonetica, München, LINCOM, 2003, p. 350.
  3. ^ Derek Attridge, J. M. Coetzee and the Ethics of Reading: Literature in the Event, Chicago, University of Chicago Press, 2004, p. 94, ISBN 978-0-226-03117-0.
  4. ^ Rand Richards Cooper, Portrait of the writer as an Afrikaner, in New York Times, 2 novembre 1997. URL consultato il 9 ottobre 2009.
  5. ^ a b c Dominic Head, The Cambridge Introduction to J. M. Coetzee, Cambridge, Cambridge University Press, 2009, pp. 1–2, ISBN 0-521-68709-8.
  6. ^ a b c Jonathan Price, J.M. Coetzee, su english.emory.edu, Emory University, Autumn 2000. URL consultato il 1º agosto 2009.
  7. ^ A Nobel calling: 100 years of controversy, in The Independent, 14 ottobre 2005. URL consultato il 2 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2009).
  8. ^ Na polski trop naprowadził go pradziad, PAP: Nauka w Polsce, 16 giugno 2006. URL consultato il 2 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 4 maggio 2008).
  9. ^ Elizabeth Lowry, J. M. Coetzee's ruffled mirrors, in Times Literary Supplement, London, 22 agosto 2007. URL consultato il 2 agosto 2009.
  10. ^ John Easton, Friedman, Allan; Harms, William; Koppes, Steve; Sanders, Seth, Faculty receive DSPs, named professorships, in University of Chicago Chronicle, 23 settembre 2003. URL consultato il 2 agosto 2009.
  11. ^ Professor John "JM" COETZEE, su whoswhosa.co.za, Who's Who of Southern Africa. URL consultato il 2 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2009).
  12. ^ Susan Gallagher, A Story of South Africa: J. M. Coetzee's Fiction in Context, Cambridge, MA, Harvard University Press, 1991, p. 194, ISBN 0-674-83972-2.
  13. ^ Margaret Scanlan, Incriminating documents: Nechaev and Dostoevsky in J. M. Coetzee's "The Master of St Petersburg", in «Philological Quarterly», vol. 76, n. 4, 1997, pp. 463–477.
  14. ^ Mickey Pearlman, J.M. Coetzee again sheds light on the 'black gloom' of isolation, in Star Tribune, 18 settembre 2005, 14F.
  15. ^ Allan Massie, Book review: Youth by JM Coetzee, in The Scotsman, 27 aprile 2002. URL consultato il 9 ottobre 2009.
  16. ^ A rare interview with literary giant J. M. Coetzee, in Buffalo News, 13 ottobre 2002, E1.
  17. ^ a b JM Coetzee becomes an Australian citizen, in Mail & Guardian, 6 marzo 2006. URL consultato il 18 agosto 2007 (archiviato dall'url originale il 1º ottobre 2007).
  18. ^ Chris Richmond, John M. Coetzee, in Badge, Peter (a cura di), Nobel Faces: A Gallery of Nobel Prize Winners, Weinheim, Wiley-VCH, 2007, pp. 428–429, ISBN 3-527-40678-6.
  19. ^ a b The reclusive Nobel Prize winner: J. M. Coetzee, su southafrica.net, South African Tourism. URL consultato il 2 agosto 2009.
  20. ^ Roszak, Joanna (July 2012). "And We Break Down Ourselves" Bi-Weekly, Polish National Audiovisual Institute
  21. ^ Derkaczew, Joanna (11 July 2012). "'Slow Man' - Coetzee w operze. Jak gaśnie człowiek". Gazeta Wyborcza.
  22. ^ Books Live South Africa [1].
  23. ^ Willem De Vries, South Africa, Boekenbrug [2].
  24. ^ Uitgeverij Cossee [3].
  25. ^ JM Coetzee NL [4] Archiviato il 13 dicembre 2014 in Internet Archive..
  26. ^ Lepszy Poznan Publikacje [5].
  27. ^ The Ordinary Man, Dorota Semenowicz (Empik) [6].
  28. ^ a b Hans Pienaar, Brilliant yet aloof, Coetzee at last wins Nobel prize for literature, in The Independent, 3 ottobre 2003. URL consultato il 7 novembre 2015.
  29. ^ Sandra Smith, What to say about ... JM Coetzee, in The Guardian, 7 ottobre 2003. URL consultato il 1º agosto 2009.
  30. ^ Jason Cowley, The New Statesman Profile - J M Coetzee, in New Stateman, 25 ottobre 1999. URL consultato il 2 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2011).
  31. ^ Nancy Bray, How The First Chapter Series was born, su themanbookerprize.com, Booker Prize Foundation. URL consultato il 2 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2012).
  32. ^ J. M. Coetzee, Animals can't speak for themselves — it's up to us to do it, in The Age, 22 febbraio 2007. URL consultato il 2 agosto 2009.
  33. ^ J. M. Coetzee, A word from J.M. Coetzee — Voiceless: I feel therefore I am, su voiceless.org.au, Voiceless, 22 febbraio 2007. URL consultato il 2 agosto 2009.
  34. ^ JM Coetzee on animal rights[collegamento interrotto], Food24. URL consultato il 2 agosto 2009.
  35. ^ Ed Lake, Starry-eyed Booker Prize, in The National, 1º agosto 2009. URL consultato il 1º agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2014).
  36. ^ Patrick M. O'Neil, Great World Writers: Twentieth Century, London, Marshall Cavendish, 2004, pp. 225–244, ISBN 0-7614-7468-4.
  37. ^ John Banville, Being and nothingness, in The Nation, 16 ottobre 2003. URL consultato il 2 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 7 giugno 2009).
  38. ^ J M Coetzee [collegamento interrotto], su wwwr.themanbookerprize.com, Booker Prize Foundation. URL consultato il 2 agosto 2009.
  39. ^ Coetzee, getting prize, denounces apartheid, in New York Times, 11 aprile 1987. URL consultato il 2 agosto 2009.
  40. ^ Fiachra Gibbons, Absent Coetzee wins surprise second Booker award, in The Guardian, 26 ottobre 1999. URL consultato il 2 agosto 2009.
  41. ^ Mark Brown, Heavyweights clash on Booker longlist, in The Guardian, 28 luglio 2009. URL consultato il 1º agosto 2009.
  42. ^ Coetzee wins Nobel literature prize, BBC News, 2 ottobre 2003. URL consultato il 2 agosto 2009.
  43. ^ Coetzee receives Nobel honour, BBC News, 10 dicembre 2003. URL consultato il 2 agosto 2009.
  44. ^ The Nobel Prize in Literature 2003 - Press Release
  45. ^ Rainews24.it
  46. ^ The Order of Mapungubwe in Gold, su thepresidency.gov.za, The Presidency, Republic of South Africa. URL consultato il 2 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2009).
  47. ^ J. M. Coetzee, Doubling the Point: Essays and Interviews, a cura di Attwell, David, Harvard University Press, Cambridge, MA, 1992, p. 394, ISBN 0-674-21518-4.
  48. ^ a b Poyner, Jane (a cura di), J. M. Coetzee in conversation with Jane Poyner, in J. M. Coetzee and the Idea of the Public Intellectual, Athens, OH, Ohio University Press, 2006, p. 22, ISBN 0-8214-1687-1.
  49. ^ Fred Pfeil, Sexual healing [collegamento interrotto], in The Nation, 21 giugno 1986. URL consultato il 2 agosto 2009.
  50. ^ Isidore Diala, Nadine Gordimer, J. M. Coetzee, and André Brink: Guilt, expiation, and the reconciliation process in post-apartheid South Africa, in Journal of Modern Literature, vol. 25, n. 2, 2002, pp. 50–68, DOI:10.1353/jml.2003.0004.
  51. ^ Jane Poyner, Truth and reconciliation in JM Coetzee's Disgrace (novel), in Scrutiny2: Issues in English Studies in Southern Africa, vol. 5, n. 2, 2000, pp. 67–77, DOI:10.1080/18125440008565972.
  52. ^ Rosemary Jolly, Going to the dogs: Humanity in J. M. Coetzee's Disgrace, The Lives of Animals, and South Africa's Truth and Reconciliation Commission, in Poyner, Jane (a cura di), J. M. Coetzee and the Idea of the Public Intellectual, Athens, OH, Ohio University Press, 2006, p. 149, ISBN 0-8214-1687-1.
  53. ^ Patrick Laurence, JM Coetzee incites an ANC egg-dance, Helen Suzman Foundation, 27 settembre 2007. URL consultato il 2 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2011).
  54. ^ JM Coetzee joins criticism of Australia terror law plan, in The Citizen, 24 ottobre 2005. URL consultato il 2 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 16 gennaio 2010).
  55. ^ Michael Valdez Moses, State of discontent: J.M. Coetzee's anti-political fiction, in Reason, luglio 2008. URL consultato il 2 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 5 agosto 2009).
  56. ^ Deborah Hope, Coetzee 'diary' targets PM, in The Australian, 25 agosto 2007. URL consultato il 2 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 30 agosto 2007).
  57. ^ a cura di Angelo Righetti, trad. Annalisa Pes, Verona: Università 1999.
  58. ^ Sito web della Presidenza della Repubblica: dettaglio decorato. Archiviato l'11 novembre 2014 in Internet Archive.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Teresa Dovey, The Novels of J.M. Coetzee: Lacanian Allegories, Craighall AD. Donker, 1988
  • Dick Penner, Countries of the Mind: The Fiction of J.M. Coetzee, New York: Greenwood Press, 1989
  • David Attwell, J.M. Coetzee: South Africa and the Politics of Writing, Berkeley: University of California Press, 1993
  • Graham Huggan e Stephen Watson (a cura di), Critical Perspectives on J. M. Coetzee, prefazione di Nadine Gordimer, London: Macmillan, 1996
  • Dominic Head, J.M. Coetzee, Cambridge: Cambridge University Press, 1997
  • Sue Kossew (a cura di), Critical Essays on J.M. Coetzee, London: Prentice Hall International, 1998
  • Angelo Righetti (a cura di), J.M. Coetzee. Le origini ideologiche dell'apartheid. Emergere dalla censura, Verona: Università, 1999
  • Jean-Paul Engélibert, Aux avant-postes du progrès. Essai sur l'œuvre de J.M. Coetzee, Limoges: PULIM, 2003
  • Derek Attridge, J.M. Coetzee and the Ethics of Eeading: Literature in the Event, Chicago-London: University of Chicago Press, 2004
  • Elizabeth Costello, J.M. Coetzee Eight LessonsLondon: Vintage Books, 2004
  • Chiara Lombardi, Tra allegoria e intertestualità: l'eroe stupido di J.M. Coetzee, Alessandria: Edizioni dell'orso, 2005 ISBN 88-7694-865-1
  • Lucia Fiorella, Figure del male nella narrativa di J.M. Coetzee, Pisa: ETS, 2006 ISBN 88-467-1382-6
  • Giuliana Ferreccio e Carmen Concilio (a cura di), J.M. Coetzee. Percorsi di lettura tra storia e narrazione, Iesa: Gorée, 2009 ISBN 978-88-89605-71-4
  • Dominic Head, The Cambridge Introduction to J.M. Coetzee, Cambridge: Cambridge University Press, 2009
  • Giuliana Iannaccaro, J.M. Coetzee, Firenze: Le lettere, 2009 ISBN 88-6087-201-4
  • Carrol Clarkson, J.M. Coetzee: Countervoices, Basingstoke: Palgrave Macmillan, 2009
  • Elleke Boehmer, Katy Iddiols e Robert Eaglestone (a cura di), J.M. Coetzee in Context and Theory, London-New York: Continuum, 2009
  • Anton Leist e Peter Singer (a cura di), J.M. Coetzee and Ethics: Philosophical Perspectives on Literature, New York: Columbia University Press, 2010
  • Patrick J. Hayes, J.M. Coetzee and the Novel: Writing and Politics after Beckett, New York: Oxford University Press, 2010
  • Sergia Adamo (a cura di), J.M. Coetzee. Ricominciare con niente, in "aut aut", n. 363, luglio-settembre 2014

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN101839018 · ISNI (EN0000 0001 2103 4865 · SBN CFIV000605 · BAV 495/284190 · Europeana agent/base/63479 · LCCN (ENn83166192 · GND (DE118895117 · BNE (ESXX835110 (data) · BNF (FRcb11984508m (data) · J9U (ENHE987007259880805171 · NSK (HR000001177 · NDL (ENJA00464705 · CONOR.SI (SL7767907 · WorldCat Identities (ENlccn-n83166192