Jan Gruter

Jan Gruter

Jan Gruter, o Gruytere, noto anche nella forma latinizzata di Janus Gruterus, (Anversa, 3 dicembre 1560Heidelberg, 20 settembre 1627), è stato un filologo, antiquario e storico fiammingo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Jan Gruter nacque ad Anversa il 3 dicembre 1560, da padre fiammingo e madre inglese. Il padre era il mercante e borgomastro di Anversa Walter (Wouter) de Gruutere († 1588), la madre Catherine Tishem (Thysmayer) († 1595) di Norwich. La famiglia Gruter fuggì in Inghilterra durante la guerra degli ottant'anni. Dopo avere studiato per alcuni anni al Caius College a Cambridge,[1] Jan Gruter si trasferì all'Università di Leida, dove fu discepolo di Hugo Donellus e Giusto Lipsio, e ottenne il titolo di Magister artium nel 1584. Nel 1586 fu nominato professore di storia all'Università di Wittenberg, ma, dato che rifiutò di sottoscrivere la formula concordiae, dovette abbandonare l'incarico. Dal 1589 al 1592, insegnò a Rostock, ed in seguito a Heidelberg, dove nel 1602 fu nominato bibliotecario dell'università. Morì il 20 settembre 1627 a Verhelden presso Heidelberg.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Frutto della sua accurata educazione classica, svoltasi in Inghilterra e in Olanda, furono le numerose edizioni di classici latini (Seneca, Heidelberg 1593; Marziale, Francoforte 1596; Sallustio e Tacito, ivi 1607; Scriptores Historiae Augustae, Hanau 1611, voll. 2, ecc.) e soprattutto la raccolta Inscriptiones antiquae totius orbis romani (Heidelberg 1603, voll. 2), che, grazie anche agli indici aggiuntivi dallo Scaligero, costituì per i suoi tempi un notevole contributo alla sorgente scienza epigrafica.

Nel 1608 pubblicò a Francoforte due piccoli ma densi volumi, contenenti rispettivamente 1399 e 1481 pagine di testo, intitolati Delitiae CC. Italorum Poetarum, huius superiorisque aevi illustrium; furono i primi di una serie divenuta famosa di Delitiae, tutte nello stesso piccolo formato, e tutte pubblicate a Francoforte nel decennio successivo. Il nome di Gruter appare nel frontespizio con lo pseudonimo anagrammato 'Ranutius Gherus' ('Collectore Ranvtio Ghero').[2] Alle Delitiae Italorum Poetarum fecero seguito le Delitiae C. poetarum Gallorum (1609) e le Delitiae C. poetarum Belgicorum (1614). La serie fu continuata da altri studiosi con le Delitiae poetarum Germanorum (1612), le Delitiae poetarum Hungarorum (1619) e le Delitiae poetarum Scotorum (1637).[3]

Da ricordare inoltre: Suspicionum libri IX, emendazioni e glosse interpretative a Plauto, Terenzio e Seneca; il Florilegium ethico-politicum (Francoforte 1610), raccolta di sentenze e proverbi greci, italiani, francesi, tedeschi, spagnoli, ecc.; il Chronicon chronicorum eeclesiastico-politicum (Francoforte 1614, voll. 4), compilazione di storia della Chiesa; e svariatissime altre opere, collettanei, antologie, in cui il Gruter riversò in diversa misura la sua grande dottrina e la sua abilità compilatoria.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ voce: Gruter, Janus in Venn, J. & J. A., Alumni Cantabrigienses, Cambridge University Press, 10 vols, 1922–1958.
  2. ^ (EN) Cecil H. Clough e Paul Oskar Kristeller, Cultural aspects of the Italian Renaissance: essays in honour of Paul Oskar Kristeller, Manchester University Press, 1976.
    «In 1608 Jan Gruter, librarian of the Palatine Library at Heidelberg, brought out at Frankfort two small fat volumes, containing respectively 1,399 and 1,481 pages of text, entitled Delitiae CC. Italorum Poetarum, huius superiorisque aevi illustrium; they were the first in what was to be a remarkable and famous series of Delitiae, all in the same small format, and all published in Frankfort during the following decade. Gruter appeared on the title page under the anagrammatic pseudonym 'Ranutius Gherus' ('Collectore Ranvtio Ghero').»
  3. ^ (EN) Hans Helander, Neo-latin Literature in Sweden in the Period 1620-1720: Stylistics, Vocabulary & Chracteristic Ideas, Uppsala Univ. Library, 2004, p. 163, ISBN 9789155461140.
    «He published Delitiae CC. Italorum poetarum (1608), which was followed by Delitiae C. poetarum Gallorum (1609) and Delitiae C. poetarum Belgicorum (1614). The series was continued by other scholars through editions of Delitiae poetarum Germanorum (1612), D. poetarum Hungarorum (1619) and D. poetarum Scotorum (1637).»

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