Machado de Assis

Joaquim Maria Machado de Assis nel 1904

Joaquim Maria Machado de Assis (Rio de Janeiro, 21 giugno 1839Rio de Janeiro, 29 settembre 1908) è stato uno scrittore e poeta brasiliano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante sia poco apprezzato come poeta, è considerato uno dei maggiori scrittori in prosa della letteratura brasiliana e uno dei maggiori della letteratura universale di tutti i tempi.[1]

Nacque a Rio de Janeiro, in una famiglia di meticci di umili origini. Sia le sue precarie condizioni di salute, causate da una tormentosa epilessia, sia i drammi familiari, come la morte precoce della madre e della sorella, lo indussero verso un morboso pessimismo, a mala pena mitigato dal successo dei suoi lavori letterari e da una felice vita coniugale.

Fin da adolescente fu obbligato a praticare umili mestieri, che non gli impedirono di proseguire i suoi studi e le sue letture.

Svolse, tra le altre, l'attività di tipografo, correttore di bozze, redattore, e infine critico letterario del giornale Diario do Rio de Janeiro .[1]

Si rinchiuse in sé stesso sin da ragazzo, a causa della timidezza e delle seconde nozze del padre e indirizzò le prime angosce e il suo temperamento sentimentale nei versi e nelle commedie.

È possibile suddividere in due fasi la sua carriera letteraria: una prima fase, che presenta caratteristiche del Romanticismo, in cui sono presenti le sue prime opere, la fantasia drammatica teatrale Delusioni (1861), la prima raccolta poetica Crisálidas (1864), e la seconda intitolata Falenas (1869), Ressurreição (1872), Helena (1876), Iaiá Garcia (1878); e un secondo momento, agevolato dalle letture di Henry Fielding, William Makepeace Thackeray, Charles Dickens e dall'affermazione del naturalismo in Francia e del realismo nel Portogallo, che presenta caratteristiche del Realismo, in cui sono presenti grandi opere come: Memórias Póstumas de Brás Cubas (1881), Dom Casmurro (il suo capolavoro, 1899), Esaú e Jacó (1904) e Quincas Borba. Ma i tre scrittori nei quali si riconobbe e si identificò meglio che in altri furono Luciano con la sua bizzarria, Lucrezio con il suo pessimismo, Michel Eyquem de Montaigne con la sua ricerca introspettiva.

Joaquim Maria Machado de Assis

La sua opera è fortemente caratterizzata da scetticismo, da umorismo raffinato e da analisi psicologica acuta e raffinata. È il trionfo di una sottile sensibilità psicologica. Machado ha sviluppato uno stile inimitabile, distillato da sue proprie riflessioni e appunti, basato su una profonda comprensione della natura umana. Influenzato dalla dottrina di Schopenhauer, riuscì a dimostrare che la pietà verso il prossimo è il miglior rimedio nel «peggior dei mondi possibili».[1] La sua filosofia pessimistica si convertì al pirronismo: non si fonda su stabili convinzioni, ma gioca con tutte le idee rigirandole come per evidenziare tutte le sfacettature delle realtà o tutte le facce di un prisma, per estrapolarne i più imprevedibili riflessi.

Il suo paese ha saputo percepirlo e i modernisti iconoclasti non hanno osato attaccarlo. Ma Machado, mulatto, balbuziente ed epilettico, nonostante sia stato scelto dapprima come alto funzionario del Ministero dell'Agricoltura (dal 1873) e poi come primo presidente dell'Accademia Brasiliana delle Lettere (1896), ha conservato intatte la sua modestia e la sua umiltà al punto da evitare "l'alto mondo" e a creare, in silenzio, romanzi capaci di rompere il velo delle apparenze e rivelare la reale essenza della fragilità umana.

Gli ultimi anni di vita furono rattristati dalla morte della moglie e l'autore, tormentato e provato fisicamente e moralmente, da quel momento ridusse il suo impegno letterario.

Opere tradotte in italiano[modifica | modifica wikitesto]

Romanzi[modifica | modifica wikitesto]

  • 1876 - Helena (Helena, traduzione di Carla Cirillo, Liguori, Napoli, 2006)
  • 1881 - Memórias Póstumas de Brás Cubas (Memorie postume di Braz Cubas, trad. di Mario Da Silva, Corbaccio, Milano, 1928; trad. di Giuseppe Alpi, Carabba, Lanciano, 1929; Memorie dall'aldilà, trad. di Laura Marchiori, Rizzoli, Milano, I ed. 1953; Memorie postume di Brás Cubas, a cura di Rita Desti, UTET, Torino, 1983; con il titolo Marcela mi amò per quindici mesi e undicimila scudi, niente meno, trad. di Silvia Marianecci, Azimut, Roma, 2005; con il titolo Memorie dall'aldilà, a cura di Samuele Bucelli Martinozzi, Barbes, Firenze, 2010)
  • 1891 - Quincas Borba (con il titolo Gioachin Borba, l'uomo o il cane?, trad, di Giuseppe Alpi, Corticelli, Milano, 1930; con il titolo La fortuna di Rubiano, Corticelli, Milano, 1934; con il titolo Quincas Borba, trad. di Laura Marchiori, Rizzoli, Milano, 1967; Quincas Borba, trad. di Elena Tantillo, Sette città, Viterbo, 2009; con il titolo Gioachin Borba. L'uomo o il cane?, trad. di Valentina Manzo, Mursia, Milano, 2012)
  • 1899 - Dom Casmurro (Don Casmurro, trad. di Giuseppe Alpi, Istituto Cristoforo Colombo, Roma, 1930; trad. di Liliana Borla, F.lli Bocca Editori, Milano-Roma, 1954; trad. di Laura Marchiori, Fabbri, Milano, 1996; a cura di Gianluca Manzi e Lea Nachbin, Fazi Roma, I ed. 1997; a cura di Guia Boni, Fabula, Cagliari, 2006)
  • 1904 - Esaú e Jacó (Esaù e Giacobbe, traduzione, prefazione e note traduttologiche di Maria Serena Felici, Firenze, Lorenzo de' Medici Press, 2022)
  • 1908 - Memorial de Aires (Memoriale di Aires, trad. di Giuliana Segre Giorgi, Il quadrante, Torino, 1986, poi Lindau, Torino, 2009)

Racconti[modifica | modifica wikitesto]

Poesia[modifica | modifica wikitesto]

  • 1864 - Crisálidas (Crisalidi, trad. C. De Luca, Kolibris, Bologna, 2014)
  • 1870 - Falenas (Falene, trad. C. De Luca, Kolibris, Bologna, 2014)

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze brasiliane[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Laura Marchiori, introduzione a Memorie dell'aldilà, Rizzoli, Milano, 1953, pag.5-10

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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