John Carter (film)

John Carter
John Carter (Taylor Kitsch)
Titolo originaleJohn Carter
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno2012
Durata132 min
Genereazione, fantascienza, fantastico, avventura
RegiaAndrew Stanton
Soggettodal romanzo La principessa di Marte di Edgar Rice Burroughs
SceneggiaturaAndrew Stanton, Mark Andrews, Michael Chabon
ProduttoreJim Morris, Lindsey Collins, Colin Wilson
Casa di produzioneWalt Disney Pictures
Distribuzione in italianoWalt Disney Studios Motion Pictures
FotografiaDaniel Mindel
MontaggioEric Zumbrunnen
Effetti specialiChris Corbould, Peter Chiang
MusicheMichael Giacchino
ScenografiaNathan Crowley, James Hambidge, Naaman Marshall, Paki Smith
CostumiMayes C. Rubeo
TruccoBill Corso
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Logo ufficiale del film

John Carter è un film del 2012, diretto da Andrew Stanton, ispirato al romanzo La principessa di Marte di Edgar Rice Burroughs e al personaggio di John Carter di Marte, protagonista degli undici romanzi del Ciclo di Barsoom.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

1881. Edgar Rice Burroughs si appresta a raggiungere il funerale di suo zio, John Carter, un ex-capitano dell'esercito confederato morto all'improvviso il cui corpo è stato messo in una tomba apribile solo dall'interno; il suo avvocato ha già consegnato al nipote il diario personale dello zio perché egli trovi degli indizi che spieghino le cause della sua morte.

In un flashback, nell'Arizona del 1868, il colonnello unionista Powell arresta Carter, e conoscendo i suoi precedenti militari, gli chiede aiuto per combattere gli Apache. Carter scappa dalla sua prigione, venendo così inseguito dai soldati dell'Unione; segue un attacco degli Apache dove Carter e Powell, quest'ultimo ormai ferito, si rifugiano in una caverna, che si rivela essere l'oggetto di ricerca di Carter, la "Caverna d'Oro del Ragno". A un certo punto, compare un Thern che li attacca; Carter lo uccide ma attiva accidentalmente il suo medaglione, che lo trasporta nel pianeta di Barsoom. A causa della bassa gravità del pianeta, Carter si dimostra in grado di saltare enormi altezze e lunghezze e compiere atti di forza estrema; poco dopo, Carter viene preso dai Marziani Verdi, guidati dal Jeddak Tars Tarkas, barbari alieni di colore verde e alti circa 3 metri.

Viene fuori che tra i Marziani Rossi (gli umani), le città stato di Helium e Zodanga sono in guerra tra loro da oltre mille anni. Il Jeddak Sab Than di Zodanga, in possesso con un'arma speciale ottenuta dal capo Thern Matai Shang, propone una tregua e una fine della guerra in cambio della mano di Dejah Thoris, principessa di Helium; la principessa scappa e viene salvata da Carter, e i due, insieme a Sola, figlia di Tarkas, si mettono in viaggio per raggiungere la fine di un fiume sacro per trovare un modo per rispedire Carter a casa. Nel viaggio il gruppo ottiene informazioni riguardanti il "nono raggio", un mezzo per usare energia infinita e anche la chiave per comprendere il funzionamento del medaglione, ma soprattutto scopre che Barsoom è in realtà Marte, che in passato era un mondo simile alla Terra e poi, a causa della sua età avanzata, è diventato meno ospitale in quanto gli oceani sono evaporati e l'atmosfera si è assottigliata. Il trio viene però attaccato dai soldati di Shang, i Marziani Verdi di Warhoon, e Carter e Dejah vengono catturati mentre Sola riesce a scappare. Dejah accetta con riluttanza di sposare Sab Than, poi dona a Carter il suo medaglione e gli raccomanda di tornare sulla Terra, ma Carter decide di rimanere e viene ripreso da Shang, il quale si rivela essere una sorta di mutaforma e gli spiega che i Thern manipolano le civiltà di mondi diversi guidandoli alla morte, nutrendosi intanto delle risorse del pianeta, il che spiega l'imbarbarimento del pianeta dovuto alle continue lotte tra gli abitanti al fine di sopravvivere. Carter riesce poi a scappare, raggiunge Sola e i due tornano dai Thark che chiedono aiuto, scoprendo che Tarkas è stato rovesciato e imprigionato dal crudele Tal Hajus. I tre vengono quindi condannati all'arena, dove combattono due enormi scimmie bianche a quattro braccia. Dopo aver ucciso le due bestie e poi anche Hajus, Carter diventa il nuovo capo dei Thark, e guida dunque il suo esercito verso Helium sconfiggendo l'esercito di Zodanga e uccidendo Sab Than, mentre Shang è costretto a lasciare Marte. Il vittorioso Carter sposa così Dejah e diventa principe di Helium.

Alla loro prima notte, Carter decide di rimanere per sempre su Marte e getta via il suo medaglione; Shang ne approfitta e rimanda Carter sulla Terra, al che questi inizia un lungo viaggio alla ricerca di indizi sulla presenza dei Thern sulla Terra e sperando di trovarne uno dei medaglioni; dopo molti anni, Carter apparentemente muore all'improvviso dopo aver trovato un medaglione, dato che il suo ritorno su Marte avrebbe lasciato il suo corpo sulla Terra in uno stato comatoso, e rende il nipote Burrough il suo protettore, dandogli gli indizi per trovare la tomba. Si torna così nel presente, e Burrough si dirige di corsa alla tomba dello zio, salvo poi trovarla vuota; in quel momento, Shang, che lo aveva seguito sotto travestimento, tenta di ucciderlo, ma Carter compare alle sue spalle e uccide il mutaforma. Carter spiega dunque al nipote che in realtà non ha mai trovato nessun medaglione, e che quello era solo un'esca per attirare e far uscire allo scoperto un Thern. Carter ringrazia il nipote per avergliene procurato uno, dichiarando che tutto quello che possiede lo cede a lui, nominandolo guardiano del suo corpo. Abbracciando il nipote, gli augura di vivere felice e magari di scrivere un libro. Carter si rinchiude nel suo sepolcro, tenendo il medaglione di Shang, sussurra il codice impressovi e ritorna su Barsoom ripensando all'amata che lo aspetta.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Sviluppo[modifica | modifica wikitesto]

Copertina del primo romanzo delle avventure di John Carter

Nel 1931, il regista dei Looney Tunes Bob Clampett contattò Edgar Rice Burroughs per adattare La principessa di Marte in un lungometraggio animato. Burroughs rispose con entusiasmo alla proposta, riconoscendo i limiti del live action nell'adattamento visivo della storia.[1] La MGM era intenzionata a produrre una serie animata, tuttavia dopo che il filmato di prova realizzato nel 1936[2] ebbe ricevuto reazioni negative da parte degli espositori negli Stati Uniti, la MGM cambiò idea ed alla serie non venne dato il semaforo verde, quindi Clampett si concentrò su altri progetti. Il lavoro prodotto da Clampett è stato ritenuto perduto per molti anni, fino a quando il nipote di Burroughs, Danton Burroughs, ritrovò del materiale negli archivi della Edgar Rice Burroughs Inc. nei primi anni settanta.[3]

Verso la fine degli anni cinquanta, Ray Harryhausen aveva espresso l'interesse di adattare i romanzi di Burroughs per il grande schermo,[4] ma la cosa non si concretizzò. Negli anni ottanta i produttori Mario Kassar e Andrew G. Vajna acquistarono i diritti per la Walt Disney Pictures.[5] Ted Elliott e Terry Rossio furono assunti per scrivere una sceneggiatura, mentre John McTiernan e Tom Cruise[6] erano stati contattati rispettivamente per dirigere e interpretare il film. Il progetto non venne mai sviluppato, probabilmente perché gli effetti speciali dell'epoca non erano sufficienti per ricreare la visione di Burroughs[7] e il progetto rimase nei cassetti della Disney per alcuni anni, fino a che i diritti non tornarono di proprietà della famiglia Burroughs.

Nei primi anni duemila, la Paramount Pictures acquistò a sua volta i diritti cinematografici,[5] entrando in competizione con la Columbia Pictures. In seguito la Paramount e il produttore James Jacks ingaggiarono Mark Protosevich per scrivere la sceneggiatura.[8] Nel 2003, dopo che gli era stata proposta la sceneggiatura, Robert Rodriguez firmò il contratto per dirigere il film. L'inizio delle riprese era fissato per il 2005, con Rodriguez intenzionato ad usare i set digitali che stava usando per Sin City. Tuttavia, a seguito di alcune polemiche che portarono Rodriguez ad abbandonare la Directors Guild of America, la Paramount preferì assumere un regista della DGA, ed assegnò la regia a Kerry Conran[9] affidando nel frattempo a Ehren Kruger il compito di riscrivere il copione.[10] Conran successivamente abbandonò il progetto per motivi ignoti, e venne sostituito da Jon Favreau nell'ottobre 2005.[5]

Favreau e lo sceneggiatore Mark Fergus intendevano rendere il loro copione fedele al romanzo. Il primo film sarebbe stato un adattamento dei primi tre romanzi. Tuttavia, l'interesse di Favreau per il progetto non era forte, e nell'agosto 2006 la Paramount scelse di non rinnovare i diritti cinematografici, preferendo concentrarsi su Star Trek. Favreau e Fergus iniziarono così a lavorare ad Iron Man.

Nel gennaio del 2007, la Disney riacquistò i diritti cinematografici. Nel 2008 Andrew Stanton e Mark Andrews completarono la prima bozza per un primo film di una trilogia cinematografica.[11] Il primo film è basato sul primo romanzo La principessa di Marte. Nell'aprile 2009, lo sceneggiatore Michael Chabon è stato assunto per modificare parti della sceneggiatura. Per Stanton si è trattato della prima esperienza con film in live action, dopo aver diretto i film d'animazione della Pixar Alla ricerca di Nemo e WALL•E. La colonna sonora è curata da Michael Giacchino.[12]

Il finanziamento stanziato dalla Disney è stato di 250 milioni di dollari.[13][14][15]

Riprese[modifica | modifica wikitesto]

Le riprese sono iniziate agli Shepperton Studios, di Londra,[16] nel gennaio 2010 e sono terminate negli Stati Uniti, nello Utah, nel luglio 2010. Le riprese nello Utah sono avvenute presso il lago Powell e nelle contee di Grand, Wayne e Kane.[17] Il film è stato girato in due dimensioni con cineprese tradizionali 35mm.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

La Disney fissò la data per l'uscita mondiale nelle sale al 9 marzo 2012.[18] Solo in Francia e Italia la distribuzione è stata anticipata al 7 marzo.

Il primo trailer del film è stato distribuito il 14 luglio 2011, in concomitanza con l'uscita nelle sale di Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 2. Nel trailer è presente una cover di My Body Is a Cage degli Arcade Fire eseguita da Peter Gabriel. Il trailer completo italiano è stato invece pubblicato il 1º dicembre 2011 sul canale YouTube della The Walt Disney Company Italia.[19]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Incassi[modifica | modifica wikitesto]

Il film si è rivelato una delle più grandi perdite economiche della storia del cinema. La Disney ha diffuso una nota in cui ha riconosciuto che sono stati venduti biglietti per 'soli' 142 milioni di dollari. Dato che per realizzare il film sono stati spesi circa 250 milioni di dollari ed altri 100 milioni sono stati spesi per il marketing, l'azienda di Burbank calcola che alla fine delle proiezioni il risultato sarà una perdita di circa 256 milioni di dollari, il che ne fa la massima perdita storica per un film. Anche tenendo conto dell'inflazione (che non è stata fin qui considerata), la perdita economica del film sarebbe comunque, se non la massima, una delle maggiori della storia del cinema.[20]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Seppur sia stato una delle più grandi perdite economiche nella storia del cinema, il film venne comunque accolto con recensioni leggermente positive e contrastanti; su Rotten Tomatoes il film ha un indice di gradimento del 53% e un voto di 5.80 su 10 basato su 240 recensioni.[21]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Lost Cartoons: The Animated "John Carter of Mars", su jimhillmedia.com. URL consultato il 17-07-2011.
  2. ^ (EN) The John Carter Animation Project: Promotional Portfolio by John Coleman Burroughs, su erbzine.com. URL consultato il 17-07-2011.
  3. ^ (EN) John Carter of Mars Test Footage (1935 Bob Clampett), su dcwhocares.blogspot.com, dcwhocare. URL consultato il 17-07-2011.
  4. ^ (EN) John Carter of Mars Updates Synopsis, su filmedge.wordpress.com. URL consultato il 17-07-2011.
  5. ^ a b c Disney Begins Principal Photography of John Carter of Mars[collegamento interrotto] globalfilmvillage.com URL. consultato il 17-07-2011
  6. ^ (EN) Lost Cartoons: The Animated "John Carter of Mars", su erbzine.com. URL consultato il 17-07-2011.
  7. ^ (EN) John Carter Of Mars Begins Principal Photography in London, su Animation World Network. URL consultato il 2 giugno 2022.
  8. ^ (EN) Mark Protosevich to write John Carter of Mars script, su aintitcool.com. URL consultato il 17-07-2011.
  9. ^ (EN) Kerry Conran's directing Princess of Mars Movie, su moviesonline.ca. URL consultato il 17-07-2011.
  10. ^ (EN) Ehren Kruger on John Carter of Mars, su superherohype.com. URL consultato il 17-07-2011.
  11. ^ Tre John Carter di Marte?, su badtaste.it. URL consultato il 17-07-2011.
  12. ^ (EN) Michael Giacchino To Score ‘John Carter of Mars’, su trekmovie.com. URL consultato il 17-07-2011.
  13. ^ (EN) Don Kaye, Johnny Depp's Lone Ranger shut down (Blame John Carter and Oz!), su Earth Station One, 13 agosto 2011. URL consultato il 1º aprile 2021 (archiviato dall'url originale l'8 luglio 2012).
  14. ^ The Lone Ranger stoppato: c'è un budget da tagliare, su Cineblog, 17 agosto 2011. URL consultato il 2 giugno 2022.
  15. ^ John Carter Footage Shown, su John Carter Footage Shown. URL consultato il 2 giugno 2022.
  16. ^ (EN) John Carter of Mars Begins Principal Photography In London, su latinoreview.com. URL consultato il 17-07-2011.
  17. ^ (EN) Utah will be stage for Mars in new Disney Pixar film, su sltrib.com. URL consultato il 17-07-2011.
  18. ^ (EN) Disney Sets Date For 3D 'The Lion King', su deadline.com. URL consultato il 17-07-2011.
  19. ^ John Carter, ecco il nuovo spettacolare full trailer italiano!, su ScreenWEEK.it Blog, 1º dicembre 2011. URL consultato il 2 giugno 2022.
  20. ^ Il Giornale, 21 marzo 2012, p. 33, articolo "Disney distrutta dai marziani. In fumo 200 milioni di dollari"
  21. ^ (EN) John Carter - Rotten Tomatoes, su www.rottentomatoes.com, 9 marzo 2012. URL consultato il 16 maggio 2023.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]