Kenwood House

Kenwood House
Localizzazione
StatoBandiera del Regno Unito Regno Unito
Regione/area/distrettoGreater London
LocalitàHampstead
IndirizzoHampstead Lane, London NW3 7JR
Coordinate51°34′16.68″N 0°10′03.55″W / 51.5713°N 0.167654°W51.5713; -0.167654
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXVII secolo
Stilearchitettura georgiana
Realizzazione
ArchitettoRobert Adam e William Atkinson
ProprietarioEnglish Heritage

Kenwood House (detta anche Iveagh Bequest) è una villa del XVII secolo nel quartiere londinese di Hampstead, al confine settentrionale di Hampstead Heath. È oggi gestita da English Heritage.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La biblioteca

La casa originale fu costruita all'inizio del XVII secolo; acquistata da William Murray, primo conte di Mansfield, nel 1754, venne ristrutturata completamente tra il 1767 e il 1769 da Robert Adam[1]. Costituisce uno dei primi lavori nello stile maturo di Adam che troviamo applicato ad un esterno[2]: a lui si deve il restauro delle stanze esistenti e l'aggiunta di nuove, nonché il ridisegno della facciata, aggiungendo il portico ionico[1]. Notevole è la famosa biblioteca, dalla volta affrescata, decorata a stucco da Joseph Rose e dai classici pannelli di Antonio Zucchi. Le ali dell'edificio, aggiunte tra il 1793 e il 1796, si devono invece a George Saunders[2].

A inizio Novecento ospitò per diversi anni il Granduca Michail Michajlovič di Russia che era stato esiliato per il matrimonio morganatico e aveva affittato Kenwood House.

Nel 1927 Lord Edward Guinness, I conte di Iveagh, ultimo proprietario, lasciò in testamento la villa allo Stato, ed essa fu pertanto aperta al pubblico nel 1928. La collezione di dipinti è quella di Lord Iveagh, mentre l'arredamento non è quello originale, già venduto all'epoca dell'acquisto, nel 1925, dalla famiglia Mansfield. Si stima che circa un milione di persone visiti la casa ogni anno[3].

Collezione[modifica | modifica wikitesto]

Rembrandt Harmenszoon van Rijn, Autoritratto con tavolozza e pennelli, 1665 ca., Kenwood House, Londra
Jan Vermeer, Suonatrice di chitarra, 1672 ca., Kenwood House, Londra

Rembrandt Harmenszoon van Rijn[modifica | modifica wikitesto]

Jan Vermeer[modifica | modifica wikitesto]

Altri artisti[modifica | modifica wikitesto]

Parco[modifica | modifica wikitesto]

Henry Moore, Figura distesa in due pezzi n. 5, 1963 - 1964, titolo originale: Two Piece Reclining Figure No. 5), Kenwood House, Londra

Il parco, su progetto di Humphry Repton, contrasta con il carattere naturalistico di alcuni boschi circostanti e del vicino Hampstead Heath. Vicino alla villa ci sono sculture moderne di Barbara Hepworth, Henry Moore e Reg Butler. Un terzo del parco è Sito di particolare interesse scientifico, soprattutto per lo studio di uccelli e insetti (ospita, tra l'altro, il più grande rifugio di pipistrelli di Londra).

Fino al 2006, in virtù di una tradizione ormai consolidata che durava fin dal 1951, ogni sabato sera d'estate il parco ospitava concerti, inizialmente di musica classica, negli ultimi anni di musica pop, – i cosiddetti Picnic Concerts – attirando migliaia di persone che si godevano il fresco, la musica e spettacolari fuochi d'artificio. Per la protesta di alcuni cittadini residenti nelle vicinanze, English Heritage si vide costretta, nel febbraio 2007, a sospendere gli spettacoli[6]. Questo avrebbe potuto compromettere il futuro della stessa Kenwood House, dato che l'incasso dei concerti era la maggior fonte di guadagno che permetteva a English Heritage di sostenere gli altissimi costi (un milione di sterline all'anno) necessari a mantenere la villa[6]. Il 19 marzo 2008 l'organizzazione annunciò che la manifestazione si sarebbe tenuta di nuovo in un sito vicino, adibito a pascolo, con il numero di concerti limitato ad otto per ogni stagione[7].

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Il film Notting Hill è stato in parte girato qui.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marco Tamborini (a cura di), Londra: Cambridge, Canterbury, Oxford, Winchester, Windsor, Guide d'Europa, Touring Club Italiano, 1993, ISBN 978-88-365-0534-0.
  • Michael Leapman (a cura di), Londra, City Book ed. speciale per il Corriere della Sera, Milano, Corriere della Sera, 2005.
  • (EN) Kenwood: Information for Tutors and Students of Tourism Studies (PDF), English Heritage booklet, 2002. URL consultato il 18 febbraio 2010.
  • (EN) BBC news, su news.bbc.co.uk, 20 febbraio 2007. URL consultato il 18 febbraio 2010.
  • (EN) English Heritage, su english-heritage.org.uk. URL consultato il 18 febbraio 2010.
  • (EN) Bridget Cherry and Nikolaus Pevsner, The Buildings of England - London 4: North, Yale University Press, 1998, ISBN 978-0-300-09653-8.
  • (EN) Julius Bryant, Kenwood, paintings in the Iveagh Bequest, Yale University Press, 2003, ISBN 978-0-300-10206-2.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]