Kilwa Kisiwani

 Bene protetto dall'UNESCO
Rovine di Kilwa Kisiwani e rovine di Songo Mnara
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturali
Criterio(iii)
PericoloNon in pericolo
Riconosciuto dal1981
Scheda UNESCO(EN) Ruins of Kilwa Kisiwani and Ruins of Songo Mnara
(FR) Ruines de Kilwa Kisiwani et de Songo Mnara

Kilwa Kisiwani è un'isola della Tanzania, appartenente alla Regione di Lindi, oggi abitata da una piccola comunità islamica.

Fra il XIII e il XV secolo, nel cosiddetto periodo shirazi, sull'isola fiorì una imponente città commerciale, Kilwa (in latino Quīloa), di cui sono rimaste le rovine. A causa di questo importante sito archeologico, l'isola è stata dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 1981.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel IX secolo venne venduta al principe persiano Ali ibn al-Hassan Shirazi, che la rese centro del sultanato omonimo. Nei successivi secoli crebbe fino a diventare la principale città e centro del commercio della costa, al pari dello Zimbabwe. I principali beni commerciati furono oro e ferro dallo Zimbabwe, avorio e schiavi dalla Tanzania, e tessuti, gioielleria, porcellane, e spezie dall'Asia.

A partire dal XIII secolo, con il regno della famiglia Mahdali, Kilwa divenne la città più potente della costa orientale dell'Africa, e la sua influenza si estendeva a sud fino al Mozambico. Abu Abdullah Ibn Battuta registrò la sua visita alla città intorno al 1330, e lodò l'umiltà e la fede del sovrano, il sultano al-Hasan ibn Sulaiman. A questo periodo si fa risalire la costruzione del palazzo di Husuni Kubwa e l'ampliamento della Grande Moschea di Kilwa.

All'inizio del sedicesimo secolo Vasco da Gama estorse tributi dalla ricca comunità islamica ma, non molto dopo, un altro commando portoghese prese il controllo dell'isola (1505), che fece parte dell'Impero portoghese fino al 1512, quando un mercenario arabo la conquistò. La città riuscì ad ottenere un po' della vecchia prosperità, ma nel 1784 venne annessa al regno dei sovrani di Zanzibar provenienti dall'Oman. Dopo questa conquista i francesi costruirono un forte sul lato nord dell'isola, ma la città stessa venne abbandonata intorno al 1840. Divenne in seguito una colonia dell'Africa Orientale tedesca dal 1886 al 1918.

Alcuni scavi archeologici vennero iniziati negli anni cinquanta. Nel 1981 venne dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO ed attirò i turisti in cerca della Grande Moschea, il palazzo Mkutini ed altre importanti rovine.

L'inserimento tra i siti in pericolo[modifica | modifica wikitesto]

Questo sito è stato incluso tra quelli in pericolo nel 2004. È in corso un rapido deterioramento delle rovine di queste due isole a causa di vari agenti quali l'erosione e la vegetazione. La sezione orientale del palazzo di Husuni Kubwa sta lentamente sparendo. I danni al terreno causati dalle piogge aumenta il rischio di crolli delle strutture costruite sui pendii della collina. La vegetazione presente sul lato della collina ha limitato l'effetto delle piogge, ma ha anche danneggiato alcune delle opere in muratura.

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