Konjaku monogatarishū

Il Konjaku monogatarishū (今昔物語集? lett. "Antologia delle avventure del passato e presente"), anche detto Konjaku monogatari (今昔物語?), è una raccolta di oltre mille racconti (monogatari) scritti nel tardo periodo Heian (794-1185).[1] Inizialmente la raccolta era composta da 31 volumi, di cui oggi se ne conservano 28.[2] I volumi contengono varie opere di letteratura indiana, cinese e folclore giapponese. I resoconti sull'esistenza dei racconti mancanti si trovano in forma di critica letteraria, la quale contribuisce a ricostruire l'opera almeno in parte.

Titolo[modifica | modifica wikitesto]

Ogni racconto nel Konjaku monogatarishū comincia con la formula C'era una volta (今は昔?), pronunciato in giapponese ima wa mukashi. La lettura cinese adottata nel titolo per "今昔" è invece konjaku.[2]

Il Konjaku monogatarishū è comunemente conosciuto con l'abbreviazione Konjaku monogatari, tuttavia il titolo esteso è più accurato poiché si tratta d'un'antologia e non di un singolo racconto.

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

I volumi del Konjaku monogatarishū sono divisi secondo il luogo di svolgimento del racconto. I primi 5 volumi, sezione Tenjiki (天竺?), contengono racconti situati in India. I cinque volumi successivi, detti Shintan (震旦?), contengono racconti svoltisi in Cina. La sezione Honchō (本朝?), contiene racconti svoltisi in Giappone.[2]

Da notare che la successione delle storie segue parallelamente il percorso di diffusione del buddismo sino in Giappone, per definirne le caratteristiche che giunge ad acquisire in ambito nipponico e con nuovi praticanti. Infatti fu in primo luogo l'India a dare i natali al buddismo, che diventò poi molto popolare in Cina. La religione si era così già mutata quando, in seguito, raggiunse il Giappone, che a lungo subì l'influenza della Cina e aggiunse alla propria parti rilevanti della sua cultura, costituendo un nuovo buddismo giapponese.

Contenuti[modifica | modifica wikitesto]

L'argomento è tratto in gran parte dalla tradizione popolare buddista e laica. Non sono presenti accenni alla mitologia, e le tematiche collegate allo shintoismo sono molto ridotte. I racconti buddisti toccano un'ampia gamma di soggetti, e ve ne sono sia di carattere storico, sullo sviluppo, il tramandamento e la diffusione del buddismo, sia di carattere dogmatico con enfasi sulla retribuzione karmica. I personaggi sono tratti prevalentemente dalla società giapponese dell'epoca: aristocratici, guerrieri, monaci, studiosi, dottori, contadini, pescatori, mercanti, prostitute, banditi, mendicanti; il tipico scenario li vede parte di un incontro tra uomo e sovrannaturale, in particolare oni e tengu.

I temi trattati provengono quasi tutti dalla cultura buddista o dal folclore secolare. L'antologia non contiene contenuti di stampo mitologico, e sono veramente pochi i riferimenti a temi dello Shintoismo.[1] I racconti buddisti coprono una vasta gamma di temi, sia quelli sullo sviluppo e diffusione del Buddismo, sia altre, ad esempio, enfatizzanti le punizioni imposte dal karma. I racconti folclorici narrano soprattutto di contatti tra esseri umani ed il soprannaturale. I personaggi tipici sono estratti dalla società giapponese d'allora (nobili, guerrieri, monaci, scolari, dottori, contadini, pescatori, mercanti, prostitute, banditi, mendicanti), mentre le controparti soprannaturali sono Oni (folclore) e tengu.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Encyclopedia of Japan - Konjaku monogatari shū, "Shogakukan", Tokyo, 2012. URL consultato il 7 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 25 agosto 2007).
  2. ^ a b c (JA) Dijitaru daijisen - Konjaku Monogatarishū, "Shogakukan" , Tokyo, 2012. URL consultato il 7 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 25 agosto 2007).

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