Laide di Corinto

Laide di Corinto di Hans Holbein il Giovane, Kunstmuseum Basel

Laide di Corinto (in greco antico: Λαίς?, Láis; Corinto, V secolo a.C.Corinto, IV secolo a.C.) è stata un'etera dell'antica Grecia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome "Laide" fu portato nell'antica Grecia da più etere ed esistono numerosi racconti e aneddoti riguardanti, in particolare, due, le quali vissero a Corinto a pochi decenni di distanza l'una dall'altra: Laide di Corinto e Laide di Hykkara. Purtroppo in queste narrazioni raramente si indicava a quale delle due ci si riferiva o, quando lo si faceva, ciò che si diceva dell'una era attribuibile talora solo all'altra[1], per cui è difficile, se non impossibile, discriminare fra le due biografie[2]. Un altro esempio: Ovidio si riferisce a "Laide" nei suoi Amores, ma non la specifica.[3]

La più anziana delle due "Laide", vissuta al tempo della guerra del Peloponneso e celebrata da Ateneo come la più bella donna della sua epoca[4], era nata probabilmente a Corinto; Ateneo aggiunge che era nota anche per la sua avarizia e i suoi capricci[5]. Tra i suoi numerosi amanti le si attribuiva il filosofo Aristippo, due opere del quale sono intitolate "Πρὸς Λαίδα" e "Πρὸς Λαΐδα περὶ του κατόπτρου"[6]. Sarebbe stata amante anche di Diogene[7]. Laide si innamorò e si promise a Eubota, il quale le promise che l'avrebbe portata con sé a Cirene se avesse vinto le Olimpiadi; dopo la sua vittoria a Olimpia nel 364 a.C., Eubota mantenne la promessa portando con sé a Cirene un ritratto della donna[8][9].

In vecchiaia Laide divenne alcolizzata[5]. Morì a Corinto, dove in suo onore fu eretto un monumento nel boschetto di cipressi chiamato Κράνειον (Kraneion). Laide come immagine di Afrodite era un argomento frequente negli epigrammi. Il commediografo Cefisodoro tuttavia scrisse una Ἀντιλαίς contro di lei[10]. La sua fama era ancora viva a Corinto ai tempi di Pausania (II secolo d.C.)[11].

Dal nome di Laide, la meretrice di Corinto, famosa per la sua bellezza, i suoi vizi e le sue alte tariffe, è derivato l'aggettivo laido nel significato che provoca ripugnanza, più comunemente in senso morale, turpe, osceno.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Per es. Ateneo di Naucrati si riferisce alla Laide più anziana, attribuendole erroneamente la nascita a Hykkara, in Sicilia (Deipnosofisti, XII, 535; XIII, 574)
  2. ^ Smith, op. cit.
  3. ^ Amores 1.5.12: et multis Lais amata viris.
  4. ^ Ateneo di Naucrati, Deipnosofisti, XIII, 587-588
  5. ^ a b Ateneo di Naucrati, Deipnosofisti, XIII, 570; 585; 588.
  6. ^ Diogene Laerzio, Le vite dei filosofi, II, 84.
  7. ^ L. Guerrini, I Supplemento, Roma, LAIDE (Λαϊς). - Etera di Corinto, amante del filosofo Diogene, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1973.
  8. ^ Eliano Tattico, Περί Στρατηγικών Τάξεων Ελληνικών, X, 2.
  9. ^ Clemente Alessandrino, Στρωματεῖς, III, 447, segg.
  10. ^ Cefisodòro ‹-ʃ-› (gr. Kηϕισόδωρος, lat. Cephisodorus), in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  11. ^ Pausania, Descrizione della Grecia, Libro II, 2, 5 text, in Perseus Digital Library, Tufts University.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Charles Peter Mason, «Lais», in William Smith (a cura di), Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, Vol. II, 1867, pp. 712-13.
  • Hans Volkmann, «Lais», in Konrat Ziegler e Walther Sontheimer (a cura di), Der Kleine Pauly Lexikon der Antike auf der Grunglage von Paulys Realencyclopadie der classischen Altertumswissenschaft unter Mitwirkung zahlreicher Fachgelehrter, Vol. 3: Iuppiter bis Nasidienus, Stoccarda, Druckenmuller, 1969, p. 457.

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