Lavello (comune)

Lavello
comune
Lavello – Stemma
Lavello – Bandiera
Lavello – Veduta
Lavello – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Basilicata
Provincia Potenza
Amministrazione
SindacoAntonio Carretta (lista civica) dal 1-6-2023
Territorio
Coordinate41°03′N 15°48′E / 41.05°N 15.8°E41.05; 15.8 (Lavello)
Altitudine313 (min 106 - max 370) m s.l.m.
Superficie134,67 km²
Abitanti12 996[1] (31-12-2021)
Densità96,5 ab./km²
FrazioniDiga Del Rendina, Gaudiano
Comuni confinantiAscoli Satriano (FG), Canosa di Puglia (BT), Cerignola (FG), Melfi, Minervino Murge (BT), Montemilone, Rapolla, Venosa
Altre informazioni
Cod. postale85024
Prefisso0972
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT076043
Cod. catastaleE493
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona D, 1 501 GG[3]
Nome abitantilavellesi
Patronosan Mauro
Giorno festivo2 maggio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Lavello
Lavello
Lavello – Mappa
Lavello – Mappa
Posizione del comune di Lavello all'interno della provincia di Potenza
Sito istituzionale

Lavello (AFI: [laˈvɛllo][4], Lavìdde in dialetto lucano) è un comune italiano di 12 996 abitanti della provincia di Potenza in Basilicata.

Situato nel Vulture-Melfese, una zona nord-orientale della Basilicata incastonata tra la Puglia, la Campania ed il Potentino,[5] è il sesto comune della regione per popolazione,[6] nonché il terzo della Provincia di Potenza.[6]

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il comune è situato nella media valle del fiume Ofanto, all'estremità settentrionale della regione. Il nucleo originario è sorto su un dosso dalle pareti ripide, inciso dagli alti rami del torrente Crapelotto (affluente di destra dell'Ofanto). In seguito il centro si è molto ampliato, con struttura a scacchiera, sull'asse della statale appulo-lucana.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Lavello.

La città è caratterizzata da un clima mediterraneo, con lunghe estati calde e caratterizzate da forti escursioni termiche diurne ed inverni molto gelidi nevosi. Secondo i dati medi del trentennio 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a 6,5 °C, mentre quella dei mesi più caldi, luglio e agosto, è di 23,4 °C[7].

stazione meteorologica di Lavello[8] Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 9,511,714,118,322,728,030,930,926,820,615,512,011,118,429,921,020,1
T. media (°C) 6,57,08,912,116,420,623,423,720,315,411,28,07,212,522,615,614,5
T. min. media (°C) 3357111518171511743,37,716,7119,7
Precipitazioni (mm) 48434242373123284957626615712182168528
Giorni di pioggia 844541218265171341650
Umidità relativa media (%) 80777471696561646874798179,371,363,373,771,9
Eliofania assoluta (ore al giorno) 455789111086544,36,7106,36,8

Dal punto di vista legislativo il comune di Lavello ricade nella fascia climatica D[9] in quanto i gradi giorno della città sono 1 501, dunque il limite massimo consentito per l'accensione dei riscaldamenti è di 12 ore giornaliere dal 1º novembre al 15 aprile.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Antichità[modifica | modifica wikitesto]

L'abitato di Lavello ha origini molto antiche come è testimoniato dal ritrovamento di alcuni resti di un villaggio dell'età del ferro. Si origina dall'agglomerato dauno-romano di Forentum.

Il toponimo deriva con molta probabilità dal termine latino labellum, usato per indicare l'abbeveratoio per il bestiame. Il paese sorge, difatti, a metà tra i piani pugliesi e i pascoli del Vulture-Melfese, lungo i tratturi della transumanza che collegano le zone interne al Tavoliere. La collocazione svolge un ruolo chiave nello sviluppo del paese.

È già centro abitato importante all'epoca dei Longobardi e qui fu ucciso, nell'839, Sicardo, duca di Benevento.

Epoca normanna[modifica | modifica wikitesto]

Nel territorio del Vulture compare, al seguito della casata Altavilla, il cavaliere normanno Attolino. Egli partecipa a Melfi al Parlamento generale nel 1043, indetto da Guaimario V di Salerno, da Rainulfo Drengot di Aversa, e da Guglielmo I d'Altavilla. Nasce, così, la Contea di Puglia e Lavello è una delle dodici baronie in cui si articola il nuovo Stato normanno.

Secondo la cronaca di Amato di Montecassino, Attolino diventa Signore di Lavello. I Normanni tendono a far coincidere la riorganizzazione religiosa con la giurisdizione amministrativa: Lavello, infatti, è già (dal 1025) sede Vescovile ed appartiene alla metropolia dell'arcivescovo di Bari e Canosa. Lo studioso Marcello Romano riferisce che "Lavello è un importante centro bizantino alla fine del X secolo".

I Normanni ridefiniscono la struttura urbana di Lavello: Corrado Beguinot, ne “Il Vulture - Ritratto di un ambiente" (vol. III, p. 218) riferisce che: "Sotto il conte Attolino, ampliarono e ripararono la cattedrale e la dotarono di una cinta muraria, perché da quel periodo in poi viene indicata con il termine di castrum Labelli."

Nel 1059 al Concilio di Melfi I, papa Niccolò II, eleva la Contea di Puglia a Ducato di Puglia e Calabria e l'affida alla Casata degli Altavilla. Lavello ne segue le sorti.

Epoca Sveva e eventi successivi[modifica | modifica wikitesto]

Ai Normanni seguì il dominio degli Svevi, che vi edificarono la loro fortezza. Sede vescovile dal secolo X o XI, assunse notevole importanza quando Federico II restaurò ed ampliò la rocca longobarda. Nel 1254, a Lavello morì l'imperatore Corrado IV, figlio di Federico II.

Fedele a Manfredi, Lavello partecipò attivamente alla rivolta ghibellina del 1268. Il paese, nel 1298, come ritorsione subì un grave incendio provocato da Carlo I d'Angiò che distrusse gran parte dell'abitato. Questo evento è ricordato anche dallo stemma comunale, in cui è raffigurata una torre a due piani invasa dalle fiamme.

Dopo la rivolta ghibellina, nel 1268, Lavello fu assegnata da Carlo I d'Angiò a Galard d'Ivry e poi a Riccardo di Bisaccia e a Simone di Belvedere; fu feudo di Roberto di Suriaco, di Nicola Montorio e di Angelo Tartaglia. Ritornata agli Orsini del Balzo la Contea di Lavello fu incamerata da Ferdinando il Cattolico e venduto nel 1507 ai Del Tufo, che ne ottennero il titolo di marchese. Passò poi ai Pignatelli e infine ai Caracciolo di Torella, che la governarono sino all'eversione feudale.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Titolo di Città - nastrino per uniforme ordinaria
«Decreto del Presidente della Repubblica»
— 12 novembre 2001

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Sant'Anna[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di Sant'Anna fu rifatta nel secolo XVIII su una fabbrica trecentesca e possiede un'Annunciazione tardo-cinquecentesca dipinta dai napoletani Antonio Stabile e Costantino Stabile. Nel territorio vi sono i resti di una costruzione termale romana e di un sepolcreto paleocristiano; nel 1963 furono rinvenuti materiali databili all'eneolitico.

La chiesa di Sant'Anna di notevole importanza storica, fu fatta edificare da Donna Caterina Caracciolo, moglie di Don Girolamo del Tufo, marchese di Lavello, nel 1537; forse ampliata, nel 1556, dalla stessa Marchesa insieme ai figli Don Girolamo, Don Indico e Don Emilio Del Tufo, sotto il pontificato di Sisto V. La chiesa fu consacrata dal vescovo di Lavello Giuseppe Bonocore il 3 maggio 1652 e dedicata a San Francesco, come risulta dalla lapide esistente in chiesa, e fu intitolata a Sant'Anna tardi, forse nell'Ottocento. Sotto il pavimento sono seppelliti Donna Isabella Caracciolo († 1676), il marito Don Mauro Caracciolo dei principi Torella, duca di Lavello e altri della famiglia. La chiesa aveva annesso un convento dei Frati Minori Cappuccini. Nella chiesa ci sono tele pregevoli, tra cui quella di Sant'Anna, la Madonna della Stella, la Madonna degli Angeli, l'interessante, naturalistica Madonna del Carmelo tra i S.S. Francesco e Carlo firmata da Alonzo de Cordova e datata 1616,[10] e la tela con l'Annunciazione restaurata presso la Sopraintendenza alle Gallerie di Matera.

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Il castello[modifica | modifica wikitesto]

Il castello, ora sede del municipio, è una costruzione di epoca sveva trasformata nel secolo XVII, con facciata animata nella parte sinistra da una torre semicircolare, nell'angolo di destra da un corpo aggettante coronato da loggia. L'edificio accoglie anche un antiquarium in cui si conservano reperti dell'età del ferro, provenienti dalla zona, ceramiche indigene e italo-greche e varie iscrizioni in lingua latina ed ebraica.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[11]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i dati ISTAT[12] al 31 dicembre 2019 la popolazione straniera residente a Lavello era di 848 persone, pari al 6,3% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate sono le seguenti [12]:

Nei dati ufficiali non sono considerati gli stranieri irregolari.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Feste di Carnevale[modifica | modifica wikitesto]

In passato queste feste venivano organizzate tra amici e familiari in case piccole e affollate di musica e voci, di anziani a bambini, che aspettavano l’arrivo delle maschere dei Domini. Per i giovani era l’unico momento in cui, avvolti dall'abito rosso della maschera del Domino, si poteva ballare con le innamorate di nascosto dai genitori.

Questo spirito si conserva ancora oggi. Nei festini si respira un clima di famiglia allargata e si sente il profumo dei piatti tradizionali della cucina lavellese.

Il Domino[modifica | modifica wikitesto]

Il colore tipico del Domino è rosso come la passione e l'amore ma può essere anche blu, nero, verde e giallo. La maschera è il protagonista del Carnevale e simboleggia romanticismo e galanteria. Durante il Carnevale, travestirsi da Domino annulla il ceto sociale, i cittadini sono tutti uguali.

Musica[modifica | modifica wikitesto]

L'Associazione Concerto Bandistico Città di Lavello è erede della tradizione bandistica della città risalente almeno al 1871 e che dal 1925 al 1932 raggiunse punte di eccellenza sotto la direzione dei maestri Orsomando (padre della nota annunciatrice televisiva Nicoletta), Caldaroli e Guarino.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stabilimento Fiat Chrysler Automobiles

Le fabbriche più importanti, adiacenti al comune lucano, sono lo stabilimento della Barilla e, soprattutto, della SATA, che ospita una delle maggiori industrie di auto d'Europa, la Fiat Chrysler Automobiles (costruita a cavallo fra il 1991 ed il 1993).

È tra i principali centri agricolo-commerciali della provincia di Potenza. La fertilità del territorio consente la produzione di cereali, uva, olive, ortaggi e barbabietole. Vi sono olivicultori, frantoi oleari, molini, lavorazione delle barbabietole, impianti vinicoli (vino aglianico e spumante del Vulture). Allevamenti di bovini e ovini con produzione di latte, carne e lana; celebre è la mozzarella di bufala lucana prodotta nella zona. Vi sono anche botteghe di ceramica di lavorazione del legno.

La città inoltre è tra le poche realtà in Basilicata ed in Italia che può vantare la sede centrale di una propria banca locale, la BCC di Gaudiano di Lavello. Fondata nel 1982, ha competenza su tutto il Vulture Melfese, con proprie filiali anche a Melfi e a Rapolla. La Banca è affidataria di 8 affreschi del Quattrocento rivenienti dalla antica chiesa medioevale di Santa Maria della Foresta al Bosco delle Rose (cfr. Una chiesa Medioevale di Lavello e gli affreschi del XV secolo di Antonio Rosucci edito da Finiguerra Arti Grafiche 1997).

Sede Centrale della Bcc di Gaudiano di Lavello in Via Roma a Lavello.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Autostrade[modifica | modifica wikitesto]

I due caselli autostradali più vicini, entrambi sulla A16 e ad una distanza simile da Lavello(circa 30 km) sono Candela e Cerignola ovest.

Strade statali e provinciali[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Strade provinciali della provincia di Potenza.

Mobilità urbana[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Sita Sud.

La rete di trasporti pubblici urbani di Lavello è gestita da Sita Sud, acronimo di Sicurezza e Trasporti Autolinee - Sita Sud s.r.l. facente parte del consorzio Cotrab, che offre un servizio di autobus con linee urbane, suburbane e interurbane.

Tutti gli altri collegamenti (regionali, interregionali e internazionali) sono gestiti da tre imprese di trasporto (Flixbus, Ferrovie del Gargano e Marino Autolinee).

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Pesca

La prima Associazione Sportiva Dilettantistica di pesca alla trota lago è nata nel 2012, la A.s.d. BoTen Fishing Lavello, fortemente voluta dal suo fondatore e presidente Donato Boccone, al fine di aggregare e unire la passione per la pesca sotto un unico nome, ad oggi conta molti iscritti, che partecipano ai vari campionati provinciali e regionali di trota lago presenti in tutta la Basilicata. È l'unica associazione di pesca, presente nell'intero nord della Basilicata e del Vulture Melfese, e dopo soli pochi anni di vita, vanta già diversi piazzamenti singoli e a squadre dei suoi atleti, oltre ad essere stata premiata dal C.O.N.I. e dalla F.I.P.S.A.S. come miglior associazione per la promozione e lo sviluppo dello sport nel territorio.

Pallavolo[modifica | modifica wikitesto]

La città è rappresentata nel mondo pallavolistico dalla neonata ASD New Volley Lavello. Essa sostituisce l'ASD Lavello Volley, vecchia società che ha raggiunto come traguardo massimo storico la partecipazione al Campionato di Serie B2 femminile. Nella stagione 2023/2024 l'ASD New Volley Lavello partecipa al Campionati Territoriali CSI di Under 16 Femminile e di Under 14 Femminile. Da sottolineare, inoltre ,l'impegno nelle attività del minivolley.

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

La principale squadra di calcio della città è l'U.S.D. Lavello che attualmente milita nel girone H della Serie D, e che nella stagione 2004-2005 ha sfiorato la promozione in Serie C2, perdendo i play-off contro il Sorrento.

La società è nata dalle ceneri della Polisportiva A.S. Lavello, attiva dal 1932, che a sua volta ha disputato ben 13 campionati Interregionali, di cui 10 consecutivi.

Partecipazione ai campionati federali[modifica | modifica wikitesto]

Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Miglior Piazzamento
Campionato Interregionale 13 Campionato Interregionale 1968-1969 Campionato Interregionale 1985-1986
Serie D 7 Serie D 2004-2005 Serie D 2022-2023

Volo[modifica | modifica wikitesto]

Dagli anni '80 è sorta in loc. Gaudiano di Lavello, grazie alla Alilucane srl, l'Aviosuperficie Falcone che dispone di una pista in erba di 750 mt. oltre a due grandi hangar per rimessaggio velivoli di AG e VDS. Dal 2 giugno 2013 presso la struttura è nata la ASD Avio Falcone che dal 9/2014 è Ente aggregato alla AeCI e grazie ai suoi soci promuove fattivamente l'attività sportiva aerea, la cultura aeronautica del volo a motore, il paracadutismo e tutte le attività ad esse connesse tra le quali, la Sicurezza la volo e il turismo aeronautico.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2021 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ DiPI Online - Dizionario di Pronuncia Italiana, su dipionline.it. URL consultato il 9 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 9 ottobre 2018).
  5. ^ vulture melfese, su basilicatanet.com. URL consultato il 9 ottobre 2018.
  6. ^ a b Comuni della Basilicata per popolazione, su tuttitalia.it. URL consultato il 9 ottobre 2018.
  7. ^ Tabella climatica (TXT), su clisun.casaccia.enea.it. URL consultato il 9 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2010).
  8. ^ Tabella climatica
  9. ^ Pagina con la classificazione climatica di Lavello, su tuttitalia.it. URL consultato il 9 ottobre 2018.
  10. ^ Rossella Villani (a cura di), La pittura lucana del Seicento, Potenza, 2001, pag. 2.
  11. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  12. ^ a b Cittadini Stranieri. Popolazione residente e bilancio demografico al 1 gennaio 2018, su demo.istat.it. URL consultato il 21 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 9 settembre 2018).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Lino Robbe, Cento anni e un sogno...la sfida educativa dello Scoutismo Cattolico in Italia, AGF 48, Lavello 2017
  • Maria Bavuso, Storia della Banda Musicale di Lavello, Grafiche Finiguerra, Lavello 2007
  • John Julius Norwich, I normanni nel Sud : 1016-1130, traduzione di Elena Lante Rospigliosi, Sellerio, 2021, ISBN 88-389-4270-6, OCLC 1334549679.
  • Corrado Beguinot, Il Vulture - Ritratto di un ambiente, Napoli 1960
  • Antonio Di Chicco, Storia di Lavello dalle origini al Medioevo, Lavello 1998
  • Antonio Paolo Carretta-Mortanon, Grazie Oriente!. Chiarificazione di un equivoco su San Mauro Afro Martire, Ed. Tipografia Porziuncola - S. Maria degli Angeli - Assisi 1983
  • Franco Di Noia, Storia del calcio lavellese
  • Leonardo Guida, Le finanze del comune di Lavello dal 1951 al 1960, Osanna Edizioni, Venosa 2012

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Foto su Lavello, su aptbasilicata.it. URL consultato il 21 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 4 aprile 2012).
Controllo di autoritàVIAF (EN144279692 · LCCN (ENn83013023 · BNF (FRcb12167589h (data) · J9U (ENHE987007564455405171
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