Lingua siriaca

Siriaco
ܣܘܪܝܝܐ (Suryāyā)
Parlato inBandiera dell'Armenia Armenia
Bandiera dell'Azerbaigian Azerbaigian
Bandiera della Georgia Georgia
Bandiera dell'Iran Iran
Bandiera dell'Iraq Iraq
Bandiera del Libano Libano
Bandiera d'Israele Israele
Bandiera della Siria Siria
Bandiera della Turchia Turchia
Locutori
Totale774.770
Altre informazioni
Scritturaalfabeto siriaco
Tassonomia
FilogenesiLingue afro-asiatiche
 Semitiche
  Semitiche centrali
   Semitico nordoccidentale
    Aramaico
     Aramaico orientale
      Siriaco
Statuto ufficiale
Ufficiale inBandiera dell'Iraq Iraq (nelle aree dove le popolazioni assire formano una maggioranza)
Codici di classificazione
ISO 639-2syc
ISO 639-3syc (EN)
Glottologclas1252 (EN)

Il siriaco (in siriaco ܣܘܪܝܝܐ, Suryāyā) è una lingua semitica appartenente al gruppo dell'aramaico orientale, che è stata tra il II secolo e l'VIII secolo tra le più parlate nel Vicino Oriente.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Letteratura siriaca.

Anticamente l'area della Mezzaluna Fertile era abitata prevalentemente da popolazioni di lingua aramaica. Nell'area si scontrarono due potenze militari: i romani e i persiani. Con il declino della dominazione romana sulla Mesopotamia (III secolo), cessò anche l'influenza della cultura ellenistica. Le lingue locali ebbero modo di svilupparsi e di giungere al livello di lingua letteraria. Tra esse ebbe particolare fortuna il siriaco. Nacque come dialetto dell'aramaico orientale a Edessa e si diffuse nelle regioni confinanti della Mesopotamia. Nei primi secoli dell'era volgare Edessa fu al centro di un regno indipendente, in cui il cristianesimo divenne la religione maggioritaria. Grazie alla diffusione della Chiesa edessena, il siriaco poté affermarsi come lingua e produsse una vastissima letteratura, a partire dal II secolo d.C. fino al XIII secolo[1]. Il consolidamento definitivo della lingua avvenne nel IV secolo, epoca in cui fu composta la Peshitta[2].

Contrariamente a un luogo comune, Gesù non può avere parlato questa lingua. Tantomeno erano in siriaco le Sue parole dalla Croce:

«Eloì, Eloì, lemà sabactàni?»

in quanto Gesù parlava il galileo, che è un dialetto aramaico occidentale; mentre il siriaco è una lingua basata sul dialetto di Edessa che è un dialetto aramaico orientale. Inoltre la lingua letteraria siriaca fu codificata successivamente all'epoca di Gesù; e in funzione di un ambito culturale già cristianizzato. Naturalmente si tratta di due varietà distinte ma sempre di aramaico, quindi imparentate.

Diventò lingua veicolare del cristianesimo in tutta l'Asia fino al Malabar (regione dell'India meridionale) e fino ai confini della Cina, nonché mezzo di comunicazione e di scambi culturali fra armeni, arabi e persiani.

Entrato in crisi a partire dalla conquista islamica della Siria, ma soprattutto in seguito alle invasioni mongole della Siria (Ilkhanato), e con la graduale conversione all'Islam e arabizzazione linguistica della maggior parte della popolazione delle regioni interessate l'uso della lingua letteraria siriaca classica si ridusse notevolmente a partire dal XIII secolo.[3]

Oggi alcuni dialetti moderni derivati dal siriaco antico, come la lingua neo-aramaica assira, sono ancora parlati, e in parte scritti anche per scopi letterari, in alcune località della Turchia sud-orientale (regione di Tur Abdin), della Siria, dell'Iraq e dell'Iran occidentale (intorno al lago di Urmia). Il siriaco classico è ancora usato soprattutto per l'uso liturgico dei cristiani aramaici.[1]

Scrittura[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Alfabeto siriaco.
Manoscritto siriaco del V secolo nella variante dell'alfabeto denominata estrànghelo

In siriaco si scrive da destra a sinistra e la maggior parte delle lettere si connettono alla seguente. Esistono diversi stili in questa scrittura. I principali sono: la estrangela, la più antica e diffusa; lo stile giacobita o serto (occidentale); e quello nestoriano (orientale). Questi tre stili si differenziano anche nel tratteggio delle consonanti ma soprattutto per la scrittura delle vocali. Nello stile estrangela i segni vocalici sono per lo più omessi; nella scrittura giacobita le vocali sono indicate con segni diacritici; nel nestoriano si indicano con una combinazione delle lettere waw e yud usate come matres lectionis, e di punti posti sopra o sotto le lettere.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Treccani
  2. ^ Le antiche chiese orientali: storia e letteratura, di Paolo Siniscalco, Michel van Esbroeck (p. 179).
  3. ^ Vocabolario Treccani

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Manoscritto siriaco dell'XI secolo nella variante dell'alfabeto denominata serto
L'inizio del Vangelo di Giovanni nelle tre varianti dell'alfabeto
  • Massimo Pazzini, Grammatica siriaca, Franciscan Printing Press, Gerusalemme
  • Massimo Pazzini, Lessico concordanziale del Nuovo Testamento siriaco, Edizioni Terra Santa, Milano
  • (EN) Steven C. Hallam, Basics of Classical Syriac, Grand Rapids, Zondervan, 2016, ISBN 978-0-310-52786-2.
  • George Anton Kiraz, The Syriac Primer. Reading, Writing, Vocabulary and Grammar, JSOT Manuals 5, JSOT Press - Sheffield Academic Press, Sheffield 1985
  • Wheeler M. Thackston, Introduction to Syriac, Ibex, Bethesda 1999
  • M.H. Goshen-Gottstein, A Syriac-English Glossary, Otto Harrassowitz, Wiesbaden 1970
  • J.F. Cookley, Robinson's Paradigms in Syriac Grammar, 6th ed., Oxford University Press, Oxford 2013
  • Theodore H. Robinson, Paradigms and Exercises in Syriac Grammar, 4th ed. revised by L.H. Brockington, Clarendon Press, Oxford 1962
  • Theodor Nöldeke, Compendious Syriac Grammar, varie edizioni
  • R. Köbert, Vocabularium Syriacum, Pontificium Institutum Biblicum, Roma 1956
  • Sirìaco, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 7 ottobre 2014.
  • SIRI, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1936. URL consultato il 6 ottobre 2014.
  • Vincenzo Ruggieri SJ, Massimo Bernabò, Emanuela Braida, Marco Pavan (edd.) The Syriac Manuscripts of Tur ‘Abdin in the Fondo Grünwald, Orientalia Christiana & Valore Italiano, Roma 2017, ISBN 978-88-97789-47-5

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