Livonia

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Livonia
ET Liivimaa
LV Livonija
Castello di Cēsis: la fortezza medievale ospitò i vari Gran maestri di Livonia dal XII al XV secolo
StatiBandiera della Lettonia Lettonia
Bandiera dell'Estonia Estonia
TerritorioRegione baltica centro-settentrionale: oggi costa livoniana
CapoluogoRiga, Dorpat, Cēsis
Linguelettone, estone, livone
Fusi orariUTC+2
Nome abitantilivoni
Mappa della Curlandia (in rosa e in basso sulla sinistra) e della Livonia in una mappa realizzata da Christoph Weigel tra il 1698 e il 1726

La Livonia (in livone Līvõmō; in estone Liivimaa; in tedesco e lingue scandinave Livland;[1] in lettone e lituano Livonija; in polacco Inflanty; in inglese arcaico Livland;[2] o Liwlandia; in russo Лифляндия, Lifljandija) è una regione storico-geografica baltica che si estende nei pressi e sulle coste del Golfo di Riga (costa livoniana), compresa tra l'Estonia a nord e la Lettonia meridionale a sud.[3] Dal 1918 la Livonia non è più un'unità territoriale a sé stante bensì parte integrante, come la Curlandia, della Lettonia.[4]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Crociate del Nord.

Le crociate organizzate nel XII secolo dall'Ordine teutonico contro gli ultimi pagani d'Europa, provocarono l'effettivo ingresso nella storia dei popoli baltici, fino ad allora rimasti complessivamente isolati nei loro territori.[5][6] Il nome Livonia compare per la prima volta nel 1186, quando fu costituita la prima diocesi della regione, nella città di Ikšķile, lungo il fiume Dvina.[7] Nel 1201 la sede vescovile viene trasferita nella vicina Riga, città di nuova fondazione, situata alla foce dello stesso fiume Dvina.

Confederazione Livone, 1260 d.C.

Nel 1202 Albrecht von Buxthoeven (Alberto di Buxthoeven), nominato vescovo di Livonia da papa Innocenzo III, fondò l'Ordine cavalleresco dei Portaspada (Fratres Militiae Christi) ai fini di cristianizzare la regione, terra di frontiera del cristianesimo.[8] Ma i livòni non volevano rinunciare ai propri riti pagani. La situazione degenerò quando i missionari cristiani non armati inviati nella regione furono massacrati.[9] Papa Innocenzo III decise allora di proclamare una crociata (quella che interessò tale area geografica è detta crociata livoniana) ed incaricò l'Ordine dei Portaspada di conquistare e controllare la regione.

Terra Mariana[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Terra Mariana.

Nel 1206 Wenno von Rohrbach, primo Gran Maestro dell'Ordine, vinse la battaglia di Riga e convertì la Livonia al Cristianesimo. Wenno assunse pertanto il titolo di principe di Livonia (Fürst von Livland). Il successivo ingresso nel Sacro Romano Impero (data ufficiale 1º dicembre 1225) sancì l'entrata del paese baltico sotto l'orbita tedesca. Wenno diede in feudo una parte del suo territorio all'Ordine dei Portaspada.[8]

Nel 1236, i Cavalieri Portaspada persero vicino Bauska la Battaglia di Šiauliai contro i Lituani e dovettero cedere loro la Livonia. La sconfitta determinò la fine dei Portaspada e, sembrava una logica conseguenza, anche l’esistenza degli stessi come Ordine indipendente. Il 12 maggio 1237, il feudo posseduto dall'Ordine così come i cavalieri rimanenti vennero inglobati nell'Ordine teutonico e venne creato l'Ordine di Livonia (Livländischer Orden), come branca però separatasi dall'Ordine teutonico (di fatto) nel XV secolo.[10] Inizialmente sottoposto al vescovado di Riga, l'Ordine di Livonia vi si scontrò varie volte dal 1297 fino alla fine del XV secolo[11][12] per il possesso dell'odierna capitale lettone, costituendo ora la prima, ora la seconda massima autorità del paese.[13] Nel 1253, il vescovado di Riga inglobò le diocesi di Estonia e Prussia e assunse il nuovo titolo di Arcivescovado di Riga (data ufficiale: 20 gennaio 1255). Nel 1282 la città di Riga entrò a far parte della Lega anseatica.

Confederazione della Livonia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Confederazione della Livonia.

Nel 1420 venne costituita la Confederazione della Livonia (Livländischer Bund), che includeva l'arcivescovo di Riga, i vescovi delle altre diocesi del territorio, il capo dell'Ordine di Livonia e i grandi feudatari.[14] Nei secoli dal XIII al XVI il nome "Livonia" (o Terra Mariana) corrispose alle terre della Confederazione (le moderne Lettonia ed Estonia).[15] Dal 1530 il titolo di Principe di Livonia venne condiviso fra tre autorità: l'arcivescovo di Riga (massima autorità del paese), il capo dell'Ordine di Livonia (seconda autorità) e il re di Polonia.[16]

L'ondata protestante che si propagò dalla Germania all'inizio del ‘500 raggiunse dopo qualche decennio anche i paesi baltici. Gottardo Kettler, il capo dell'Ordine di Livonia, si convertì al nuovo credo.[17] Si avviò un processo di riorganizzazione completa del potere in Livonia. Il 28 novembre 1561 entrò in vigore un nuovo Trattato tra Arcivescovo di Riga, Ordine di Livonia, e Gran Principe di Lituania che creò due distinti paesi protestanti: la parte sud diventava Ducato di Curlandia e la parte nord diventava Ducato di Livonia, quest'ultimo in unione (in realtà sottomesso) con la Lituania.[18]

Nei secoli successivi la Livonia compare nei trattati di pace tra le potenze confinanti come premio di guerra.

Regno di Livonia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Regno di Livonia.
La Livonia in una mappa del XV secolo.

Nel 1561, durante la prima guerra del Nord, la Livonia divenne parte dell'Unione polacco-lituana in virtù di quanto statuto dal Trattato di Vilnius (1561). Nel corso del conflitto, il Regno russo riuscì ad insediarsi nella regione e Ivan IV decise di costituirvi un regno cliente (in russo Ливонское королевство) guidato da Magnus di Holstein.[19] Sebbene i russi trattennero la Livonia e vi costituirono dal 1570 al 1578 il regno, non operò mai effettivamente un'amministrazione stabile. Al termine della guerra, la Russia sconfitta dovette riconoscere il controllo della Confederazione polacco-lituana sulla Livonia (1582).[20] L'organizzazione della Livonia nella confederazione era costituita da:

Livonia svedese[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Livonia Svedese.

Nel 1621, l'Impero svedese occupò la Livonia e la annesse, de jure, il 3 maggio 1660.[24][25] A tale evento seguì la costituzione di:

Livonia russa[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Governatorato della Livonia.

Il 15 luglio 1710, l'Impero russo sottrasse il controllo della Livonia dagli svedesi tramite una resa sottoscritta dalla nobiltà locale. Il passaggio fu sancito formalmente il 10 settembre 1721, con la pace di Nystad.[26]

Durante il XIX secolo, la Livonia e la Curlandia beneficiarono di uno status di autonomia locale.[27] Tuttavia, dal 1889 ritornarono sotto la gestione del potere centrale di Mosca. La Prima guerra mondiale segnò il ritorno all'indipendenza di tutti i paesi baltici. Il trattato di Brest-Litovsk (3 marzo 1918) sancì, tra l'altro, che Curlandia e Livonia "non sono più soggette alla sovranità russa".[28] I territori baltici, le cui élite religiose e militari avevano sempre parlato tedesco, ritornarono nell'area di influenza germanica. La Germania mosse le proprie truppe fino ai paesi baltici per proteggerne i confini con la Russia, costituendo l'Ober Ost[28] ripartendolo in tre distretti.[29]

Il 12 aprile 1918, la Livonia entrò a far parte del nuovo Stato baltico federale (Baltischer Staat), che si proclamò indipendente. Il 18 novembre 1918 fu proclamata l'indipendenza della Repubblica lettone. Inaspettatamente, nel giro di una sola settimana si verificò la dissoluzione dello Stato baltico. Da questo momento la Livonia cessò di avere un'esistenza propria e subentrerà in tutti quegli eventi storici che turberanno il Paese e la confinante Lituania con la guerra polacco-sovietica e la guerra d'indipendenza lettone.[30][31]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Livonia], su Encyclopedia Britannica. URL consultato il 24 novembre 2019.
  2. ^ (EN) Livonia, su Then 1911 Classic Encyclopedia. URL consultato il 24 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2013).
  3. ^ (EN) Marshall Cavendish Corporation, World and its Peoples, Marshall Cavendish, 2010, p. 1032, ISBN 978-07-61-47896-6.
  4. ^ Era inoltre parte dei distretti della Lettonia: essi hanno rappresentato la suddivisione territoriale di primo livello del Paese ed erano pari a 26; ad essi erano equiordinate 7 città (lielpilsētas). I distretti sono stati aboliti il 1º luglio 2009.
  5. ^ Eric Christiansen, The Northern Crusades, Londra, Penguin Books, 1997, p. 287, ISBN 0-14-026653-4.
  6. ^ William Urban, Livonian Crusade, University Press of America, 1981, ISBN 0-8191-1683-1.
  7. ^ Università Cattolica Americana, New Catholic Encyclopedia: Jud-Lyo, 2ª ed., Thomson/Gale, 2003, p. 375, ISBN 978-07-87-64004-0.
  8. ^ a b Cavalieri Portaspada, su teutonic.altervista.org. URL consultato il 23 settembre 2021.
  9. ^ Alberto vescovo di Riga, su Treccani. URL consultato il 23 settembre 2021.
  10. ^ (DE) Klaus Militzer, Die Geschichte des Deutschen Ordens, Kohlhammer Verlag, 2012, p. 245, ISBN 978-31-70-26677-3.
  11. ^ (EN) Mati Laur, History of Estonia, Avita, 2000, p. 59, ISBN 978-99-85-20324-8.
  12. ^ (EN) Diana Bleiere, History of Latvia, Jumava, 2006, p. 21, ISBN 978-99-84-38038-4.
  13. ^ Storia dell'Ordine di Livonia
  14. ^ (EN) Heikki Pihlajamäki, Conquest and the Law in Swedish Livonia (ca. 1630–1710), BRILL, 2017, p. 24, ISBN 978-90-04-33153-2.
  15. ^ (EN) Marshall Cavendish Corporation, World and its Peoples, Marshall Cavendish, 2010, p. 1034, ISBN 978-07-61-47896-6.
  16. ^ (EN) Arthur William Alsager Pollock, The United Service Magazine, H. Colburn, 1856, p. 76.
  17. ^ (EN) Jonathan Simon Christopher Riley-Smith, The Crusades, A&C Black, 2005, p. 285, ISBN 978-08-26-47269-4.
  18. ^ (EN) Alexander Valdonis Berkis, The history of the Duchy of Courland (1561-1795), P. M. Harrod, 1969, pp. 6-7.
  19. ^ (EN) Isabel de Madariaga, Ivan the Terrible, Yale University Press, 2006, p. 262, ISBN 978-03-00-11973-2.
  20. ^ (EN) Henry Kamen, Who's Who in Europe 1450-1750, Routledge, 2003, p. 24, ISBN 978-11-34-75547-9.
  21. ^ a b (PL) Kasper Niesiecki, Herbarz polski Kaspra Niesieckiego, Waif, 1846, p. 228.
  22. ^ (EN) Tomasz Kamusella, The Politics of Language and Nationalism in Modern Central Europe, Springer, 2008, p. 193, ISBN 978-02-30-58347-4.
  23. ^ Tutte e tre facenti capo al Ducato di Livonia, per questo hanno lo stesso emblema di riferimento.
  24. ^ (EN) Heikki Pihlajamäki, Conquest and the Law in Swedish Livonia (ca. 1630–1710), BRILL, 2017, ISBN 978-90-04-33153-2, pp. 258-259.
  25. ^ (EN) Encyclopaedia Londinensis a cura di John Wilkes, Universal Dictionary of Arts, Sciences, and Literature, 1814, digitalizzato dall’Università del Minnesota il 9 luglio 2010, p. 862.
  26. ^ (EN) Suzanne Pourchier-Plasseraud, Arts and a Nation, BRILL, 2015, p. 19, ISBN 978-90-04-30028-6.
  27. ^ (EN) Tanel Kerikmäe, Kristi Joamets, Jānis Pleps e Anita Rodiņa, The Law of the Baltic States, Springer, 2017, pp. 153-154, ISBN 978-33-19-54478-6.
  28. ^ a b (EN) Vejas Gabriel Liulevicius, War Land on the Eastern Front, Cambridge University Press, 2000, p. 7, ISBN 978-11-39-42664-0.
  29. ^ (EN) Giuseppe Motta, The Great War against Eastern European Jewry, 1914-1920, Cambridge Scholars Publishing, 2018, p. 87, ISBN 978-15-27-51221-4.
    «Distretto di Curlandia (Verwaltungsbezirk Kurland); Distretto di Lituania (Verwaltungsbezirk Litauen); Distretto di Bialystok-Grodno (Verwaltungbezirk Bialystok-Grodno
  30. ^ (EN) Richard M. Watt, Bitter Glory: Poland and its fate, 1918 to 1939, New York, Simon and Schuster, 1998, p. 94.
  31. ^ (LV) Juris Freibergs, Jaunāko laiku vēsture 20. gadsimts, su ibook.lv, Zvaigzne ABC, 2001, ISBN 9984-17-049-7.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • C. [i.e. Theodor] Schiemann, Russia, Polonia e Livonia sino al secolo XVII, 2 voll., Milano, Società Editrice Libraria, 1901-02.

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