Locomotiva FS Ne 700

Locomotiva FS Ne 700
Locomotiva Diesel
Ne 700.003 a San Giuseppe di Cairo (SV)
Anni di costruzione 1941
Anni di esercizio 1948-1984
Quantità prodotta n.d. (4 unità rimaste in Italia)
Costruttore LMS Derby
Locomotiva Diesel-elettrica
Dimensioni lunghezza: 9.920 mm
larghezza: n.d.
altezza: n.d.
Passo dei carrelli 4.650 mm (passo rigido)
Massa in servizio 56.000 kg
Massa aderente 56.000 kg
Rodiggio C
Diametro ruote motrici 1.250 mm
Tipo di trasmissione elettrica English Electric
Potenza continuativa 256 kW a 700 giri/min
Velocità massima omologata 30 km/h
Tipo di motore Diesel Midland 350H 1800-4
Numero di cilindri 6 in linea
Dati tratti da:
Nascimbene, Vanni, FS; FS, Servizio Materiale e Trazione, Automotrici, vol. IX.

Le Ne 700 sono locomotive diesel-elettriche da manovra di provenienza inglese, (residuate belliche ex War-department), entrate in servizio nelle Ferrovie dello Stato italiane nel 1948[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le locomotive Ne 700 fanno parte del gruppo delle cosiddette locomotive di guerra portate degli alleati sul territorio nazionale durante la seconda guerra mondiale; esse giunsero infatti nel 1944 a seguito dell'esercito inglese. Furono costruite in Inghilterra per conto della LMSR (London Midland and Scottish Railway) come British Rail Class D3/7. Requisite successivamente dal "War Department" tra 1941 e 1944 e trasferite nelle varie località occupate dagli alleati.

Le quattro unità, che nel 1948 le Ferrovie dello Stato acquisirono nel proprio parco rotabili decurtato delle perdite a causa dei bombardamenti[2], dal giugno del 1946 risultavano assegnate all'impianto di Falconara; le prime tre acquisite nel 1950-1951 erano sottoposte a "grande revisione" nelle Officine di Foligno e poi trasferite al deposito locomotive di Savona[3], dove rimasero fino all'accantonamento[4] svolgendo servizi di manovra soprattutto nelle stazioni di Albenga, Oneglia, Vado Ligure e San Giuseppe di Cairo[5]. La quarta unità invece, nel dicembre 1946 venne trasferita a Firenze e l'anno dopo a Torino per una revisione a cura della Fiat; all'inizio del 1951 ritornò a Firenze, poi a Savona. Dopo un breve rientro a Firenze tornò, nel 1957 a Savona ove rimase[6].

Ne 700.002 nell'officina del deposito locomotive di Novi San Bovo il 14 dicembre 1974.

Radiazione[modifica | modifica wikitesto]

La Ne 700.004 (ex WD 70.058) fu alienata nel 1977[7].

Le Ne 700.001, 002 e 003 (ex WD 70.052, 054 e 055) furono vendute per demolizione alle Officine di Arquata nel gennaio 1984[7][8]. Successivamente:

  • La Ne 700.001 fu venduta alla società Cariboni di Colico[7] che la rimise in efficienza[5].
  • La Ne 700.003 fu venduta alla società La Ferroviaria Italiana[7]. Entrata per la revisione nel 1991 nello stabilimento Fervet di Castelfranco Veneto[9], ne uscì più di due anni dopo verniciata con la livrea nera LFI, giungendo ad Arezzo il 31 ottobre 1993[10]. Venne quindi destinata alla ferrovia Sinalunga-Arezzo-Stia, dove svolse abitualmente servizio nella stazione terminale per la manovra dei carri per il trasporto di elementi prefabbricati di calcestruzzo armato, prodotti da un'azienda locale, e per l'eventuale sgombero della neve[11].

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Le locomotive Ne 700 erano costituite da un telaio rigido su cui era montato un avancorpo e una cabina di guida posteriore. Nella struttura erano tozze e della tipica forma realizzata per le varie ferrovie britanniche. Avevano un rodiggio C. L'asse motore di trasmissione, contrappesato, era posto tra 2° e 3° asse e trasmetteva il moto ai tre assi mediante bielle motrici di accoppiamento.

Erano fornite di motore Midland mod.350H 1800-4 a 6 cilindri verticali, della potenza di 360 CV, con valvole in testa, ad iniezione diretta e ad aria aspirata. Ad essi era accoppiata una dinamo generatrice di corrente continua a 500 volt, della potenza continuativa di 230 kW a 700 giri/m che alimentava il motore elettrico di trazione posto trasversalmente tra il 2° e il 3° asse[12]. La parte elettrica era di produzione English Electric Co. La frenatura era a ceppi sulle ruote e la velocità massima di 30 km/h.[13]

Conservazione museale[modifica | modifica wikitesto]

La Ne 700.001 con la livrea dell'impresa Cariboni in attesa di ripristino nella stazione di Torino Porta Milano il 13 maggio 2012.

Alla fine del 1998 il Museo Ferroviario Piemontese (MFP) acquisì dalla ditta Cariboni la ex locomotiva FS Ne 700.001. La macchina fu trasportata a Torino su carrello stradale nel mese di dicembre 1998 per valutare la possibilità di rimetterla in funzione.[14]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nascimbene, Vanni, FS, pp. 123 e 142.
  2. ^ Nascimbene, Vanni, FS, p. 123.
  3. ^ Nascimbene, Anni cinquanta, p. 19.
  4. ^ Nascimbene, Vanni, FS, p. 38.
  5. ^ a b Nuova vita per la vecchia Diesel, Lettere in I treni oggi, 10 (1989), n. 98, p. 13.
  6. ^ Nascimbene, Anni cinquanta, pp. 19-20.
  7. ^ a b c d Nascimbene, Vanni, FS, p. 142.
  8. ^ Arrivi e partenze, in I treni oggi, 5 (1984), n. 39, p. 13.
  9. ^ Ne 700 ad Arezzo, Notizie flash in I treni oggi, 12 (1991), n. 114, p. 8.
  10. ^ Britannica per Arezzo, Notizie flash in I treni oggi, 14 (1993), n. 133, p. 8.
  11. ^ Baldi, Treni, pp. 28-29.
  12. ^ Nascimbene, Anni cinquanta, p. 20.
  13. ^ FS, Servizio Materiale e Trazione, Automotrici.
  14. ^ Museo in crescita, Notizie flash in I treni, 20 (1999), n. 202, p. 6.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Neri Baldi, Treni di Arezzo, in I treni, anno 17º, n. 171, maggio 1996, pp. 28-30, ISSN 0393-4602 (WC · ACNP).
  • Ferrovie dello Stato, Servizio Materiale e Trazione, Automotrici termiche, vol. IX, Firenze, 1971.
  • Angelo Nascimbene, Anni cinquanta. L'evoluzione con le locomotive 225, in Tutto treno & storia, n. 19, aprile 2008, pp. 14-29, ISSN 1124-4232 (WC · ACNP).
  • Angelo Nascimbene, Aldo Riccardi, Manovra: i nuovi "Badoni", in Tutto treno tema, 7 – FS anni '50 – Prima parte, trazione a vapore e Diesel, gennaio 1995, pp. 60-65.
  • Angelo Nascimbene, Luca Vanni, FS Trenitalia. Locomotive Diesel, Albignasego (PD), Duegi Editrice, 2002, pp. 38, 123, 142, ISSN 1124-4232 (WC · ACNP).

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